Isgrò cancella Brixia. Brescia ospita il nuovo e monumentale progetto dell’artista
Fino all’8 gennaio 2023, Isgrò cancella Brixia, questo il titolo dell’intera iniziativa, curata da Marco Bazzini, prodotta da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia in collaborazione con Archivio Emilio Isgrò, Arte Sella, CTB Centro Teatrale Bresciano e Gruppo Brescia Mobilità, coinvolge i più importanti luoghi di Brescia, come il Parco archeologico di Brescia romana (il più vasto del Nord Italia), il Museo di Santa Giulia con il Chiostro rinascimentale e gli spazi espositivi del museo, il Capitolium, il Teatro Romano e la stazione della metropolitana FS, ponendo in dialogo l’archeologia e l’arte contemporanea, la storia e il presente, la cultura classica e la sua persistenza nel nostro tempo.
Il percorso espositivo copre idealmente lo spazio monumentale interessato dal “Corridoio Unesco”, un progetto che sarà completato nel periodo di apertura della mostra e che prevede la realizzazione di un unico maestoso itinerario di visita, che si snoda all’interno dagli spazi di Brixia. Parco archeologico di Brescia romana fino al Museo di Santa Giulia.
La rassegna prende avvio dalla sala centrale del Capitolium, un vero e proprio museo epigrafico che ospita Le api di Virgilio l’opera digitale più grande mai realizzata da Isgrò. Una moltitudine di api in volo cancellano le iscrizioni presenti sulle epigrafi romane collocate sulla parete: una spettacolare installazione, realizzata con le più avveniristiche tecniche digitali di videomapping, realizzate da DrawLight Me Young Immersive Studio, dove la cancellatura si manifesta nella vivacità delle immagini in movimento. Le api, simbolo di socialità e di operosità, oltre a coprire le epigrafi, compongono anche nuove suggestive parole, così da evocare una differente temporalità tra i vocaboli antichi e quelli propri della contemporaneità. Lo spettatore immerso in questo ambiente rimarrà sorpreso, come Enea di fronte all’improvvisa apparizione delle anime che, come uno sciame di api, si aggiravano nella valle del mitologico fiume Lete, nell’episodio raccontato da Virgilio nel Libro VI dell’Eneide.
Il complesso del Museo di Santa Giulia ospita altri tre episodi del progetto espositivo. Nell’incanto del Chiostro rinascimentale s’incontra, disposto sul prato, L’armonium delle allodole impazzite, un enigmatico e monumentale strumento musicale, sul cui perimetro corre una sequenza di tasti di pianoforte. Nel silenzio del luogo risuona l’aria della Casta diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, una delle opere più potenti della tradizione lirica italiana, ambientata nelle Gallie romane.
Le sale espositive del Museo di Santa Giulia ospitano un inedito ciclo di dipinti dal titolo Brixia come Atene. Tredici grandi tele (realizzate a partire dal 2013) dove le pagine illustrate di un libro sulla vita quotidiana di un’antica polis greca sono state cancellate in bianco e la scultura di un discobolo coperto dalle formiche, altro suo topos particolarmente riconoscibile. In queste opere, Isgrò riconduce la cancellatura a una piena pratica pittorica, e non più soltanto concettuale, recuperando una modalità operativa da lui sperimentata a partire dai primi anni ottanta e dando vita a una delle numerose variazioni che nel tempo ha assunto la cancellatura. Al centro del percorso una scultura, Il discobolo (2022), che si presenta cancellata da formiche, ma riconoscibile per la sua tipica postura e per quel disco lanciato, insieme alla mano e a una parte dell’avanbraccio, in altra parte dell’esposizione.
Presso la stazione della metropolitana FS, in occasione del ritorno a Brescia della Vittoria Alata e in collaborazione con Gruppo Brescia Mobilità, l’artista ha realizzato nell’ottobre 2020 Incancellabile Vittoria, una monumentale installazione site-specific di circa 200 mq e composta da 205 pannelli in fibrocemento fresati, che ridisegna la sagoma del capolavoro antico usando le cancellature.
I grandi temi dell’antico e del contemporaneo sono anche l’occasione per riproporre il teatro di questo multiforme artista che, nei primi anni ottanta, segnò un passaggio importante nella drammaturgia contemporanea con la trilogia dell’Orestea andata in scena sulle rovine del terremoto di Gibellina vecchia.
Il Teatro Romano, altro affascinante luogo del percorso archeologico dell’antica Brixia, ospita Didone Adonàis Dòmine, uno dei drammi scritti da Isgrò, prodotto da Fondazione Brescia Musei e da Centro Teatrale Bresciano, con protagonista l’attrice Sandra Toffolatti insieme a Elena Antonello, Giacomo Mangiola e Gianluca Pantaleo e con la regia di Giorgio Sangati. Il testo, scritto nel 1983 è stato messo in scena nell’agosto 1986 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel Teatro Mandanici. Venerdì 24 giugno; venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 luglio, alle ore 21.45