Installazione monumentale di Emilio Isgrò alla fermata “Stazione Fs” della metropolitana di Brescia
In occasione del ritorno a Brescia della Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, dopo due anni di restauro, l’artista siciliano ha realizzato un’opera site specific che ridisegna la sagoma del capolavoro antico usando le cancellature, tipiche del suo linguaggio espressivo.
Nel segno della Vittoria Alata.
Brescia propone una operazione artistica dal grande valore culturale, in occasione del ritorno di una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, dopo due anni di restauro.
Si tratta dell’opera che Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, ME, 1937) ha pensato per la parete nord della fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia, che si pone come nuova porta d’ingresso alla città, simbolo dell’accoglienza, inaugurata martedì 27 ottobre 2020.
L’artista siciliano ha realizzato _Incancellabile Vittoria_, una monumentale installazione di circa 200 mq, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati, il cui soggetto presenta la sagoma della Vittoria Alata che si eleva dalle cancellature tipiche della sua cifra espressiva più caratteristica, che hanno dato origine a uno dei più originali linguaggi dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra.
A Brescia, le due Vittorie diventeranno punti di attrazione e faranno da_ trait-d’union_ tra due templi della città: quello classico del _Capitolium_, all’interno del rinnovato sito museale archeologico di Brescia, e quello della stazione ferroviaria dell’alta velocità e della metropolitana, emblema della modernità.
_Incancellabile Vittoria_ sarà donata da Emilio Isgrò alla città, andando così ad arricchire il patrimonio artistico di Brescia, in linea con lo sviluppo dei progetti di arte contemporanea gestiti dalla Fondazione Brescia Musei per conto del Comune di Brescia, che hanno visto negli anni una collaborazione importante da parte del Gruppo Brescia Mobilità e della metropolitana, dove già sono presenti le installazioni di Marcello Maloberti e Patrick Tuttofuoco.
L’iniziativa, curata da Marco Bazzini, è promossa e sostenuta dalla Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, e dal Comune di Brescia, con il contributo di Brescia Mobilità e Metro Brescia, il coordinamento artistico dell’Archivio Emilio Isgrò, il supporto di The FabLab Milano e il sostegno del Fondo Romeda per l’arte contemporanea.
“L’opera di Emilio Isgrò rappresenta un omaggio alla nostra città e a uno dei suoi simboli più preziosi: la Vittoria Alata – dichiara il Sindaco Emilio del Bono – La grandiosa statua del I secolo, tornata a Brescia da pochi giorni, è infatti celebrata da questo lavoro che reinterpreta un soggetto dell’arte antica attraverso la sensibilità e le tecnologie dell’arte contemporanea. L’installazione accoglierà i passeggeri della metropolitana e rappresenterà un emblema della resilienza e della volontà di rinascere di tutti i bresciani. Non posso quindi che ringraziare di cuore il maestro Isgrò per aver raccolto il nostro invito e per averci fatto questo splendido dono”.
“Il potere suggestivo del grande bronzo romano – spiega Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei – è stato magistralmente colto da Emilio Isgrò nella grandiosa opera ad esso ispirata, in cui utilizza le parole del primo canto dell’Eneide per farne emergere la silhouette inconfondibile della statua, e nelle bellissime parole della lettera con cui l’artista ha accompagnato il suo generoso dono alla città dell’opera stessa, da lui intitolata, con sapiente utilizzo di parole evocative insieme della sua cifra artistica e dell’immagine fuori del tempo della statua, Incancellabile Vittoria. La Vittoria Alata è un’icona capace di riconnettere metaforicamente al presente la profondità storica di radici affondate nella grande civiltà antica e di indicare una prospettiva, nel segno di un costante richiamo a credere nella forza vincente di quei valori di bellezza, armonia, grazia e creatività che la Vittoria incarna e che io ritrovo anche oggi nel dna della mia città se penso in particolare alla sua grande capacità di accoglienza ed integrazione e alla sua creatività, che si traduce anche in spirito imprenditoriale. La comunità cittadina accoglie con gratitudine l’operazione, interpretando il dono quale segno di incoraggiamento nella direzione del lavoro sul patrimonio artistico che la Fondazione sta compiendo”.
“ll luogo di inserimento dell’opera – prosegue Francesca Bazoli – è una soglia di transito e dialogo con il resto del mondo, essendo la stessa collocata nell’asse di connessione con l’alta velocità ferroviaria, in un luogo iconico dell’architettura funzionale e dell’infrastruttura moderna che si pone in un rapporto di suggestivo parallelismo con il tempio romano”.
“Il nostro Gruppo – commenta Carlo Scarpa, Presidente di Brescia Mobilità – è molto soddisfatto di questa originalissima operazione che ha visto importanti istituzioni del nostro territorio collaborare per addivenire a un risultato di grande valore: nei giorni del ritorno a Brescia di una splendida e fondamentale opera del passato, una delle stazioni simbolo della nostra metro, esempio di modernità e innovazione, accoglie un’opera di arte contemporanea di enorme pregio.
Questo conferma la nostra vocazione per l’arte contemporanea che abbiamo voluto rafforzare in un momento difficile e complesso come quello che stiamo vivendo. Questo intervento offre un messaggio di fiducia verso il futuro, di voglia di fare e di speranza, tutti aspetti nei quali le aziende del nostro Gruppo credono e si riconoscono profondamente”.
“Le nostre stazioni – sottolinea Flavio Pasotti, Presidente di Metro Brescia – per ricchezza architettonica e tecnologica non sono semplici luoghi di passaggio e di attesa per andare altrove ma spazi vivi e vitali che accolgono, parlano e comunicano con i milioni di passeggeri che ogni anno le attraversano. L’arte contemporanea offre una chiave di lettura per questi luoghi, arricchisce il significato di un viaggio.
L’opera che il maestro Isgrò ha donato ai bresciani, magnifica e maestosa, si sposa perfettamente con l’architettura della stazione metro FS rendendo evidente ciò che essa rappresenta: la nuova, contemporanea Porta di Ingresso alla città. Per questo siamo profondamente grati al Maestro Isgrò, per essere stato in questa “invenzione” un artista e ancor più persona ricca di generosa umanità”.
La _silhouette_ della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’_Eneide_ di Publio Virgilio Marone, poeta classico che queste zone ha certamente frequentato per essere nato in ambito mantovano, non molto distante da Brescia, e autore del capolavoro letterario che racconta la fondazione di Roma, la sua grandezza e quella del suo impero di cui Brixia (l’antica Brescia) fu una delle città più importanti.
Le cancellature sono state operate in profondità, oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo è stato ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo.
“Cancellare parole e immagini per Isgrò – afferma Marco Bazzini – non ha mai voluto dire compiere né un atto nichilista né un gesto provocatorio, al contrario, vuol dire riportarle tutte a nuova vita. Nel tempo e in diverse forme la cancellatura ha acquisito oltre a una valenza concettuale anche un carattere pittorico, carattere che in questi ultimi anni si è manifestato con il ritrarre figure, quasi fossero dei pittogrammi, proprio come avviene in quest’occasione bresciana. Ma l’_Incancellabile Vittoria_ è soprattutto un grande inno alla vita e all’unità sociale, perché l’arte di Isgrò da sempre unisce la grande estetica alla grande etica”.
Così come nel 1826 il ritrovamento della statua bronzea, ben presto diventata il simbolo della città, aveva avuto il merito di compattare e rafforzare lo spirito di unità nazionale che si esplicitò durante i moti anti-austriaci del 1848, allo stesso modo, l’inaugurazione di questa opera vuole instillare un messaggio di forza per una coraggiosa ripartenza dopo il periodo complicato che si sta attraversando.
L’opera è stata realizzata utilizzando una tecnologia avanzata a controllo numerico (digitale) progettata da The FabLab, presso il Talent Garden di Milano; _Incancellabile Vittoria_ diventa così immagine della modernità, tanto quanto lo è la metropolitana di Brescia, costruita seguendo modalità che la pongono all’avanguardia dei trasporti in Europa.
“Ho accolto con slancio – dichiara Emilio Isgrò – l’invito che mi viene da una meravigliosa città risorgimentale che sento mia non meno che di tutti gli italiani e, oserei aggiungere, di tutti gli europei di buona volontà. Una città che prima ha dovuto schivare le bombe venute dal buio, e recentemente l’insidia del coronavirus, pagando un tributo rilevante di vite e di sangue”.
“Come già nel dopoguerra – prosegue Emilio Isgrò –, è su queste rovine che bisogna ricostruire, nel segno di una _Vittoria alata_ che viene da lontano e va lontano. Soprattutto con una consapevolezza: che il mondo è cambiato e cambia di continuo, e a noi tocca il compito di accompagnarlo con le nostre competenze e con quella cultura che è sempre stata e rimane il fondamento di ogni sviluppo economico e sociale. Non credo che io, come artista, possa essere indifferente a un discorso del genere, e appunto per questo ho deciso di donare alla città l’opera che realizzerò per la Metropolitana e che intitolerò Incancellabile Vittoria. Come segno di speranza e di fiducia, e soprattutto come tributo d’amore di un italiano ad altri italiani che lottano perché nessuno viva più inutilmente, e ancor più inutilmente muoia”.