Pandemia, siccità, conflitti e crisi energetica: quale futuro per il comparto agroalimentare e per il cittadino consumatore?
Un incontro ricco di ragionamenti per affrontare il momento di estrema difficoltà che stanno vivendo le imprese agricole, dall’estrema siccità di quest’estate all’aumento dei costi di produzione, dall’emergenza sanitaria ai conflitti mondali. Questi i temi trattati venerdì 16 settembre a Mairano in occasione della Sagra del Contadino ponendo massima attenzione al settore agricolo, produttore di cibo di qualità, base delle eccellenze del Made in Italy.
“Tanti sono oggi i fattori che mettono in grande difficoltà il nostro settore – interviene Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – la pandemia, la siccità, la guerra e soprattutto la grande crisi energetica senza precedenti e l’aumento dei costi delle materie prime. Queste emergenze hanno rimesso al centro il cibo e l’agricoltura e per sostenere questo settore è urgente l’intervento della politica che deve individuare interventi veramente concreti, e rimuovere gli ostacoli autorizzativi burocratici sempre più insostenibili: non possiamo accettare l’accanimento burocratico, talvolta spinto anche da ideologismi personali”.
Dopo i saluti del Sindaco di Mairano Igor Zacchi, sono intervenuti: il direttore tecnico di Acque Bresciane Mauro Olivieri, il presidente dell’associazione Colli dei Longobardi Strada del Vino e dei Sapori Flavio Bonardi e l’assessore Regionale all’agricoltura Fabio Rolfi che ha posto l’accento sul tema della carenza idrica: “serve un grande piano di recupero delle ex cave in bacini idrici. La Lombardia ha già una legge, prima in Italia, per questi interventi e ha già individuato i siti. Il prossimo governo dovrà abbattere la burocrazia per questi progetti sul modello della ricostruzione del ponte Morandi. Una emergenza va trattata come una emergenza”.
Le conclusioni al presidente di Coldiretti nazionale Ettore Prandini: “l’agroalimentare deve tornare ad essere protagonista nelle strategie a livello europeo fra i vari stati membri ed è urgente che l’Europa si attivi in questo senso perché diversamente non saremo in condizione di uscire da questo momento di estrema difficoltà, è prioritario oggi porre un tetto massimo sul prezzo del gas. Oggi rappresentiamo un settore che genera maggior valore economico sia per produzione interna che per export e, senza interventi decisi, rischiamo di pagare in termini di concorrenza sleale rispetto a scelte che altri stati membri hanno già fatto a tutela dello sviluppo agroalimentare”.