Cassioli, al campus di Tirrenia sport per tutti con 30 bambini ciechi e ipovedenti
Andare oltre per prendersi la vita, alla conquista di magnifici orizzonti, più forte di quel “nonostante tutto” che potrebbe abbattere anche un leone. Ma non è un uomo solo al comando, perché su quei magnifici orizzonti Daniele Cassioli vuole portare i suoi ragazzi, affinché anche loro possano sperimentare l’effetto vitale del “se puoi sognarlo puoi farlo”, di quel colpo di reni che ti può sventare ogni dubbio, al riparo da pericolose rassegnazioni. E aprirti la strada di una vita da vivere fuori dal guscio, da protagonisti con la P maiuscola.
“Noi tutti insieme non ci siamo rassegnati alla povera percezione della realtà che spesso travolge l’essere umano. Ci ho pianto per anni e ho capito – dice Daniele – che ognuno di noi rischia di non essere, di non vivere. Questo per me è vivere, riscrivere la storia, una storia già annunciata: isolamento, lavoro poco appagante e una quantità infinita di potenzialità che rimangono inespresse. Sento che avrei potuto essere tra questi, tra chi, a furia di sentirsi dire che tanto certe cose non si possono cambiare, dopo qualche tentativo resta così, avvolto nel rimpianto di non averci potuto nemmeno provare. Anzi a volte, addirittura, nemmeno si arriva a vivere questa sensazione, si sta fermi, lì, in balia di chi, solo perché ci vede, ti telecomanda da una cosa all’altra, da un letto a un divano”.
E invece lui il telecomando della sua vita se lo tiene stretto in mano e “aiuta” gli altri a sintonizzarsi sui loro canali preferiti. L’ultima, rivoluzionaria iniziativa, conclusa da poco a Tirrenia, è il primo campus residenziale in Italia per 30 bambini ciechi e ipovedenti interamente incentrato sullo sport, organizzato da Real Eyes Sport di cui l’azzurro – che è il più grande atleta di sci nautico non vedente della storia: in bacheca 25 titoli mondiali, 25 europei e 39 italiani – è presidente. “Noi abbiamo vissuto il potere dello sport e il bello di ciò che sa muovere il cuore. E quando lo vivi su di te è difficile non provare con tutte le forze a darlo agli altri, per una stupenda forma di egoismo, perché sto mondo può veramente essere un posto migliore. Quando ero sulla soglia dell’hotel per ripartire avevo questa frase che mi girava nelle vene: questa è vita”.
Nelle vene e nel cuore perché anche quello Daniele ce l’ha grande così.
(FONTE: gazzetta.it)