Il sorriso sociale – A cura di Paola Ciociola
Oggi avrei dovuto parlare di colloquio motivazionale con coloro che fanno uso di stupefacenti. Ma lo farò la prossima settimana. Oggi volevo dedicarmi al prossimo lunedì: ingresso a scuola post lockdown. Ed in modo particolare al sorriso sociale. Ne approfitto per dirvi che anche domani parlerò di questo in radio diretta, se vorrete sintonizzarvi.
Perché voglio parlare di sorriso sociale?
Semplicemente perché lunedì inizierà la scuola, ma in una forma che è completamente insolita. Tutto inizierà con la prova e la misurazione della febbre, come atto di responsabilità genitoriale, a casa. I bambini dovranno tenere le distanze gli uni con gli altri, se vi saranno sintomi durante il percorso giornaliero scolastico la scuola dovrà avvisare immediatamente i genitori che dovranno portare a casa il figlio e contattare il medico che deciderà se sottoporre o meno al tampone , nel frattempo, in attesa dei genitori il ragazzo rimarrà in un’area apposita con la presenza di un adulto munito di presidi di protezione adeguati. Se positivo,avendo iI Ministero istituito la figura del referente scolastico covid- 19,quest’ultimo dovrá fornire al Dipartimento di prevenzione della Asl di competenza l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti di riferimento del ragazzo che a ha contratto il Covid-19. Il protocollo di sicurezza del MIUR prevede che le scuole indichino con segnaletica opportuna i percorsi da fare fisicamente per evitare assembramenti. Il ragazzo non avrà più un vicino di banco ma sarà seduto nel suo banco monoposto , uno strumento ritenuto molto utile dal Ministero per consentire il distanziamento. Sì parla anche della pulizia dei locali scolastici: infatti è prevista una costante igienizzazione e una grande sanificazione. Le scuole di ogni ordine e grado saranno sempre pulite seguendo le indicazioni date dal Comitato tecnico scientifico con prodotti e igienizzanti , saponi e tutto ciò che è necessario per tutelare tutti i bambini e tutti i ragazzi , oltre che i docenti e tutto il resto del personale. E veniamo al punto che tra tutti, a me interessa maggiormente:l’utilizzo della mascherina. Il Comitato tecnico scientifico infatti , ammette che la mascherina può non essere indossata al banco quindi nelle situazioni statiche di scambio verticale. Sempre il Comitato tecnico scientifico prevede che non ci sia l’obbligo della mascherina per i bambini della scuola dell’infanzia e del nido, come anche per i bambini con disabilità se questa non è compatibile chiaramente con l’utilizzo della mascherina stessa. Ecco. Mi soffermo proprio sulla mascherina. La mascherina è il simbolo di quello che è accaduto e che tutti i giorni è sotto i nostri occhi: una tragedia immane. La mascherina è uno dei dispositivi basilari ed essenziali per la convivenza oggi (e lo sarà ancora per molto se non ci si atterrá alle regole salva vita). Il sorriso è ciò che segna il passaggio dalla culla alle interazioni sociali (primarie ed ‘arcaiche’) ma pur sempre fondamentali come primaria forma di comunicazione. Nelle prime settimane post nascita, e lo sperimento proprio ora con il mio secondogenito appena nato, il neonato mostra un sorriso chiamato endogeno che compare soprattutto nel sonno,in modo preciso: nella fase rem. Questo è la prima connessione che ci dichiara che il bimbo è in uno stato fisico di benessere generale. Dopo il sorriso endogeno il neonato mostra un altro sorriso ovvero quello generico che è sempre collegato al benessere psico fisico e relazionale. È arriviamo al sorriso sociale… che è ciò di cui vorrei parlare. Il sorriso sociale nasce verso il quarto mese di vita del bimbo ed è strettamente connesso con il sistema del piacere- gioia.
Questo sorriso è diretto a persone e ad oggetti con volontà da parte del bimbo. E quello che al quarto mese diventa selettivo perché il bambino sceglie a chi sorridere, al quinto mese è dichiaratamente indice di piacere. Vi è anche il sorriso per imitazione ma fermiamoci ai sorrisi sociali. Quello che il sorriso e anche
l’espressione del viso fanno, non è altro che regolazione emotiva e costruzione dei molteplici significati legati all’ambiente.
E così come avviene nel nido della diade, avviene anche a scuola. Perché? Perché quello che rinforza un bambino alla scuola dell’infanzia è l’approvazione della maestra con un sorriso di compiacimento o una smorfia di serietà. Le stesse situazioni che si ripropongono alla scuola primaria…
L’interazione bambino maestra/o è legata all’espressione facciale della maestra stessa. Ed infatti, come il bambino comprende come azionare il comportamento a seguito di una situazione grazie al sorriso o comunque all’espressione facciale della maestra, la maestra vive la stessa cosa con il bambino.
L’espressione del viso ed il sorriso sono il veicolo più veloce di orientamento del comportamento e della relazione.
Tutto questo non ci sarà da lunedì in classe.
Questo mi serve per dire ai genitori, agli adulti ed educatori che oltre allo smarrimento che genera la
situazione in sé, c’è da considerare anche questo grande gap a livello emotivo per tutti i bimbi e ragazzi. Non sarà facile… non sarà nemmeno così entusiasmante. Mettiamoci più spesso nei panni dei nostri ragazzi e anche degli insegnanti. Solo così facendo, considerando ogni variabile, capiremmo le difficoltà reali e pragmatiche del lavoro educativo. Perché la scuola non è sapere la matematica alla Archimede, la fisica alla Einstein e la letteratura alla Pirandello….Ma è sapere relazionarsi in un ambiente educativo e sano e soprattutto, a misura di scambio di abbraccio infantile e adolescenziale.