Apindustria Confapi Brescia, acciaio: “Quote di importazione esaurite. A rischio la ripresa di migliaia di imprese”
Le quote all’import di prodotti siderurgici imposte dall’Europa mettono in ginocchio la ripresa delle filiere della distribuzione, della lavorazione e degli utilizzatori finali di acciaio, ostacolando il soddisfacimento di una domanda nel complesso vivace.
Un allarme che Apindustria Confapi Brescia, così come Confapi a livello nazionale, avevano lanciato con determinazione sino da prima che la Commissione europea predisponesse il rinnovo del regolamento di Salvaguardia fino al 2024, avvertendo delle drammatiche ripercussioni che avrebbe generato.
A quasi un mese dalla scadenza del terzo trimestre sono giΓ state raggiunte – o sono prossime al farlo – le quote di importazione previste per il periodo. Una condizione che sta coinvolgendo tutte le categorie di prodotti siderurgici: acciaio inox e acciaio al carbonio, prodotti lunghi e piani, con le relative catene del valore (vedasi in allegato la tabella di tutti i prodotti coinvolti realizzata da T-Commodity su rielaborazione di Apindustria Confapi Brescia).
Sono altissimi gli stock di acciaio fermi nei principali scali siderurgici nazionali, sdoganabili solamente attraverso il pagamento del dazio previsto per ciascuna categoria produttiva. Una seria criticitΓ destinata a generare effetti ancora piΓΉ gravi sulla distanza: la quantitΓ di materiale giΓ fermo nei porti Γ¨ tale da poter esaurire in poche ore i limiti anche del quarto trimestre che si attiverΓ il 1Β° ottobre. Inoltre le quotazioni saranno con ogni probabilitΓ destinate ad aumentare ulteriormente, infiammando un trend eccezionalmente rialzista iniziato giΓ alla fine del 2020. Una condizione che apre le porte ad un quarto trimestre dai connotati drammatici per intere filiere portanti del nostro sistema nazionale, costrette a scegliere di non evadere ordini, oppure di produrre beni con quotazioni che il mercato a valle potrebbe assimilare con estreme difficoltΓ .
Β«Il sistema industriale nazionale Γ¨ completo e variegato e garantisce l’occupazione a decine di migliaia di lavoratori – commenta il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua -. Γ inaccettabile la miopia manifestata da questo regolamento volto a proteggere la parte piΓΉ alta della catena del valore dell’acciaio, a discapito dei clienti diretti o indiretti (trasformatori e utilizzatori). CiΓ² mette a repentaglio la ripresa delle aziende, vitale dopo lo shock pandemico del 2020. Ribadendo la nostra totale contrarietΓ al Regolamento di Sorveglianza, mi associo alla posizione del presidente Confapi Maurizio Casasco espressa nelle scorse ore e al suo invito alla pragmaticitΓ e alla rapiditΓ nella ricerca di una soluzione. Auspichiamo che il sistema di quote per Paese e trimestrale venga abolito almeno in favore di un limite aggregato complessivo, sia in termini temporali che geografici. CiΓ² potrebbe fornire nell’immediato ossigeno alle imprese, mettendole al riparo dal rischio di essere tagliate fuori dal mercatoΒ».
Β«Il regime di grave carenza a cui si sta assistendo nel comparto dell’acciaio nasce inizialmente come diretta conseguenza dell’esplosione dei consumi derivante dagli oltre 32 mila miliardi di dollari in stimoli fiscali e monetari che sono stati implementati a livello mondiale per compensare gli effetti recessivi sull’economia delle politiche di contenimento della pandemia – commenta Gianclaudio Torlizzi, Managing Director T-Commodity e consulente di Apindustria Confapi Brescia -. Dall’altro lato, tuttavia, Γ¨ altrettanto indubbio come le misure di salvaguardia imposte da Bruxelles abbiano contribuito ad aggravare notevolmente la dinamica che rischia ora di stroncare l’accelerazione dell’economia in atto. Le quote all’import rappresentano un’autentica distorsione di mercato che deve essere corretta immediatamente. La situazione, tra l’altro, non potrΓ che peggiorare nel momento in cui gli Stati Uniti apriranno i canali di importazione con la UEΒ».