Franciacorta, il futuro per un turismo (già ora) sostenibile

La vera partita comincia adesso. Dopo un 2020 caratterizzato dalla pandemia, dal lockdown e da perdite molto elevate per il turismo, il 2021 ha segnato una ripresa, ma anche una svolta, che ha modificato usi e modalità. Un turismo sempre più “local” ha preso piede non solo per contingenze e limitazioni legate alla mobilità, ma per una rinnovata inclinazione verso la riscoperta di borghi, luoghi naturali, percorsi ciclo-pedonali e attività all’aperto con i sempre più presenti amici animali.

L’Italia è in testa tra le mete preferite dagli italiani, ma non solo. Anche per via di un mercato turistico che ha penalizzato per quasi due anni i viaggi all’estero, ora sta raccogliendo e attraendo sempre di più per una nuova ritrovata voglia di riscoprire i luoghi nostrani. Sempre più diffusa è la concezione di un turismo eco-sostenibile, fatto di itinerari a piedi o in bicicletta, da cui partire e arrivare magari con il treno e, di certo, da una nuova visione, che coniuga bellezza, natura, cibo, cultura e relax. Un mix di ingredienti che fa del nostro Bel Paese la meta più adatta per coglierne tutte le occasioni.

Visitatori al Convento dell’Annunciata di Rovato

Nel mondo del turismo si stanno sempre più diffondendo siti, agenzie, gruppi che offrono servizi per strutture ricettive, agenzie di viaggio e tour operator che vogliano impegnarsi nella salvaguardia dell’ambiente e rivolgersi a un segmento di clienti in costante crescita: i viaggiatori “green” e il turismo sostenibile. Fu l’Organizzazione Mondiale del Turismo a definire il principio di turismo sostenibile, nel 1988. Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.

La particolare inclinazione e conformazione della Franciacorta le sta permettendo di ritagliarsi in questo quadro uno spazio sempre più importante nel panorama del turismo locale e nazionale sostenibile, puntando contestualmente ad attrarre a livello internazionale un turismo non certamente di massa, ma non per forza esclusivo, potendo contare sullo sviluppo al tempo stesso dei servizi ricettivi in un contesto culturale in continua evoluzione. Lo sviluppo del turismo sostenibile già oggi permette di conservare la vocazione e valorizzare la bellezza di un territorio perché duri nel tempo, senza essere colpito da un turismo intensivo, magari redditizio, ma che vive e fagocita nel breve termine.

La Big Bench di Rovato

Pensiamo al recente fenomeno delle installazioni delle panchine giganti che stanno cambiando la prospettiva sul paesaggio e della sua fruizione, muovendo nuovi visitatori e spingendoli in luoghi di squisita – e magari sconosciuta fino ad allora bellezza – e ammirare e fruire di un panorama, provando l’esperienza di tornare bambini sedendocisi sopra. La ”Big Bench” di Rovato è un esempio. Una panchina blu posizionata ai piedi del Monte Orfano, l’installazione, come tutte le altre panchine (solo in Italia circa 200), è stata realizzata nell’ambito del progetto “Big Bench Community Project” (BBCP) dell’artista e designer americano Chris Bangle. Simpatica, intuitiva e vincente l’idea lanciata per crearne un passaporto che permetta a chi le visita di scoprire e timbrare il proprio viaggio. (Info per la comunità delle panchine giganti su:https://bigbenchcommunityproject.org/)

Certo, la sfida si giocherà sempre più anche sull’innalzamento dei servizi e degli standard qualitativi delle strutture ricettive per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita tra i paesi e le principali località europee. La sfida sarà giocata non solo su questo e verrà vinta, se si fonderà inoltre sulla tipicità tutta italiana dell’ospitalità familiare e di una rete di servizi e opportunità aggiuntive. Su questa strada il futuro per un turismo sostenibile (già ora) è segnato e sono gli stessi fruitori a richiederlo: turisti sempre più responsabili cercano una “certificazione” al proprio approccio ad una vacanza di questo tipo.

Va in questa direzione la recente proposta della nascita del distretto del cibo, promossa recentemente dall’Associazione dei Comuni aderenti a “Terra della Franciacorta” che ha dato avvio al percorso di riconoscimento del “Distretto del cibo della Franciacorta” presso Regione Lombardia. Un’iniziativa strategica indirizzata a promuovere nuove reti tra le imprese agricole, alimentari e turistiche del territorio. Come indica Regione Lombardia, “i distretti sono sistemi produttivi caratterizzati da interdipendenze delle imprese agricole e agroalimentari e possono rappresentare un’opportunità di sviluppo per produzioni certificate e tutelate. Rappresentano una forma di aggregazione e di promozione dell’attività del territorio”. Nello specifico, il “Distretto del cibo della Franciacorta” vuole offrire agli imprenditori agricoli e non agricoli la possibilità di disporre di uno strumento di rappresentanza capace di dialogare con attori pubblici e privati, avviare partenariati strategici e attrarre fondi pubblici e privati per valorizzare l’economia locale. Ne potranno derivare azioni e opportunità di finanziamento tra pubblico e privato all’interno di una strategia condivisa e sostenibile per il medio-lungo termine con chance di sviluppo per piccole imprese locali di artigianato, commercianti, che potranno cogliere nel turismo sostenibile, così come nelle iniziative culturali e di promozione di “Bergamo Brescia Capitale della Cultura” nel 2023, nuove opportunità.

Il presidente di Terra della Franciacorta, ente promotore del Distretto del cibo

La Franciacorta non è sola, ma non può fare tutto da sola: i Comuni che la compongono e vi partecipano stanno portando avanti azioni, investimenti, idee in consorzi e associazioni, come questa sopra citata. Questa importante porzione di territorio tra la provincia di Bergamo e di Brescia ha subito negli anni uno sviluppo urbano importante, ha un elevato flusso di traffico su gomma ed una qualità dell’aria non eccelsa, oltre ad avere una rete ferroviaria regionale non in grado di attrarre su di sé flussi importanti di turismo. Infine, i grandi centri commerciali ed i nuovi centri d’intrattenimento che si sono insediati ne aumentano la congestione. Ecco perché investire nel territorio, per migliorare, valorizzare e proteggere l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio culturale in chiave sostenibile e che devono coinvolgere tutti gli attori in gioco per far leva e sostenere un percorso virtuoso per un’economia e un turismo capace di farsi risorsa concreta per il futuro. Sono coordinate imprenscindibili per il turismo di domani. Lo chiedono già oggi turisti e viaggiatori attraverso scelte etiche sempre più sostenibili.