I 60 anni dalla fondazione celebrati con un nuovo nome, annunciato il cambio di denominazione in Confapi Brescia
Con una nuova denominazione si sono conclusi i primi 60 anni dalla fondazione, e, con essa, si apre al futuro, nel solco di un rinnovato impegno a sostegno delle imprese del territorio. Confapi Brescia, questo il nuovo nome dell’Associazione di via Lippi, ha accolto nel teatro del Brixia Forum gremito (presenti, infatti, oltre 750 invitati) l’evento dedicato all’importante anniversario. L’evoluzione in Confapi Brescia rinsalda l’appartenenza al sistema nazionale della Confederazione: una vicinanza che è conferma e sprone per affrontare le sfide della piccola e media industria privata anche nel futuro.
Il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua, nella sua relazione di apertura, ha sottolineato come, ora come mai nella storia contemporanea, il fattore “tempo” abbia assunto una dimensione di eccezionale rilievo. «L’innovazione tecnologica ha accelerato ogni processo aziendale, propiziando e sostenendo il modello economico che ha eletto il mercato al ruolo di sovrano – ha commentato il presidente -. Solo due anni fa, infatti, bastavano 2mila euro per inviare un container da 20 piedi da Shanghai al nostro Paese. Tempi e distanze abbattute, con essi i costi». Ma da allora molto è cambiato, «con una sostanziale collaborazione a livello globale che si sta evolvendo in una nuova polarizzazione ovest-est innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, supply chain che sembravano inossidabili messe in discussione dall’effetto domino innescato dalla pandemia – ha descritto Cordua -. Temi che hanno contribuito alla costruzione dei fondamentali per un ritorno dell’inflazione, per l’innalzamento dei costi di materie prime ed energia e per politiche monetarie restrittive». Attualità che è contraddistinta anche dalla transizione green, definita «giusta, ma imposta in maniera dirigistica senza tenere conto di molteplici fattori infrastrutturali, industriali, sociali ed economici – ha affermato Cordua -, soprattutto in relazione allo stop alla produzione di auto a combustione dal 2035. Una scadenza così ravvicinata, per una sfida di questa portata, che rischia di generare oltre 100mila disoccupati nel nostro Paese, con gravi contraccolpi anche nel Bresciano». In questa cornice, per un’azienda scegliere Confapi significa «scegliere di guardare prima alla persona dell’imprenditore, per promuovere aziende che vedano il territorio che le ospita come un soggetto al quale portare valore – descrive Cordua -. La nostra è un’Associazione credibile in tema di rappresentanza e relazioni industriali: sono, infatti, più di 2500 le aziende bresciane che applicano i contratti Confapi e versano ai nostri enti bilaterali. Questi fondi ritornano ai nostri collaboratori sotto forma di welfare e sanità integrativa. Siamo stati i primi a credere al valore della bilateralità: elemento che oggi è una realtà consolidata e uno dei punti di forza di Confapi». Le prove a cui sono state sottoposte le imprese negli ultimi anni «hanno confermato che il modello delle Pmi è tutt’altro che tramontato – ha proseguito Cordua -; la nostra flessibilità e la nostra resilienza hanno dimostrato di essere strategiche anche in questa complessa policrisi composta dalle implicazioni economiche di una pandemia e di una guerra dai contraccolpi globali». La conferma del valore della piccola e media industria, quindi, deve essere «interpretato dalla nostra Associazione come uno sprone ad irrobustire costantemente il nostro presidio e la rapidità con cui affiancare le imprese non solo nei loro momenti di difficoltà». Rivolgendosi, poi, alle istituzioni presenti, ai colleghi e ai rappresentanti delle associazioni di categoria del nostro territorio, il presidente Cordua ha dichiarato: «Sappiate che sui temi che riguardano il benessere del nostro sistema economico, della nostra comunità, in Confapi Brescia, troverete sempre un interlocutore serio e disponibile. Entreremo nel merito dei temi che ci verranno sottoposti, senza nessuna preclusione ideologica e saremo sempre pronti a fare la nostra parte. Siamo sì persuasi che le sfide siano tante. Ma siamo anche sicuri che solo attraverso una proficua cooperazione noi tutti riusciremo ad essere realmente incisivi nell’aiutare il nostro territorio ad ottenere il valore e la visibilità che merita».
«Dal 2017, le imprese della provincia di Brescia hanno ricevuto oltre 92mila agevolazioni per un importo pari a quasi 7 miliardi di euro – ha descritto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel video messaggio proiettato durante la serata -, la maggior parte riguardanti interventi dal Fondo di garanzia di cui, oltre 5,5 miliardi di euro, per l’emergenza COVID-19. Sul primo bando degli Accordi per l’innovazione sono pervenuti dalla provincia di Brescia otto richieste per 67 milioni di euro di investimento e 26,5 milioni di euro di agevolazioni richieste». Numeri relativi alla nostra provincia – territorio che il ministro ha affermato di ben conoscere e, con esso, il sistema di piccole e medie imprese che vi ha sede – ai quali è stata affiancata un’analisi del decreto Energia, nei contenuti direttamente connessi all’attività manifatturiera. «In questo provvedimento c’è la filosofia del Governo – ha affermato il ministro Urso -: da un lato fronteggiare l’emergenza, come si faceva anche in passato, dall’altra pensare a risolvere i problemi alla radice, come produrre più gas e, con i provvedimenti che seguiranno anche sulle rinnovabili, produrre da subito più energia per il nostro Paese, sbloccando i processi autorizzativi. Tutto questo a beneficio, soprattutto, delle imprese che sono, in questo momento, il fronte dell’emergenza: in questo c’è la mission del Governo che pone l’impresa al centro della propria attenzione». Centralità dell’attività produttiva affermato da un’ulteriore azione. «In questo stesso provvedimento – ha descritto il ministro Urso – abbiamo creato una sorta di difensore civico delle imprese presso il nostro dicastero, attuando una norma già prevista nel decreto Aiuti che concede a noi la possibilità di avocare i processi autorizzativi non espletati in tempo utile da altre amministrazioni. Mi riferisco, come dice la norma, ad investimenti superiori a 25 milioni di euro, che hanno un significativo impatto occupazionale». Infine, in tema di sostenibilità ambientale, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso ha affermato che «stiamo già lavorando in sede europea affinché vi sia piena consapevolezza che la riconversione ecologica debba essere in sintonia, debba procedere in parallelo con la riconversione industriale per consentire davvero alle nostre imprese di sopravvivere, e mi riferisco alla filiera industriale dell’ automotive, ma non solo. La riconversione ecologica deve essere un’opportunità per il sistema produttivo e non un ostacolo che ne impedisce lo sviluppo».
«Di fronte alle difficoltà attuali e alle sfide del futuro bisogna investire in capitale umano che deve salire in cima alla scala delle priorità aziendali e che deve essere qualificato per gestire e non subire l’innovazione tecnologica – ha dichiarato l’onorevole Maurizio Casasco, presidente emerito di Confapi e presidente della Confederazione europea delle Pmi CEA-PME -. A Brescia il capitale umano è quello dei tanti imprenditori che si sono riuniti qui oggi. Il saper fare bresciano, unito alla concretezza e al coraggio che hanno fatto di questa città la Leonessa d’Italia, è la nostra vera ricchezza. Imprenditori che hanno avuto e ancora possiedono il dono, il know-how di farla fruttare, di aver fatto crescere il territorio. Non posso che augurare ad Apindustria Confapi Brescia di continuare così, combattendo per quella piccola e media industria privata che ha trovato qui la sua culla e che resta un esempio non solo per l’Italia ma per il mondo intero».
E proprio oggi il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha comunicato lo sblocco di fondi per un totale di 500 milioni di euro, destinati al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito degli Accordi per l’innovazione. A questi fondi si potranno inoltre aggiungere ulteriori risorse in caso di sottoscrizione, entro il 18 gennaio 2023, di Accordi quadro con Regioni e province autonome interessate. Per quanto riguarda i possibili beneficiari, potranno usufruire delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione, anche in forma congiunta, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria, nonché attività di ricerca. Le imprese agricole potranno partecipare nell’ambito di progetti congiunti. L’apertura dello sportello è attualmente prevista per il 31 gennaio 2023, mentre a partire dal 17 gennaio 2023, sul sito del Mediocredito centrale, il soggetto attuatore, sarà possibile procedere con la compilazione guidata della domanda di agevolazione e della ulteriore documentazione.
Al video messaggio del ministro Adolfo Urso, hanno fatto seguito i saluti istituzionali del prefetto di Brescia, dottoressa Maria Rosaria Laganà, del sindaco del Comune di Brescia Emilio Del Bono e del presidente della provincia di Brescia Samuele Alghisi.
«Sono molto felice che il mio primo appuntamento pubblico da Presidente di Confapi coincida con i festeggiamenti dei 60 anni di Apindustria Confapi Brescia – ha dichiarato il presidente Confapi, Cristian Camisa -. Si tratta di un’Associazione che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile del tessuto industriale bresciano, formata da imprenditori pragmatici, con idee molto chiare e progetti sempre innovativi, che ho avuto modo di apprezzare anche in Giunta di Presidenza. Inutile ricordare che stiamo vivendo un momento particolarmente difficile dal punto di vista economico. Credo che in questa fase le rappresentanze territoriali possano trovare un rinnovato ruolo centrale per far ripartire il sistema Paese. Noi di Confapi stiamo lavorando in ogni ambito per cercare di essere vicini il più possibile alle aziende e agli imprenditori e continueremo a farlo. In particolare stiamo dando il nostro contributo su due temi fondamentali come quello energetico e il Pnrr, vera molla per la rinascita del Paese. Proprio mercoledì scorso al tavolo svoltosi a Palazzo Chigi con il Ministro per gli Affari europei, il Sud e le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, abbiamo citato quello di Brescia come un esempio virtuoso per ciò che sta realizzando sul territorio coinvolgendo e mettendo a sistema gli enti locali, l’università, le altre associazioni datoriali e tutti gli altri soggetti che, con le loro competenze, siano in grado di portare il loro contributo e di sopperire alle carenze progettuali e di
formazione che riguardano il Pnrr. Una best practice da replicare anche sugli altri territori. Auguri ancora per i vostri primi 60 anni e ad maiora».
«Di fronte alle difficoltà attuali e alle sfide del futuro – ha affermato il presidente European Enterpreneurs CEA-PME, Maurizio Casasco – bisogna investire in capitale umano che deve salire in cima alla scala delle priorità aziendali e che deve essere qualificato per gestire e non subire l’innovazione tecnologica. A Brescia il capitale umano è quello dei tanti imprenditori che si sono riuniti qui oggi. Il saper fare bresciano, unito alla concretezza e al coraggio che hanno fatto di questa città la Leonessa d’Italia, è la nostra vera ricchezza. Imprenditori che hanno avuto e ancora possiedono il dono, il know how di farla fruttare, di aver fatto crescere il territorio. Non posso che augurare a Confapi Brescia di continuare così, combattendo per quella piccola e media industria privata che ha trovato qui la sua culla e che resta un esempio non solo per l’Italia ma per il mondo intero».
Tavola rotonda «Tra guerra fredda e riscaldamento globale: storia e prospettive dell’industria bresciana nel contesto globale».
«La provincia di Brescia – ha dichiarato Giovanni Foresti, Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo – può contare su un’industria competitiva e in forte crescita sui mercati internazionali. Nel 2021 la propensione all’export ha sfiorato il 50% e l’avanzo commerciale è stato pari a 7,4 miliardi di euro. Nel primo semestre del 2022 l’export è aumentato del 24,4%, più della media italiana (+21,5%), grazie anche alla spinta dei prezzi. E’ stata premiante la presenza di un territorio ricco di know-how, caratterizzato da filiere produttive ramificate a livello locale: ad esempio, le imprese bresciane della meccanica hanno fornitori localizzati a una distanza media di 50 chilometri, un valore di gran lunga inferiore alla media italiana. I dati di bilancio del 2021 confermano il buono stato di salute delle imprese manifatturiere bresciane: l’EBITDA margin è salito al 9,6% (in termini mediani), più del dato italiano; si è poi rafforzata la solidità patrimoniale, salita al 34%, con percentuali comprese tra il 40% al 50% tra le imprese di dimensioni medie e grandi».
«Gli ultimi dati relativi al comparto manifatturiero – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Regione Lombardia, Guido Guidesi – confermano che il tessuto produttivo lombardo tiene nonostante le difficoltà legate al caro energia; un problema che l’Europa non affronta concretamente nonostante i ripetuti annunci. Come Regione Lombardia abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo attraverso misure specifiche e strumenti creditizi. Ci attendiamo che oggi l’Europa faccia lo stesso altrimenti si rischia seriamente di compromettere l’economia trainante del Paese con gravi effetti sociali».
«Stiamo attraversando, da almeno un decennio ormai – ha spiegato il Direttore Luiss School of Government , Giovanni Orsina – una fase storica quanto mai complessa e turbolenta. Per qualche tempo l’abbiamo interpretata usando la categoria (assai debole) del populismo. Da ultimo si è cominciato a parlare di “policrisi”, indicando il sovrapporsi di sfide di diversa origine che si amplificano l’una con l’altra. Una possibile chiave di lettura di questa stagione vi vede il momento terminale di una lunga fase di disfacimento della politica che ha preso avvio nel corso degli anni Settanta del Novecento: una fase durante la quale si è pensato che il mondo potesse esser governato dai meccanismi impersonali del diritto, del mercato, delle tecnocrazie e dei processi culturali. Le “policrisi” degli ultimi quindici anni stanno dimostrando l’insufficienza di quei meccanismi e rilanciando la domanda di politica. Ma rispondere a quella domanda è difficile e anche pericoloso, tanto per l’Italia quanto per l’Europa».
«L’attuale contesto internazionale – ha dichiarato il presidente di SIMEST, Pasquale Salzano – ha riacceso il dibattito sul futuro della globalizzazione, tra resilienza delle catene del valore e potenziale riconfigurazione delle stesse su base regionale, che può favorire una nuova centralità del Mediterraneo. Il presidio sui mercati esteri rimane in ogni caso necessario per il Made in Italy. Con la sua azione, SIMEST garantisce un robusto sostegno all’export e all’internazionalizzazione delle imprese italiane, allo scopo di incrementarne la competitività sui mercati esteri a
beneficio dell’economia nazionale».
«Siamo davanti ad una situazione completamente nuova – ha affermato l’economista e storico dell’Industria, Giulio Sapelli – a causa di due shock inaspettati che sono esterni al ciclo economico classico. Il primo è la pandemia, è riapparsa la morte non soltanto nell’economia ma anche nelle relazioni sociali. Quindi c’è stata una interruzione della normalità, del rifornimento anche dei mezzi, dei carichi. Dopo questo shock, esogeno, c’è stata la guerra, che ha provocato questo strano fenomeno che si ostinano a chiamare, con un nome inappropriato inflazione che non deriva certo da quello che è l’inflazione, cioè il rapporto tra i salari e la produttività del lavoro. I salari sono bassissimi, la produttività del lavoro, In Italia, è particolarmente bassa, ma sono aumentati i prezzi delle materie prime alimentari e delle materie prime energetiche e fossili, quelle su cui si basa il rifornimento energetico. Quindi abbiamo di fronte a noi una situazione eccezionale per diversità e gravità».
Rinnovato l’accordo di collaborazione tra Confapi e Intesa Sanpaolo Avrà validità fino al 31 dicembre 2023 il rinnovo dell’accordo di collaborazione tra Confapi e Intesa Sanpaolo. Una partnership a livello nazionale i cui benefici sono destinati a tutte le associazioni territoriali e, in particolare, alle rispettive aziende associate. «Sappiamo bene come le imprese italiane identifichino storicamente nella banca un canale privilegiato per il proprio accesso al credito – ha affermato il presidente Pierluigi Cordua -. Risulta pertanto fondamentale che la nostra rappresentanza consenta alle aziende associate di poter godere di facilitazioni dei rapporti con le banche, di agevolazioni nell’accesso ai loro servizi. Sia la nostra Confederazione nazionale
attraverso il rinnovo di questo accordo, che la nostra Associazione territoriale hanno instaurato con Intesa Sanpaolo un rapporto proficuo e longevo, da sempre proteso all’assistenza alle nostre Pmi».
«In questa fase congiunturale la nostra priorità, come prima banca del Paese, è favorire il credito e per questo le sinergie messe in atto con le associazioni di categoria sono fondamentali – descrive Marco Franco Nava, direttore regionale Lombardia Sud Intesa Sanpaolo -. L’accordo nazionale con Confapi ci permette di rafforzare ulteriormente il rapporto con la piccola e media industria bresciana, mettendo in campo le migliori soluzioni di sostegno agli associati che si trovano oggi a fronteggiare una crisi economica a partire dai rincari dei costi di energia e materie prime. Fra queste i finanziamenti Sustainability Loan per favorire la transizione green oggigiorno sempre più necessaria e perseguita dalle aziende del territorio bresciano, come testimoniano i 1,4 miliardi di euro che abbiamo sinora erogato in Lombardia a sostegno di progetti con obiettivi ESG. L’accordo prevede anche la partecipazione al nostro Programma Sviluppo Filiere che consente alle aziende che investono in innovazione, sostenibilità e qualità del prodotto di migliorare il costo del credito a beneficio anche dei propri fornitori e con una forte attenzione allo sviluppo delle filiere green. In proposito abbiamo concluso in Lombardia contratti con 200 filiere per un totale di 4.200 fornitori e un giro d’affari complessivo di circa 24 miliardi di euro. Entro il 2026, Intesa Sanpaolo programma erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 270 destinati alle imprese, con i quali contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR».
L’Associazione è parte integrante di un sistema nazionale composito ed articolato. Proprio come la struttura produttiva della nostra provincia, tra le protagoniste dell’economia del nostro Paese. Per rinsaldare questo legame, il presidente Pierluigi Cordua ha ufficializzato, nel corso dell’evento, il cambio della denominazione e il restyling del logo dell’Associazione, che, da oggi, prende il nome di Confapi Brescia. «Il nostro percorso di evoluzione giunge all’ultimo degli step previsti – ha dichiarato il Presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua –. Lasciamo la storica denominazione, per assumerne una rinnovata, che ci lega ulteriormente al nostro sistema nazionale. Al contempo, l’alveare, che è a tutti gli effetti la nostra radice, rimane, nel nostro pittogramma come simbolo di una tradizione che è parte integrante anche del nostro futuro. Nel corso degli anni ci sono stati molti cambiamenti, ma la necessità della nostra presenza a fianco delle PMI è rimasta inalterata. Un’evoluzione necessaria, ma che è al contempo promessa di un costante impegno anche nel domani». «Il momento economico che stiamo oggi vivendo, sicuramente il più complesso dal secondo dopoguerra, a causa di problematiche contingenti e della necessità di mettere in campo nuove strategie per il prossimo futuro – ha commentato il Presidente della Camera di Commercio di Brescia Ing. Roberto Saccone – è, in ogni caso, anche contrassegnato da cambiamenti che ben possono definirsi epocali. In particolare, le nostre realtà produttive riscontrano oggi la pressante esigenza di affrontare i temi della sostenibilità e della transizione tecnologica e digitale. Per questo motivo, le PMI hanno sempre più bisogno dell’apporto di Organizzazioni che siano in grado di supportarle e traguardarle verso un futuro, certamente ancora carico di importanti prospettive, ma anche di sfide assolutamente nuove e difficili da affrontare. Confapi Brescia, da sessant’anni protagonista dei momenti storici che hanno segnato l’evoluzione dell’economia bresciana, sotto questo profilo, rappresenta un solido punto di riferimento per quel mondo fatto di piccole e medie imprese che, tuttora, costituiscono la colonna portante del nostro sistema economico».
A margine della serata, il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua, ha consegnato una targa a ventidue aziende associate per gli oltre 50 anni di vita associativa, di seguito elencate: Benoni Srl; Berga Srl; Bpa srl; Caffè Cartapani spa; Cinematic srl; Dan Di De Antoni srl; Delta Industrie srl; Eredi Baitelli spa; Gong srl; G. Mariani E C. spa; Fabarm spa; Facchini Francesco spa; F.Ar.Me srl; F.lli Longinotti spa; M.C.S. Morandi srl; Nuova Silmap spa; Off. Mecc. Tedoldi snc; Omg spa; Pulitori Ed Affini spa; S.A.V. srl; Vaia Car spa; Vetrodomus spa. Un importante gesto di riconoscimento e vicinanza agli imprenditori che continuano a credere nei valori di Confapi Brescia