Coldiretti: apertura impianti da sci permette sviluppo della montagna

La riapertura degli impianti nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma anche sull’intero indotto delle vacanze in montagna per un valore stimabile in circa un miliardo, dall’alloggio alla ristorazione, dagli agriturismi ai rifugi fino alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il via libera del Comitato Tecnico Scientifico alla possibilità di far ripartire gli impianti sciistici a partire dal 15 febbraio nelle Regioni in fascia gialla.

Anche la montagna bresciana è interessata: “Il lavoro degli operatori  di montagna – precisa Michele Tonini consigliere delegato Adamello sky –  ha come mission primaria la valorizzazione del territorio e delle sue tipicità, la riapertura degli impianti sciistici, nel pieno rispetto delle normative Covid – consente di rimettere in moto un’intera filiera che passa da alberghi, scuole sci, noleggi fino ad arrivare alla ristorazione con le malghe in quota e quindi alla valorizzazione dei prodotti locali”.

Proprio dal turismo invernale – precisa Luca Costa responsabile zona Vallecamonica di Coldiretti Brescia – dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento”. Con le presenze praticamente azzerate nel momento più importante della stagione, si guarda ora con fiducia – continua la Coldiretti – all’ultimo scorcio con la speranza che le aspettative non vengano vanificate dall’aumento dei contagi e dall’andamento climatico avverso. L’economia che ruota intorno al turismo invernale – conclude la Coldiretti – ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera.