Curiosità sullo sviluppo del linguaggio dei nostri bimbi
Come si sviluppa il linguaggio dei bimbi? Quali sono le tappe? Come potenziare? Buona lettura…
Il DSM 5, ovvero il dizionario statistico e diagnostico dei disturbi mentali, inquadra i disturbi del linguaggio in una sottocategoria dei disturbi di comunicazione, che rappresentano i disturbi dello sviluppo più frequenti tra i 2 e i 6 anni di età. Disturbo del linguaggio comprende disturbi di ricezione del linguaggio, di espressione del linguaggio e misti del linguaggio. Analizzare spesso, soprattutto nei bambini piccoli, la comorbiditá avviene con altre sottocategorie dei disturbi di comunicazione ovvero: disturbo fonetico fonologico, disturbi della fluenza, o disturbi della comunicazione sociale e pragmatica. Ma cosa è il linguaggio? Il linguaggio non è altro che un sistema di segni e simboli convenzionali utile a comunicare qualcosa a qualcuno. È composto da quattro componenti ovvero: parte fonologica che comprende i suoni delle parole, parte lessicale che comprende le parole a tutti gli effetti, parte grammaticale che comprende l’insieme di più parole che formano una frase, e parte pragmatica che riguarda i significati della comunicazione che variano a seconda del contesto in cui sono inseriti.
Grazie allo studio della psicologia dello sviluppo, si è appreso che un bambino, acquisisce il linguaggio solo se:
1- Ha una funzione uditiva con parametri nella norma
2- È inserito in una comunità che parla una precisa lingua e lui stesso, è Esposto in modo diretto a quella lingua
3- Ha delle interazioni e relazioni sociali che sono significative
4- Capacità di elaborazione delle informazioni a livello del sistema nervoso centrale ovvero integrità delle regioni cerebrali deputate Al linguaggio cioè: area di Wernicke e area di Broca Spiegando velocemente le tappe dello sviluppo del linguaggio:
0-3 mesi: i neonati si impegnano in interazioni di tipo vocalizzante
4-6 mesi: compaiono le lallazioni ed il neonato vive quella che è chiamata intersoggettività empatica e quindi risponde allo Still Face negativo e positivo dei suoi caregiver .
6-9 mesi: è diventato un abile ascoltatore e riesce ad individuare in modo preciso la fonte del suono o del rumore
9-12 mesi: è il periodo dove i bambini imparano a capire in modo preciso come si chiamano. Accade infatti che quando vengono chiamati per nome, rispondono e sostengono lo sguardo di coloro che li ha chiamati
12-15 mesi: i bambini iniziano a ripetere le prime parole che non sono più un semplice accostamento di sillabe ma hanno un valore è un indicatore pragmatico rispetto a cosa vogliono indicare
15-18 mesi: vengono prodotte le prime parole- frasi e il linguaggio inizia ad arricchirsi sempre di più
18-36 mesi: c’è una grande espansione del vocabolario con le prime combinazioni di parole e dove compaiono, soprattutto dai 2 ai 3 anni i meccanismi di accordo tra soggetto verbo.
Esistono poi i parlatori tardivi ovvero quei bambini che iniziano a sviluppare il linguaggio più verso i 3 anni e non prima, in assenza di deficit uditivi, cognitivi e comunicativi relazionali ( dalla comunità scientifica vengono chiamati late talkers).
Quali sono i consigli pratici che posso dare per lo sviluppo del linguaggio del vostro bimbo?
Innanzitutto è fondamentale parlare al neonato, fin dai primi giorni di vita, utilizzando il linguaggio vero reale e concreto delle cose. Per esempio Mai dire brum brum al posto della macchina ma piuttosto utilizzare la parola auto o automobile. Altro consiglio è parlare al bambino muovendo la bocca in modo lento e pronunciando in modo chiaro le parole in modo da catturare la sua attenzione visiva sul movimento delle nostre labbra. Altro consiglio è mostrarsi sempre molto felici dopo aver pronunciato qualsiasi parola in interazione con il nostro bambino.
Questo perché il bambino, essendo una spugna emotiva, riesce a capire il nostro stato d’animo fin da subito ad ogni cosa che diciamo, facciamo, pronunciamo. Altra cosa importante e cercare di dare enfasi positiva e rinforzo positivo ad ogni sforzo comunicativo a partire sin Dalle prime settimane di vita del bambino.
Molti genitori che chiedono il mio consiglio, spesso sono preoccupati perché il loro piccolo non comunica ancora a livello di linguaggio concreto nonostante abbia quasi 3 anni. È vero che verso i 3 anni il bagaglio conoscitivo delle parole deve essere di un certo livello e quindi con un preciso numero di parole già conosciute e una stabile capacità di accostamento tra soggetto verbo e predicato. A volte si può parlare di vero e proprio disturbo del linguaggio, a volte è il bambino che tende a conoscere prima di aprirsi. La cosa fondamentale è sempre il parlare di quello che si fa descrivendo azioni descrivendo ciò che si vede e ciò che si sente a livello di percezioni e a livello di sensi. Altro consiglio è quello di cercare di tradurre in parole le richieste Poste a gesti del bambino e facendole poi lui ripetere. Altro strumento basilare per lo sviluppo del linguaggio, e non solo, è il gioco.
Attraverso il gioco Infatti il bambino può imparare parole e azioni che poi inserirà all’interno della sua giornata e delle sue routine. Altro strumento importantissimo è la lettura dei libri, delle filastrocche, delle storie con i nostri bambini. Concludendo, mi preme dire che una madre è sempre la prima ad avvertire se c’è qualcosa che non va. Pertanto è importante ascoltare le proprie sensazioni e affidarsi a specialisti del linguaggio in modo da poter prendere in tempo qualsiasi difficoltà del bambino.