GENERATIONS, re-imagining our world è il titolo della decima edizione di Made in Steel

Oltre il 70% degli spazi espositivi è stato prenotato o acquistato in poco meno di quattro mesi dall’apertura delle vendite. Si tratta del migliore risultato di sempre per Made in Steel, la Conference & Exhibition internazionale dedicata alla filiera dell’acciaio che si terrà a fieramilano Rho dal 9 all’11 maggio 2023, organizzata da siderweb – La community dell’acciaio.

 

La manifestazione internazionale, pronta per la decima edizione, conta già ad oggi il 23% circa di espositori provenienti dall’estero. La partenza è stata molto veloce e anche il resto della corsa verso l’evento sta proseguendo senza perdere lo slancio iniziale: le prenotazioni degli spazi procedono a ritmo sostenuto, tanto che si sta lavorando per aprire ulteriori aree espositive. Quasi 12mila i metri quadrati di superficie occupati o prenotati quando mancano otto mesi all’evento, un record.
Made in Steel, insomma, si conferma quale punto di riferimento della filiera siderurgica internazionale, luogo in cui si intercettano i trend di mercato e si trovano gli strumenti per interpretare lo scenario mondiale dell’acciaio, di oggi e di domani. Proprio al domani della siderurgia guardano il titolo e il visual della decima edizione dell’evento.

 

IL TITOLO E IL VISUAL DI MADE IN STEEL 2023 – “GENERATIONS, re-imagining our world” accoglie in sé sia il radicamento nel passato delle generazioni che hanno fatto il mondo come è oggi, sia l’apertura a quelle che devono ripensarlo, affrontando gli attuali disequilibri, le sfide della sostenibilità e dei cambiamenti tecnologici.

 

«Abbiamo scelto per Made in Steel 2023 un titolo evocativo, rivolto al futuro – ha dichiarato Paolo Morandi, amministratore delegato di Made in Steel -. Abbiamo chiamato la decima edizione della Conference & Exhibition internazionale “Generazioni”, perché stiamo vivendo un cambiamento storico e le aziende della filiera dell’acciaio stanno affrontando una complessità senza precedenti. Siamo di fronte a un nuovo mondo, un orizzonte ancora incerto che dobbiamo immaginare e costruire insieme. Durante i tre giorni di evento approfondiremo i temi più importanti per la siderurgia: innovazione, sostenibilità, questione energetica, pensando insieme all’acciaio che modellerà le città, la mobilità, il futuro nostro e delle prossime generazioni».

 

Questi elementi si ritrovano nel visual della decima edizione dell’evento. Rappresentano o simboleggiano ricerca e sviluppo, impianti per la generazione di energia verde, mobilità, nuove tecnologie, collaborazione, mercato e persone. Il tutto con il tratto tipico, di adulti e bambini, che immagina e inventa il futuro: il disegno.
Un messaggio positivo, di spinta verso un 2023 che si annuncia molto complicato per la siderurgia mondiale.

 

LA CONGIUNTURA SIDERURGICA – La filiera dell’acciaio europea è in una fase di incertezza e di squilibrio: la produzione rallenta e la domanda è debole, ma si registra anche una spinta al rimbalzo dei prezzi dei prodotti siderurgici che di norma caratterizza uno scenario di mercato opposto.

La produzione di acciaio in Italia si è infatti ridotta quest’anno: il calo è stato del 10% nel periodo gennaio-agosto, secondo Federacciai. In diminuzione anche l’output europeo nello stesso periodo: -6,9%, secondo l’ultimo report della World Steel Association. Una tendenza che in Italia e in Europa sembra destinata non solo a proseguire, ma ad aggravarsi nei prossimi mesi. Sono circa 30 gli impianti che hanno annunciato fermate, rallentamenti produttivi o la richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali.

 

L’imputato principale, in un contesto geopolitico complesso, è il caro energia. I produttori siderurgici europei e italiani, in questa crisi energetica, si trovano tra due fuochi: da un lato i prezzi bassi dei prodotti, a causa anche di una domanda che non è più così tonica come nei mesi scorsi, in conseguenza del rallentamento della crescita economica; dall’altro gli alti i costi di produzione, spinti dall’aumento dei prezzi del gas e dell’energia elettrica.

I costi energetici (carbone, gas ed energia elettrica) rappresentano mediamente (media altoforno e forno elettrico) circa il 45% del costo di produzione di una tonnellata di acciaio, rispetto a una percentuale di circa il 30% a inizio anno. Lo dice il modello di costo elaborato dall’Ufficio Studi siderweb, aggiornato a settembre.

 

«L’impennata dei prezzi del gas e dell’energia elettrica, a fronte dei prezzi bassi dei prodotti finiti, sta quindi fortemente erodendo i profitti delle aziende siderurgiche. Va rilevato – ha spiegato Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb – che i prezzi elevati del gas hanno un maggiore impatto sui produttori di acciaio con forno elettrico, perché l’aumento del prezzo del gas porta a prezzi più elevati dell’elettricità. Infatti, da gennaio ad agosto di quest’anno, l’incidenza degli energetici sui costi di produzione dell’acciaio delle aziende elettrosiderurgiche è balzata dal 18% al 41%».