Confcommercio: ecco i risultati dell’indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane di commercio, turismo e servizi

430 milioni di euro di valore aggiunto da gennaio alla prima settimana di aprile 2021: tanto sono costate e costeranno alle attività del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Brescia le chiusure imposte nella prima parte dell’anno. Questo è uno dei dati emersi durante la presentazione dell’“Indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi – Analisi al 28 febbraio: ad un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la situazione economica è critica e dalle prospettive incerte e preoccupanti”, commissionata da Confcommercio Brescia a Format Research.

La resilienza delle piccole imprese bresciane è stata fino ad ora encomiabile e la loro forza ha permesso la tenuta del nostro tessuto economico nel corso del 2020, come dimostrano le chiusure inferiori alle attese registrate finora. La volontà è quella di non arrendersi nonostante i pochi, e spesso in ritardo, aiuti messi in campo dalle Pubbliche Amministrazioni”, ha commentato il presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti.

La fiducia delle aziende riferita al mese di dicembre 2020 è diminuita drasticamente rispetto a settembre, anche perché le soluzioni messe in campo a livello economico dal Governo per fronteggiare l’emergenza sono state ritenute poco o per nulla efficaci per più di quattro imprese su cinque (e anche l’iniziativa del cashback è stata bocciata dall’86,4% degli intervistati), tanto che oltre il 70% degli imprenditori ha molte difficoltà a rispettare le scadenze fiscali ed i pagamenti ai fornitori.

Ancora più preoccupante è il dato delle imprese bresciane che vengono definite “zombie” dalla Banca d’Italia: oltre ottomila aziende che stanno utilizzando i ristori solo per rimanere a galla, ma non hanno realisticamente la possibilità di riprendere la normale attività lavorativa e con l’elevato rischio che stiano soltanto rimandando di qualche mese la chiusura.

Gli imprenditori del terziario stanno cercando di sopravvivere con le proprie possibilità, sia continuando ad innovare (+223% nell’implementazione dell’e-commerce e +256% per le consegne a domicilio da marzo 2020), ma anche prestando una maggiore attenzione al tema della sostenibilità, con oltre il 30% delle imprese che ci hanno investito nel corso dell’ultimo anno ed altrettante che lo faranno nel corso del 2021. “Il timore maggiore – ha concluso Massoletti – è che i piccoli imprenditori del terziario non riescano più a fronteggiare la crisi economica e l’incertezza, nonostante stiano lottando intensamente per rimanere sul mercato e garantire un futuro non solo alle proprie attività, ma soprattutto alle loro famiglie”.