Giovani e formazione, da Brescia il corso Wau insegna gratuitamente ai ragazzi a scoprire il proprio talento
È importante capire chi sei per sapere dove vuoi andare. Per i giovani però non è sempre così facile. È ripartito sabato 9 maggio, (da remoto) il nuovo corso gratuito WAU Replay rivolto a 20 giovani tra i 18 e i 30 anni che approfondisce le soft skills più importanti al fine di mettersi o rimettersi in gioco nel mondo del lavoro. 21 ore di lezioni virtuali (3 ore al giorno per 7 giorni) tenute da 8 professionisti che gratuitamente mettono a disposizione le proprie conoscenze in diversi ambiti di competenza (crescita personale, comunicazione, umanistica, psicologia, benessere, etc) al fine di permettere ai ragazzi di trovare, credere e investire nel proprio personale talento.
Il progetto WAU (acronimo degli interrogativi inglesi WHO ARE YOU? e WHERE ARE YOU?) ha preso il via lo scorso settembre con il primo corso formativo gratuito per giovani alla ricerca del proprio talento. Nato a Brescia da un’idea della bresciana Silvia Cusmai, consulente del lavoro e business coach esperta in pubbliche relazioni, WAU ha l’ambizione di collegare scuola, università e mondo del lavoro con l’obiettivo di formare talenti per il mondo di domani mettendoli al centro di quel processo formativo e decisionale che ogni giovane diplomato o laureando si trova ad affrontare nel momento in cui esce dalla scuola (superiore o università) e deve inserirsi nel mondo del lavoro. Un osservatorio sul mondo del lavoro che aiuta i giovani a capire quali siano le professioni del futuro per evitare che si trovino in difficoltà al termine di un percorso di studi o di laurea.
In un mercato del lavoro che richiede sempre una maggior trasversalità, WAU vuole dare un aiuto concreto e prezioso ai giovani per far sì che siano preparati ad affrontare le sfide che li aspettano, in particolare dal punto di vista emotivo e relazionale. Silvia e il suo WAU Team, composto da diversi professionisti e coach che hanno deciso di mettersi gratuitamente al servizio del progetto, aiutano i giovani ad aumentare le loro competenze soft (capacità di lavorare in team, parlare in pubblico, gestire lo stress e le emozioni, etc) e non solo le loro abilità tecniche. Gli aspetti innovativi del progetto sono innanzitutto il focus assoluto sui giovani, i loro sogni e le loro aspirazioni per il futuro per fare da ponte tra scuola, università e mondo del lavoro, e l’accesso gratuito alla formazione.
“Io non ho potuto essere aiutata a comprendere realmente quale fosse la direzione giusta da intraprendere dopo la scuola. Se avessi partecipato ad un percorso di orientamento consapevole, oggi sarei più avanti nel mio progetto professionale, invece ho realizzato solo a 33 anni quale fosse la mia vera vocazione”, ha spiegato Silvia Cusmai, ideatrice e fondatrice e anima di WAU.
Il successo del primo corso di settembre, che si è svolto in aula presso la società Saef di Brescia che ha all’interno un’area formazione e ha visto la partecipazione per tre settimane di 20 giovani tra i 18 e i 30 anni, ha attirato l’attenzione anche dell’associazione GPP – GIOVANI PER UN PROGETTO, l’associazione in cui confluiscono molte realtà di giovani professionisti quali commercialisti, avvocati, imprenditori, consulenti del lavoro, medici e tanti altri, presieduti da Clara Lazzaroni con l’obiettivo di agevolare
l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, realizzare progetti comuni che coinvolgano trasversalmente i membri interessati e trattino le problematiche relative all’imprenditoria giovanile, ponendosi come forte interlocutore tra i soggetti coinvolti e le istituzioni. L’adozione del progetto WAU da parte del GGP e l’analisi del relativo andamento durante il primo corso, hanno fatto sì che il progetto potesse continuare a crescere e perfezionarsi.
Mai come in questo momento di incertezza sul futuro economico e occupazionale causato dall’epidemia da Covid-19, è necessario gettare le basi per far sì che i giovani possano avere le competenze e le skill necessarie per risultare interessanti e utili al mondo del lavoro. Da qui l’idea di Silvia Cusmai di replicare l’esperienza anche in questo momento di distanziamento sociale forzato, con l’organizzazione di un corso in streaming di 21 ore ai giovani di tutta Italia che fornirà ai partecipanti le nozioni sulle soft skills necessarie per affrontare un colloquio di lavoro, uno stage all’interno di un’azienda o un percorso da professionista autonomo o freelance.
Perché WAU fa tutto questo? “Per evitare che i giovani perdano tempo prezioso, perché nessuno lo sta facendo, perché è importante aumentare le possibilità che possano mettersi in gioco creando proprie attività o lavorando anche con una mentalità da lavoratore autonomo, perché vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende che cercano talenti e aiutare le scuole ad orientare i propri giovani, ma soprattutto perché vogliamo creare nuove opportunità di lavoro per giovani facendoli partecipare attivamente a questo progetto”, ha concluso Silvia Cusmai.
I contatti con le aziende e la sinergia con l’Università Statale di Brescia sono già attivi e alcuni giovani che hanno partecipato al primo corso hanno già iniziato a collaborare attivamente a progetti lavorativi concreti. I corsi WAU in aula, pandemia permettendo, dovrebbero riprendere a settembre con la seconda edizione del progetto.