#ReteFamily: intervista al dottor Ivan Benaglia e le isole felici
Oggi abbiamo con noi il Dott. Ivan Benaglia, pedagogista, docente di scuola secondaria, esperto nel gioco, cultore della materia in Fondamenti di sociologia presso l’Università degli Studi di Bergamo. E un’intervista esclusiva ad una carissima e stimatissima collega docente della scuola primaria di Flero.
Qualche domanda veloce ad una delle insegnanti della scuola primaria di Flero
È verissimo, in un certo senso: non la si può chiamare completamente didattica a distanza ma piuttosto di emergenza. Eppure in qualche modo, nel vortice tumultuoso e caotico giunto all’improvviso a fine febbraio serviva muoversi. E ogni scuola si è mossa nel migliore dei modi che aveva a disposizione. Oggi vorrei andare, forse in contro tendenza rispetto al momento… E voglio portare due esperienze difficili e rientranti nella complessità che stanno vivendo tutte le nostre istituzioni scolastiche ma, in un certo senso: ‘felici’. Io personalmente le chiamo Isole Felici , quelle di cui mi hanno parlato le mie stimatissime colleghe della classe seconda della scuola Primaria di Flero( che ho salutato a gennaio entrando in maternità ma che sento costantemente), ed il carissimo amico e professionista a tutto tondo nel mondo della didattica e della pedagogia: Dott.Benaglia Ivan. Attenzione: non facile, ma felice. E felice non significa per forza gioioso ma vuol dire esito di fatica, di ‘sudore’ di impegno, di tanta, tantissima passione e perché no, di poca lamentela e di ‘rimbocco maniche’ (come credo, spero e mi auguro facciano tantissimi altri colleghi!). . Così come si evince dal video del collega dott. Benaglia e come racconta una delle mie colleghe della scuola Primaria di Flero. Ci si è trovati catapultati senza indicazioni chiare e precise in una situazione che è davvero tragica. Una delle fortune del Comprensivo sopra citato è sicuramente avere una Dirigente assolutamente decisa, pronta, formata , mossa sempre da estrema competenza e sempre ‘sul pezzo’ in tutto ciò che svolge e l’altra grande fortuna, al pari, è la formazione, la grande capacità, il sentimento di amore verso l’insegnamento e la grande passione del team docenti. E non lo dico inventando…le ho conosciute tutte quelle maestre, una ad una. Si sono mosse tutte insieme e subito per far arrivare prima di tutto la vicinanza loro ai bambini, condita da rassicurazioni e premendo soprattutto sulla relazione tra di loro(compagni e compagne) e con loro stesse. E proprio per questo, non avevo dubbi sul fatto che sentendole, avrei potuto respirare aria di positività. Cosa che ultimamente, sulla scuola, purtroppo: si respira poco. Ho fatto alla maestra mia collega , che sento spesso, qualche domanda veloce che ho deciso di condividere con tutti. Perché sia da ausilio, da spunto e riflessione!
Di cosa soffrono maggiormente i bambini?
Essendo stata una situazione improvvisa è stato difficile gestire il tutto con i software… Non eravamo pronte. Ma una cosa che sapevamo era che i bambini avevano bisogno di continuità, di pseudo normalità in una situazione a-normale e di essere stimolati non solo per la didattica, ma per la relazione tra loro…con noi. I bambini necessitano di vedersi, vederci e di sentire tutti le voci di tutti. Prima ancora di imparare l’analisi logica e la tabellina del 7.
Come vi siete mosse per far sì che questo avvenisse? Cosa avete fatto per dare a tutti la possibilità di avere le strumentazioni necessarie?
Tecnicamente abbiamo creato una mail istituzionale ad ogni alunno, abbiamo costruito un libretto online come vademecum su come utilizzare in autonomia la piattaforma meet, abbiamo creato un altro file con le ‘pillole di word’ per spiegare ai bambini come svolgere i compiti e le esercitazioni in word sempre in autonomia . Fondamentale è stata la collaborazione iniziale con i genitori… Per chi non aveva i supporti tecnologici, o noi, o la Dirigente ci siamo recati a portare di persona quelli della scuola, nelle case!
Come è gestito l’orario? Come è la suddivisione delle materie ad oggi?
L’orario è stato riadattato alle necessità dei bambini e, per noi, è lavoro triplo ma abbiamo feedback positivi pertanto ciò che conta è che siano tutti carichi e pronti. L’orario in sé è stato ristrutturato e ri calibrato… si fanno 5 ore di italiano, 4 ore di matematica, 1 ora di storia, 1 ora di geografia, 1 ora di religione e alternate a settimane 1 ora di arte, 1 di musica e 1 di motoria.
Come vedete i bambini rispetto all’utilizzo della tecnologia?
I bambini amano il Pc, si sentono attratti moltissimo…sono nativi digitali ma vanno alfabetizzati al suo utilizzo. Si denota una forte propensione alla stimolazione tecnologica ma una grande incapacità in termini strutturali del suo utilizzo.
Ma la didattica che proponente è pura lezione o avete i vostri soliti trucchetti del mestiere?
(risata) Gli argomenti da fare sono tanti e in qualche modo sono da fare…quindi le lezioni si fanno ma ammetiamo che molti esercizi sono basati su giochi didattici che li fanno divertire ed appassionare…come per esempio le cruci operazioni, il puzzle tessere con indovinelli, le canzoni da ballare insieme in inglese…il tutto per recuperare e mantenere la socialità, la relazione e il gioco tra di loro.
Come vi state muovendo per i bambini con bisogni educativi speciali e disturbi dell’apprendimento?
Diciamo che con questi bambini, la tecnologia, le video lezioni ed i supporti in questo senso facenti parte degli strumenti compensativi e sono mezzi che sono da sempre molto utili e funzionali agli obiettivi. Hanno la possibilità di avere una lezione registrata e potersela guardare tutte le volte che vogliono… questo può essere un enorme aiuto sicuramente. Se per esempio, una lezione di storia non è stata per loro chiara in qualche passaggio, possono, ovviamente chiedere a noi direttamente, ma anche rivederla e cercare di fare in autonomia. E i nostri bambini, come ben sai, sono davvero molto bravi …
Ultima domanda, come avviene la valutazione? Intendo dire: si valuta l’apprendimento o prediligete anche altro?
L’apprendimento, in un certo qual modo è da valutare, ma ciò su cui noi ci basiamo sono le competenze trasversali e non le vere e proprie acquisizioni. Il bambino non è ‘bravo’ perché consegna tutto corretto e nei tempi…ma perché ha interagito in un certo modo, ha utilizzato la fantasia in qualcosa, è stato di aiuto e di spunto agli altri…l’attenzione che mette in ciò che svolge…insomma tante, tantissime variabili. Ricordiamo sempre che per noi, un bambino non è mai un numero ma è una vita, una storia e una famiglia.
Ecco perché io le chiamo Isole Felici della Didattica a Distanza…perché nonostante il periodo difficile, nonostante l’impossibilità di potersi muovere, le mie colleghe non si sono arrese e non si sono fermate davanti all’impotenza effettiva della situazione ma hanno voluto ‘rimboccarsi’ le maniche per portare avanti con passione quel progetto d’amore verso l’insegnamento e quel Patto educativo Scuola-famiglia che oggi, più che mai è basilare fondamento della didattica, anche a distanza.