BRESCIA, a marzo le sofferenze nell’industria si attestano a 112 milioni di euro, ai minimi storici

A marzo 2022, le sofferenze nell’industria rilevate in provincia di Brescia, pari a 112 milioni di euro, si attestano ai minimi storici e riguardano lo 0,9% del totale dei prestiti (rispetto all’1,0% a fine 2021); in Lombardia (1,5%) e in Italia (2,0%) l’incidenza dei “Non Performing Loans” (NPL) rimane invariata rispetto al periodo precedente.

A evidenziarlo è la quattordicesima edizione del Booklet Economia, documento realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – disponibile in formato digitale – e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 29 luglio, oltre a una specifica sezione sugli aggregati creditizi nel territorio bresciano.

Il continuo sgonfiamento dei NPL trae giustificazione da una serie di motivazioni, che vanno al di là delle continue operazioni di cartolarizzazione messe in campo dagli istituti di credito. In particolare, la discesa delle sofferenze sarebbe favorita dalla buona capacità di ripresa del sistema economico industriale dopo il lockdown dei primi mesi del 2020, a cui si unisce il consistente supporto fornito durante la pandemia da parte dello Stato, grazie a una serie di strumenti volti a sostenere l’accesso al credito.

“La qualità del credito si mantiene buona e non si assiste, almeno per il momento, al deterioramento da più parti temuto, sulla scia della crisi vissuta nel 2020 – commenta Paolo Streparava, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco –. Per il prossimo futuro, tuttavia, non mancano gli elementi di preoccupazione: la normalizzazione della politica monetaria della BCE, come risposta alla crescita fuori controllo dei prezzi al consumo, che porta con sé un rialzo dei tassi di interesse, il “phase out” delle misure di sostegno a suo tempo approvate e l’inasprimento del contesto operativo, con le quotazioni degli input energetici ai massimi storici, rischiano di frenare l’accesso al credito e, al contempo di peggiorare, la sua qualità, per quanto riguarda imprese e famiglie.”

Un altro elemento che connota i primi mesi del 2022 riguarda il tasso annualizzato di ingresso in sofferenza, indicatore che descrive la velocità di formazione delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti «in bonis»: lo 0,9% rilevato a Brescia fra gennaio e marzo riporta le lancette dell’orologio addirittura al biennio 2006-2007.

Nel Booklet è inoltre presente un approfondimento relativo agli sportelli bancari presenti a Brescia e provincia. La necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e la dirompente diffusione delle tecnologie digitali, come l’home banking, hanno prodotto una significativa flessione nel numero degli sportelli bancari attivi sul territorio. A fine 2021, in provincia si contano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Il fenomeno ha inevitabilmente determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione copernicana portata dal modello «multicanale».