Gli artigiani bresciani e i social quanto e come li utilizzano?
Quanti sono gli artigiani che utilizzano per la loro impresa i social media? E in che modo? Per capire qual è l’approccio del mondo artigiano ai social, che negli ultimi 5 anni, e in particolare nel periodo del lockdown, hanno rivoluzionato le modalità di acquisto degli italiani, l’Associazione Artigiani di Brescia ha deciso, attraverso il proprio Centro Studi Lino A.Poisa di avviare un’indagine conoscitiva tra i soci. I risultati sono molto interessanti, “anche perché l’indagine – spiega il presidente dell’Associazione Artigiani Bortolo Agliardi – è stata fatta su 500 imprese artigiane nostre associate, quindi su un campione che offre uno spaccato reale della situazione”.
Se gli italiani hanno cambiato in questi anni le loro abitudini di acquisto, come si è mosso il comparto artigiano? “Anche gli artigiani – prosegue il presidente – hanno capito le potenzialità di un mezzo che permette di ampliare il numero di clienti in tutto il mondo e offre alcuni innegabili vantaggi, come la stima immediata dell’andamento delle vendite di beni o servizi e la misurabilità del loro gradimento”.
In questi anni le imprese artigiane hanno iniziato un percorso di comunicazione con i loro clienti non solo fisicamente ma anche in modalità virtuale. “Sono in particolare i giovani imprenditori artigiani illustra Enrico Mattinzoli, Coordinatore del Centro Studi – che hanno aperto la strada a un nuovo modo di proporsi sul mercato. Le nuove generazioni subentrate nell’azienda paterna, anche grazie a maggiore competenza e conoscenza della tecnica dei social, hanno saputo cogliere le grandi opportunità che offre la rete. Dall’indagine emerge infatti che il maggior utilizzo si riscontra in quelle aziende dove il titolare è nella fascia d’età 25-45 anni”.
Confrontando i dati con quelli di una indagine precedente emerge che sì, vi è una reale maggiore attenzione verso i social media, ma purtroppo, precisa Mattinzoli, “il processo di digitalizzazione delle imprese italiane resta ancora molto lento rispetto alla media europea, in particolare nelle piccole imprese, impedendo di fatto di beneficiare a pieno delle enormi potenzialità che il commercio elettronico offre. L’Italia infatti è al ventiquattresimo posto sui 27 Paesi Ue e solo il 10% delle Pmi italiane possiede un e-commerce attivo contro la media europea del 17%”.
Per quanto riguarda l’e-commerce solo il 6% delle aziende artigiane bresciane – nel settore alimentare, tessile, editoria, meccanica – intervistate ha attivato la vendita online. “Di contro – prosegue Mattinzoli – emerge che le imprese artigiane bresciane risultano nella maggioranza dei casi sempre più dinamiche e attive circa l’utilizzo dei social nell’attività d’impresa”. L’indagine evidenzia come il sito internet sia utilizzato dal 65% degli intervistati, Facebook dal 45%, Instagram dal 26, Linkedin dal 16% e Twitter dal 3%. Inoltre l’84% degli intervistati dichiara di utilizzare regolarmente Whatsapp anche per l’attività. Sui social media risultano più attivi questi settori: meccanica 37,60%, editoria 37%, alimentare 36,20% e tessile 34%, ambiti che peraltro hanno attivato, anche se in modalità ridotta, l’e-commerce.
“Lo spazio di crescita nella conoscenza e l’utilizzo di questi strumenti è molto ampio nel nostro settore – conclude Bortolo Agliardi -. Sappiamo quali sono le potenzialità dei social, che ci permettono di aumentare sia la visibilità che l’operatività senza confini, a livello globale. L’epidemia ci ha portato a provare nuove forme di comunicazione e lavoro, come i webinar o lo smartworking, e ora non si torna più indietro, perché abbiamo potuto sperimentare come queste modalità ci facciano risparmiare tempo e risorse. L’’innovazione tecnologica è necessaria e anzi sarà una possibilità in più per aprire le porte del nostro mondo ai giovani, che hanno una profonda conoscenza del digitale, e per avviare un dialogo tra generazioni diverse”.