Siccità, mancano 3 mld metri cubi d’acqua
Per l’assenza di pioggia e neve in Lombardia mancano all’appello quasi 3 miliardi di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al 56,8% in meno rispetto al quantitativo medio delle riserve idriche. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti regionale sulla base dei dati Arpa Lombardia, nel sottolineare che quello che si sta per concludere sarà ricordato come l’inverno più mite e secco degli ultimi 30 anni.
“Una situazione che mette in serio pericolo le produzioni nelle campagne dove le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto – sottolinea Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia – iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma la preoccupazione è anche per le ormai prossime semine del mais necessario per l’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso, dove sarà possibile, e le lavorazioni saranno più complicate con i terreni aridi e duri”.
Il fiume Po in secca al Ponte della Becca – precisa Coldiretti Brescia – è sceso a -3,23 metri, più basso che a Ferragosto. Ciò è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al Nord come d’estate, ma anomalie si vedono anche nei laghi del territorio: il riempimento del lago d’Iseo è pari al 6,4% mentre la disponibilità di acqua del lago d’Idro è del 29,4%.
Un quadro che conferma come la siccità sia diventata anche in provincia di Brescia una calamità che sta mettendo sempre più a rischio i raccolti. In questo scenario – continua Coldiretti Brescia – vanno rivisti i termini per l’applicazione del deflusso ecologico che si vuole introdurre in Lombardia. Pensato per raggiungere gli obiettivi ambientali stabiliti nelle direttive europee – precisa Coldiretti – così come è stato definito non tiene in dovuta considerazione i cambiamenti climatici, con gli effetti della tendenza alla tropicalizzazione che si stanno verificando sui nostri territori.
Se venisse applicato senza gli opportuni aggiustamenti – continua Coldiretti Brescia – rischierebbe di compromettere il regolare lavoro nelle campagne, con conseguenze negative sia sulla produzione di cibo sia sugli stessi risultati che si prefigge di ottenere. Nei campi, infatti, l’acqua viene in parte utilizzata per le colture agricole per poi essere restituita alle falde, preservando così la salute dei terreni. Senza considerare che la presenza della risorsa idrica nella rete di fossi e canali di cui la Lombardia è ricca contribuisce al mantenimento di habitat ecologici custodi di biodiversità.
“Il Covid e l’attuale guerra in Ucraina stanno evidenziando la centralità del cibo e della sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza, soprattutto in un Paese deficitario come l’Italia – aggiunge Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia -. Bisogna quindi agire su tutti i fronti possibili per evitare un’ulteriore contrazione della produttività agricola lombarda. Ci auguriamo che l’attuale discussione in corso sull’imminente applicazione del nuovo deflusso ecologico tenga in dovuta considerazione l’impatto dei cambiamenti climatici e di uno scenario internazionale profondamente mutato rispetto a quello di poco tempo fa”.
Senza acqua – conclude Coldiretti Brescia – non solo non ci può essere produzione di cibo, ma si va incontro all’abbandono delle campagne con impatti negativi a livello paesaggistico, di presidio del territorio e di prevenzione contro fenomeni di dissesto.