Stop alle guerra e alle speculazioni: continua la protesta degli agricoltori bresciani
Ad aggravare la crisi, il nuovo boom di energia, gasolio, mangimi, concimi e prodotti per l’imballaggio
Sempre più imprenditori agricoli negli ultimi mesi vivono situazioni di grossa difficoltà a causa dei rincari energetici, aggravati dalla guerra in Ucraina, che hanno provocato un aumento record dei costi di gasolio, concimi, mangimi e materiali per l’imballaggio che mettono a rischio il futuro delle eccellenze agricole italiane.
E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti diffusa in occasione della protesta, che si è svolta ieri mercoledì 2 marzo, contro il conflitto a sostegno dei colloqui di pace organizzata dai giovani e dalle imprenditrici agricole all’inaugurazione di Fieragricola a Verona. Il problema vero è il costo dell’energia che è esploso ed ha colpito tutte le attività produttive, dal gasolio per il trattore necessario alle semine al riscaldamento delle serre fino al prezzo dei concimi per garantire fertilità ed aumentare la produzione che è balzato del 170%.
Ne è testimone Vittoria Urgnani, giovane imprenditrice florovivaistica di Rovato: “l’impatto dell’aumento dei prezzi ha portato un grande disagio anche nella mia attività: il terriccio per la coltivazione è aumentato del 10%, i contenitori di plastica per colture e vasetteria segnano un 35 % in crescita, il concime è raddoppiato, la bollette corrente ha subito un incremento spaventoso del 145%, gasolio per i mezzi agricoli e trasporti in aumento. Per fortuna abbiamo un impianto a biomassa per il riscaldamento delle serre e almeno in questo siamo autosufficienti, la situazione è veramente insostenibile perché dietro ogni azienda c’è anche – e soprattutto – una famiglia”.
Un fenomeno ulteriormente peggiorato dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra, con gli agricoltori costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione: “a partire dallo scorso semestre – interviene Alberto Lussignoli giovane imprenditore cerealicolo di Ghedi – abbiamo assistito ad un impennata improvvisa dei costi legati ai concimi, in particolar modo quelli azotat, indispensabili per l’avvio della campagna di semina del mais, che sono raddoppiati. Anche la reperibilità del prodotto è incerta, i fornitori non garantiscono ne disponibilità ne tempi di consegna sicuri, i magazzini sono vuoti e i trasporti sono incerti a causa degli aumenti del gasolio. È necessario puntare su forme diverse di nutrimento del terreno come la fertirrigazione che permette di intervenire solo in caso di reale necessità”.
Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas e la scelta di Putin di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei fertilizzanti, con rincari fino al 170%. Né sono stati risparmiati gli altri costi di produzione – continua la Coldiretti – come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Con il paradosso che molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono. Per non parlare dell’emergenza siccità che costringerà quest’anno ad aumentare il ricorso all’irrigazione con i costi energetici alle stelle.
“È importante far sentire la nostra voce tutti assieme – conclude Davide Lazzari delegato giovani impresa Brescia e imprenditore vitivinicolo di Capriano del Colle – ora, oltre ai precedenti rincari sulle materie prime, la guerra getta ulteriori ombre sul futuro dei nostri giovani agricoltori, aggravando le speculazioni già in atto. La speranza di far vivere un futuro ai giovani ucraini si lega a doppio filo alla speranza dei nostri giovani agricoltori di continuare a vivere i propri sogni. Per questo siamo vicini a loro, agli agricoltori e all’intero popolo ucraino, perché la guerra non spezzi i sogni e il futuro di nessuno, mai più!”