Giornata api: clima pazzo e alveari in crisi anche a Brescia
Anomalie climatiche, fioriture in crisi e api affamate: l’apicoltura lombarda, che conta oltre 5 miliardi di esemplari, soffre gli effetti di questa primavera decisamente anomala. Oltre a stravolgere i ritmi delle colture del territorio e della gestione degli alveari, gli sbalzi termici degli ultimi mesi porteranno pesanti conseguenze anche sul fronte del raccolto di miele. Lo conferma Coldiretti Lombardia in occasione della giornata mondiale delle api, istituita dall’Onu, che si festeggia a livello planetario domani, giovedì 20 maggio.
Quest’anno – precisa Coldiretti – l’inverno bollente e la primavera segnata da ripetute gelate hanno creato gravi problemi agli alveari del Nord Italia, in quanto le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori. In alcuni casi, gli apicoltori sono anche costretti a intervenire con razioni d’emergenza, attraverso sciroppi a base di zucchero o lasciando alle api stesse parte del poco miele prodotto finora.
Le ripercussioni di questo clima pazzo non risparmiano il territorio bresciano: “la situazione, qui, non è delle migliori – commenta Edoardo Mombelli, apicoltore di Quinzano d’Oglio (BS) con arnie dislocate in diverse zone della provincia, dalla bassa alla montagna – prima l’arretramento delle fioriture dovuto alle gelate, ora le temperature basse, la pioggia e il vento, sono tra i fattori climatici più penalizzanti per il nostro settore. Potremo fare il punto sulla produzione di miele di acacia, per noi la più rilevante, solo tra una ventina di giorni, una volta completate le fioriture anche nelle zone collinari. Purtroppo, sappiamo già di essere di fronte a un’annata poco brillante”.
Le difficoltà delle api – continua Coldiretti – sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione. In media una singola ape visita circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un ruolo fondamentale, considerato che secondo la Fao dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni. Ma l’impollinazione operata dalle api – precisa Coldiretti – è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.
“I nostri territori vantano importanti tradizioni e identità anche nell’apicoltura – conclude Massimo Albano, direttore di Coldiretti Brescia -. Proprio per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, è opportuno verificare con attenzione l’origine in etichetta, oppure rivolgersi direttamente alle aziende agricole o acquistare miele nostri mercati e negli agriturismi del circuito Campagna Amica”.