Cellatica: alla casa museo Fondazione Zani, le opere di Rosalba Carrera
La mostra-dossier, dedicata ad una delle più affascinanti figure della storia dell’arte di tutti i tempi, presenta la produzione più intima di quella che la critica ha definito la “prima pittrice de l’Europa”: Rosalba Carriera (Venezia 1673-1757). Protagonista di una stagione artistica irripetibile, Rosalba viene qui celebrata attraverso 30 miniature da lei dipinte tra il 1710 e il 1730 circa, provenienti da una collezione privata londinese, esposte integralmente per la prima volta nella Casa Museo Zani.
Straordinaria pittrice e miniaturista di origini veneziane, Rosalba è contemporanea di Canaletto, Guardi, Tiepolo e altri maestri ben documentati nella collezione della Casa Museo Zani. L’esposizione offre così agli spettatori un originale sguardo femminile nella produzione artistica del Settecento lagunare, documentando un momento straordinario della storia dell’arte in cui una pittrice veneziana diviene raffinata e ricercata interprete del ritratto presso alcune delle più importanti corti europee.
Fin dall’epoca dell’apprendistato, Rosalba si distingue nell’arte di dipingere miniature e sceglie l’avorio come supporto per i delicatissimi tratti del suo pastello, riuscendo così a conferire lucentezza e splendore alle sue opere.
Ben presto Rosalba si orienta verso i ritratti di personaggi illustri e tale è la sua fama che l’allora giovanissimo re di Francia Luigi XV la invita a corte nel 1720 per raffigurare la sua famiglia. A Parigi, dove la Carriera soggiorna per circa un anno, entra anche a far parte dell’Accademia Reale di pittura, un caso, quello di una pittrice donna, chiaramente destinato a rimanere eccezionale. Il periodo parigino è un momento estremamente importante di reciproca influenza con il noto pittore rococò Jean-Antoine Watteau, del quale realizza uno dei ritratti più celebri, e di frequentazioni sofisticate di circoli intellettuali. Molti sono i nobili della corte di Versailles che ambiscono ad avere un suo ritratto.
Dopo i soggiorni presso le corti di Modena e Vienna, Rosalba torna però a Venezia, dove avvia una fiorente bottega “al femminile” e, proprio a Venezia, morirà nel 1757, afflitta da una crudele cecità che l’aveva portata ad abbandonare la pittura già alla metà degli anni quaranta del Settecento.
In mostra nella Casa Museo Zani troviamo alcuni ritratti di gentiluomini, gentildonne, nobili francesi, inglesi e austriaci. Tra di essi, la bellissima miniatura con l’effige di Jean Baptiste Estival, alto funzionario dell’amministrazione del regno di Luigi XIV, e quelle con l’anglo-irlandese William Ponsonby, primo visconte Duncannon e secondo conte di Bessborough, e William Murray, marchese di Tullibardine, nobile scozzese. Tra questi bei ritratti merita una speciale menzione anche quello di Augusto III Elettore di Sassonia, re di Polonia e granduca di Lituania, avvolto in una regale stola di ermellino.
Anche tra i ritratti femminili spiccano alcune teste coronate come la principessa Grimaldi, la Principessa Mary e Maria Giuseppa d’Austria, arciduchessa d’Austria, elettrice di Sassonia e regina consorte della Confederazione polacco-lituana.
I ritratti di Rosalba rivelano una grande attenzione introspettiva volta ad indagare aspetti psicologici del personaggio effigiato e i moti dell’animo, ma anche un’attenzione lenticolare ai dettagli dell’abbigliamento e delle acconciature, espressione del gusto e dello stile della sua epoca, nonché fedele spaccato della storia della moda della prima metà del XVIII secolo. Nei ritratti di Rosalba, oltre alle pose delicate dei soggetti, si nota una grande sensibilità nel riprodurre i tessuti vaporosi e le preziose trine. I drappeggi degli abiti, le passamanerie e i merletti sono sempre messi in risalto da una luce viva e particolare, come, ad esempio, si può riscontrare nella piccola scena di genere che ritrae una dama con ventaglio e uomo con larva e tricorno, un’istantanea della dolce vita veneziana che documenta l’eleganza dell’aristocrazia europea del Settecento, tutta agghindata alla francese.
Accanto ai ritratti, in mostra compaiono alcune miniature di soggetto mitologico caratterizzate da una spiccata idealizzazione delle figure che consente a Rosalba di raggiungere vertici assoluti di grazia e poesia. È il caso del bel quadretto con Venere e Amore nel quale colpisce l’incarnato bianchissimo della dea, la delicata posa delle braccia che cingono in un morbido ovale il piccolo Cupido.
Tra i soggetti più cari alla Carriera ci sono poi le allegorie. Ne realizza moltissimi cicli, senza produrne tuttavia delle copie. Meritano una particolare attenzione quelli dedicati alle stagioni o ai quattro elementi, come l’Allegoria dell’acqua esposta in mostra, in cui una giovane donna travasa da un’ampolla in una brocca dell’acqua.
La mostra si chiude con un raro autoritratto in miniatura che svela anche l’identità di Rosalba e fa parte di una serie di autoritratti che l’artista realizza tra l’età giovanile e la vecchiaia, conservati a Venezia al Museo del Settecento a Ca’ Rezzonico, alle Gallerie dell’Accademia, a Dresda e a Firenze. L’opera in mostra la ritrae in una fase matura con il volto incorniciato da una cascata di ordinati riccioli castani, lo sguardo acuto, le labbra sottili che appena accennano a un sorriso ironico. Anche in questo caso Rosalba si sofferma a descrivere i particolari dell’abito. La pittrice indossa una che mise arricchita da uno jabot al collo, mentre i revers della sopravveste scarlatta sono impreziositi da un ricamo in filo dorato. Uno stile quasi maschile, molto inconsueto per una donna dell’epoca, ma perfettamente rappresentativo della personalità eclettica e moderna di Rosalba, protagonista assoluta di un’arte densa di emozioni e sfumature dell’anima.