Non volevo essere femminista: 23 e 24 giugno – Teatro Sant’Afra
Un spettacolo sul femminismo? Ma no, che noia, ancora?
In fondo “gli uomini sono fatti in un modo e le donne in un altro”: se ognuno rispetta il proprio ruolo tutto va liscio. Ma è proprio così?
Perché generazioni di italiani hanno studiato e ancora studiano su antologie o libri di storia dove le donne sono inesistenti, al massimo sono “mogli di”, ma incapaci di un pensiero autonomo e divergente? Perché generazioni di donne sono cresciute e crescono pensando che il loro valore sia direttamente dipendente dal gradimento maschile? E, soprattutto, perché le donne hanno sempre vissuto in una condizione di evidente svantaggio politico, economico, sociale, finanziario?
È a questi interrogativi che cerca una risposta l’attrice Anna Teotti nel suo monologo, un testo che di noioso non ha nulla, perché con leggerezza, grinta e ironia ripercorre il suo ruolo di donna.
Ma non solo. Lo spettacolo scopre anche le tracce di quelle donne che negli ultimi due secoli hanno lasciato un segno, che hanno dato la scossa perché qualcosa cambiasse nel rapporto tra i generi. La cronaca e l’attualità ci dimostrano che c’è una tendenza a frenare, a tornare indietro. La parità salariale è ancora lontanissima, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt’altro che garantiti.
È per questo che l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Brescia ha inserito “Non volevo essere femminista” come conclusione del lavoro svolto in questi dieci mesi sul tema del rispetto dei generi. Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Teatro Laboratorio di Brescia, per la regia di Sergio Mascherpa, è gratuito con prenotazione a segreteriaassessoremorelli@comune.brescia.it o sul sito del Comune di Brescia.
C’è ancora tanta strada da fare. E questa strada è necessario percorrerla ora, insieme, perché, come afferma Stella Pulpo “dobbiamo difendere i diritti umani ogni giorno, a ogni passo, di fronte a ogni affermazione demenziale, davanti a qualsiasi discriminazione, davanti a ogni manifestazione di ignoranza civile e umana. Il femminismo riguarda anche gli uomini, perché allarga i diritti e quindi ci rende tutti più liberi”. È una questione solo di diritti, se si accrescono i diritti la società diventa migliore, per tutti.
Certo, il femminismo infastidisce, chiede cambiamento, non rassicura. Ma, come afferma la protagonista, “io non volevo essere femminista, ma abbiamo bisogno del femminismo anche se non ci piace. Abbiamo bisogno delle donne, abbiamo bisogno di difendere i diritti in quanto tali perché essi sono tutti interdipendenti. Questa battaglia ci coinvolge tutti, ci interpella, ci include”.
L’appuntamento:
23 e 24 giugno – ore 21
Teatro Sant’Afra – Vicolo dell’Ortaglia 6 a Brescia