Confcommercio Brescia: fiducia degli imprenditori è bassa, gli aiuti sono insufficienti

Si stima la chiusura di diciottomila imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel 2021, che porterebbe una riduzione di cinquantaquattromila occupati. Sono questi i dati che emergono dall’“Indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi – Analisi al 30 ottobre: dopo un trimestre di faticosa ripresa lo spettro di una ulteriore crisi per il nuovo lockdown prima del Natale”, commissionata da Confcommercio Brescia all’istituto di ricerca di Format Research e presentata questa mattina in conferenza stampa.

La profonda preoccupazione riguardante l’economia della provincia di Brescia è rappresentata dall’indice di fiducia degli stessi imprenditori, che si è più che dimezzato rispetto a settembre e si è ora attestato a valori simili a quelli del lockdown di aprile per quanto riguarda la previsione sull’andamento dei ricavi, mentre è addirittura inferiore per quanto riguarda la fiducia sull’andamento della propria impresa e sulla capacità di far fronte al fabbisogno finanziario.

“I dati – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti – mostrano l’estrema gravità della situazione in atto in questo momento. Quasi il 40% degli imprenditori valuta che questo nuovo lockdown potrebbe portare alla chiusura della propria attività e un altro 40% afferma che, in ogni caso, avrà effetti pesanti che graveranno sull’impresa nei prossimi anni”. L’evoluzione digitale è stata una dei pochi rimedi in grado di mitigare la crisi in atto, pur dovendo fronteggiare alcune difficoltà tipiche della nostra economia, come quella di non riuscire a reperire figure professionali con la preparazione richiesta. “L’indagine dimostra come le imprese siano finora riuscite ad affrontare la crisi economica anche grazie ad un percorso di innovazione e digitalizzazione, con crescite superiori al 200% per quanto riguarda l’attivazione di piattaforme e- commerce e di servizi come la consegna a domicilio. L’applicazione di queste nuove tecnologie non era programmata per più di tre aziende su cinque, ma gli imprenditori si sono attivati e le hanno implementate rapidamente, a dimostrazione della volontà di continuare a tenere in vita le proprie attività nonostante le enormi difficoltà e gli aiuti insufficienti forniti dalle Pubbliche amministrazioni” ha concluso il presidente Massoletti.