Benzina, Coldiretti Brescia: da fiori a ortaggi in serra le filiere in ginocchio

Il caro carburanti ferma i trattori nelle campagne e  spegne le serre di fiori e ortaggi con l’esplosione dei costi energetici che rappresentano la voce principale dell’attività produttiva. E’ quanto afferma Coldiretti Brescia in riferimento al balzo dei prezzi di benzina e gasolio spinti dalla corsa delle quotazioni record dell’oro nero. “Gli imprenditori agricoli – spiega Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori in campagna senza dimenticare i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori, un settore che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo locale”.

Ne è testimone Fausto Dester florovivaista e presidente dell’associazione florovivaisti di Brescia: “dopo i primi mesi invernali molto difficili a causa degli aumenti di gasolio, metano ed energia elettrica, la situazione adesso sta peggiorando. Le serre sono piene di piante appena invasate, in fase di finitura per essere poi vendute in primavera come gerani, ortensie e aromatiche”. Stiamo parlando di  numeri importanti  – precisa Coldiretti Brescia  – per la sola provincia qualche milione di piante con dei costi triplicati rispetto ad una stagione normale e alla previsione e inizio stagione: “i conti economici saltano – aggiunge Dester – perché al gasolio si aggiunge anche il rincaro di vasi, terriccio, trasporti e concimi che vedono un aumento insensato di oltre il 170%. Arriveremo comunque alla fine della stagione ma non credo che riusciremo a vedere nemmeno un pareggio di bilancio”.

In un Paese come l’Italia dove peraltro secondo la Coldiretti l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. Le imprese italiane devono infatti affrontare un pesante l deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).

Il risultato è che la filiera agroalimentare complessivamente assorbe da sola il 10% dei consumi energetici in Italia per un totale di 13,3 Mtep ed in particolare nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e trasporti mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep) mentre il comparto alimentare richiede invece – conclude la Coldiretti – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).