Al via da mercoledì il progetto “Un vaccino per tutti”
Prenderà ufficialmente il via mercoledì 1° settembre il progetto “Un vaccino per tutti”, promosso da Confindustria Brescia con CGIL, CISL e UIL provinciali.
L’iniziativa, dopo la presentazione alla stampa dello scorso 3 agosto, è stata illustrata – nella Sala Beretta di Confindustria Brescia – anche ai partner di ALL-IN Brescia, progetto lanciato nel 2019 da Confindustria Brescia sul tema della convivenza multiculturale, quale condizione per favorire la crescita sostenibile del territorio. All’incontro – coordinato dalla giornalista Nunzia Vallini – hanno preso parte Roberto Zini (Vice presidente Confindustria Brescia con delega a Lavoro, Relazioni Industriali e Welfare), Filippo Schittone (Direttore Generale Confindustria Brescia), Massimo Chiappa (Direttore Medicus Mundi Italia) e i rappresentanti delle realtà aderenti a ALL-IN Brescia: Associazione Comuni Bresciani, Camera di Commercio di Brescia, Cgil Brescia, Cgil Vallecamonica, Cisl Brescia, Uil Brescia, Comune di Brescia, Diocesi di Brescia, Federmanager, Forum del 3° Settore, Giornale di Brescia, Provincia di Brescia, Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia, Università degli studi di Brescia e Università Cattolica di Brescia.
Roberto Zini ha delineato la genesi, le finalità e gli strumenti di “Un vaccino per tutti”, con interventi anche di Francesco Bertoli e Gabriele Calzaferri (CGIL Brescia e Vallecamonica), Paolo Reboni (CISL) e Mario Bailo (UIL), quali promotori del Progetto. Ha portato il suo contributo anche Massimo Chiappa, Direttore di Medicus Mundi Italia, organizzazione designata congiuntamente dalle parti per la raccolta e gestione fondi del Progetto, con un focus sulla realtà del Mozambico, paese di possibile destinazione degli interventi.
E’ poi intervenuto in collegamento il prof. Maurizio Mori (Ordinario di Filosofia Morale e Bioetica all’ Università degli Studi di Torino, Membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, Presidente della Consulta di Bioetica Onlus), che ha espresso il suo personale apprezzamento per l’iniziativa, unica nel suo genere e di grande lungimiranza. Il suo intervento si è focalizzato sull’importanza dell’impegno per la diffusione dei vaccini nei Paesi a risorse limitate.
Il progetto “Un vaccino per tutti” ha l’obiettivo di concorrere alla diffusione globale degli interventi vaccinali anti-Covid19 nei Paesi economicamente più fragili del mondo, anche per evitare che l’insorgenza di nuove varianti possa depotenziare i benefici della vaccinazione negli Stati che oggi sono riusciti a contenere la pandemia.
Possono aderire le aziende associate a Confindustria Brescia e i loro dipendenti, i partners del già citato Progetto ALL-IN Brescia, ma anche aziende non associate, enti e istituzioni che ne facciano richiesta, nonchè qualsivoglia persona fisica o giuridica che desideri contribuire economicamente condividendo le finalità del progetto.
L’iniziativa prevede una raccolta fondi, che parte da un contributo straordinario per l’avvio del Progetto da parte di Confindustria Brescia, CGIL Brescia e Vallecamonica, CISL e UIL, in qualità di soggetti promotori.
Si attiverà poi un meccanismo solidale tra aziende e lavoratori sul nostro territorio, nelle seguenti modalità, anche alternative tra loro:
un contributo forfettario di 20 euro a carico azienda, per ogni dipendente che abbia concluso il ciclo vaccinale;
un importo pari alla retribuzione di un’ora di lavoro devoluto dal dipendente su base volontaria, cui si aggiungerà un contributo di importo equivalente a carico dell’azienda;
un’erogazione liberale di azienda e lavoratore di importo complessivo pari al 150% del valore di ferie/permessi maturati (fino a un massimo di 8 ore), a cui ogni dipendente potrà scegliere di rinunciare.
I fondi raccolti verranno quindi versati su un conto corrente bancario dedicato, dove confluiranno anche le donazioni a sostegno del progetto che perverranno da persone, società, enti, istituzioni, associazioni o quant’altri, bresciani e non.
Il progetto guarda tuttavia con attenzione anche alla realtà locale, incentivando l’adesione alla campagna vaccinale tra le persone che lavorano nelle aziende e i loro familiari. A tal fine ai lavoratori che concludano il ciclo vaccinale sarà concessa un’ora di permesso retribuito da utilizzare per l’assistenza ai familiari che si vaccinano.