Olio: positivo il tavolo regionale per valorizzare il settore

Si è riunito il primo “tavolo regionale dedicato all’olio” promosso dall’Assessore regionale lombardo Fabio Rolfi per affrontare tematiche legate al settore dell’olio,  dalle difficoltà degli ultimi anni legati alle fitopatie all’importanza di trovare sistemi di valorizzazione e tutela del prodotto.

“Negli ultimi anni stiamo vivendo una situazione particolare – racconta Nadia Turelli olivicoltrice del lago d’Iseo e vicepresidente di Coldiretti Brescia – la produzione di olive oscilla a causa di fitopatie difficili da combattere e situazioni climatiche non sempre favorevoli. Oggi diventa fondamentale tutelare l’eccellente produzione che facciamo nella nostra provincia attraverso il consolidamento del rapporto con il consumatore finale che passa dallo sviluppo dell’oleoturismo, della sinergia con il mondo della  ristorazione e dalla valorizzazione del marchio DOP  che oggi significa garanzia e controllo della tipicità e della unicità dell’olio bresciano”.

La provincia di Brescia è ricca di olio, sono oltre 1200 gli ettari coltivati in provincia di cui 195 a biologico, un settore questo in via di sviluppo e di studio in particolare per quanto riguarda la lotta alla cimice: “attraverso il sostegno di Regione Lombardia – precisa Nadia Turelli di Coldiretti Brescia –  è iniziata una sperimentazione con l’Università di Torino per monitorare e trovare sistemi utili per contrastare il fenomeno dell’insetto. Lo studio viene fatto esclusivamente su oliveti convertiti a biologico che vengono controllati e testati ogni 10 giorni”.

Da sottolineare anche le misure attivate da Regione Lombardia per lo sviluppo e la promozione dell’olio d’oliva: “oggi è importante lavorare per far crescere l’attenzione verso questo settore – precisa in conclusione Silvano Zanelli olivicoltore e Presidente di AIPOL Brescia –  non solo dal punto di vista economico ma soprattutto per il valore e la tutela dell’ambiente e del territorio. È anche importante assistere e sostenere il lavoro degli olivicoltori sul territorio per migliorare ancora di più lo standard qualitativo dell’olio e dare la possibilità di recuperare oliveti abbandonati ma preziosi per la biodiversità del nostro Paese”.