Assofloro a Myplant & Garden 2023: quanto accaduto in 3 giorni
Assofloro ha promosso un fitto programma di conferenze a Myplant & Garden, l’appuntamento fieristico internazionale dell’orto-florovivaismo, del garden e del paesaggio svoltosi dal 22 al 24 febbraio a Fiera Milano.
Organizzati in collaborazione con numerosi partner, gli incontri hanno coinvolto relatori ed esperti di rilevanza nazionale e hanno interessato i vari comparti a cui l’Associazione si rivolge: fiore reciso, agroforestazione, vivaistica forestale, arboricoltura, produzione florovivaistica e floricoltura.
FIORE RECISO
Il programma si è aperto mercoledì 22 febbraio con la conferenza dal titolo “Un nuovo corso per il fiore reciso italiano”, organizzato insieme ad Affi (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani), Coldiretti Puglia e Leverano in Fiore, l’associazione che, dal 1983, organizza a Leverano, in provincia di Lecce, la manifestazione floreale in grado di coinvolgere centinaia di florovivaisti specializzati nella coltivazione di piante per produrre steli di fiore da recidere.
Patrocinata da Regione Puglia, Camera di Commercio di Lecce e Comune di Leverano, la conferenza è stata aperta da Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, e ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria ed esperti del settore del fiore reciso: Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia, Mario Vadrucci, presidente Camera di Commercio di Lecce, Nada Forbici, presidente Assofloro e coordinatrice Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti, Cristiano Genovali, presidente Affi, Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria e vicepresidente Tavolo Piante e Fiori Copa-Cogeca, Antonuccio Vincenzo e Marilena Calbini, docenti internazionali in corsi per floral designer, Patrizia Di Braida, presidente sindacato fioristi Confcommercio Veneto e Docente della Bloom’s Accademy, , Sandro Leone, Associazione Leverano in Fiore, Luigi Piero Valentino, vicesindaco di Leverano, e Donato Pentassuglia, assessore Agricoltura della Regione Puglia.
Obiettivo dell’incontro, rilanciare l’importanza del fiore reciso italiano, settore fondamentale del settore florovivaistico: nel corso dei vari interventi è stata ribadita la necessità di promuovere la produzione Made in Italy scegliendo l’acquisto direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio. E anche di politiche comunitarie che facciano sì che piante e fiori in vendita in Italia e in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori. È stato posto l’accento anche sull’urgenza del riconoscimento giuridico dell’allestitore floreale, figura professionale che, grazie alla sua competenza, va a valorizzare ulteriormente il fiore reciso.
Il mercato, ripartito con vigore dopo la pandemia, è oggi messo nuovamente in crisi dall’aumento dei costi di produzione e dalla frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina, che rischiano di affossare il reddito delle imprese.
La presenza di Leverano in Fiore, inoltre, è stata occasione per ricordare quanto la Puglia concorra in maniera importante alla produzione di fiori recisi, tra cui ranuncolo, statice e lisianthus.
La presenza di Gianluca Boeri in rappresentanza del Copa-Cogeca, la federazione europea che comprende le associazioni di agricoltori e cooperative agricole, ha permesso di allargare lo sguardo dall’Italia all’Europa: «Il nostro compito oggi è quello di chiedere che ogni proposta avanzata dalla Commissione europea – spiega Boeri – sia sempre accompagnata da valutazioni di impatto che prendano in considerazione tutti gli aspetti della sostenibilità che deve essere economica, sociale e ambientale e che non mettano a repentaglio la sopravvivenza delle nostre imprese. Grande potenzialità è offerta inoltre dal tema della reciprocità: all’irrigidimento delle norme dentro i confini UE deve corrispondere altrettanta rigidità sui requisiti dei prodotti importati».
AGROFORESTAZIONE
Giovedì 23 febbraio ha visto l’avvicendarsi di ben cinque conferenze. A inaugurare la giornata l’incontro “Alberi e vigne: benefici e opportunità dell’agroforestazione”, a cura della SIA-Società Italiana di Arboricoltura e AA-Associazione Arboricoltori.
Stefano Lorenzi, arboricoltore ed European Tree Worker, e Luca Mamprin, dottore forestale, coordinati da Andrea Pellegatta, presidente SIA e vicepresidente Assofloro, hanno posto l’attenzione sull’agroforestazione nei territori vitivinicoli e sull’interazione ormai imprescindibile tra paesaggio urbano e agricolo, presentando la ricerca illustrata lo scorso settembre alla Conferenza Mondiale di Arboricoltura a Malmö, in Svezia. In un’ottica di agricoltura rigenerativa.
Sono stati analizzati i benefici che alberi, cespugli, pratiche virtuose di risparmio idrico e generazione di biodiversità possono apportare a una vigna produttiva e di pregio. In particolare, è stato dimostrato come gli alberi sia giovani che monumentali possano essere il mezzo virtuoso per raggiungere l’obiettivo di mitigazione dei fenomeni estremi generati dal cambiamento climatico.
«Complicare l’ambiente agricolo porta a una maggiore biodiversità – ricorda Lorenzi – Si vanno a creare così aree alberate in perfetta simbiosi con la parte coltivata».
VIVAISTICA FORESTALE E FORESTAZIONE URBANA
La giornata è proseguita con la conferenza sulla “Vivaistica forestale ed esperienze di forestazione urbana”, coordinata da Andrea Pellegatta, vicepresidente Assofloro e presidente Società Italiana di Arboricoltura. Tre i focus: ricerca, produzione vivaistica forestale ed esperienze di importanti amministrazioni pubbliche nella realizzazione e gestione di forestazioni urbane, in un contesto ci cambiamenti climatici che mette in difficoltà anche la piantagione di alberi in città e che impone anche per questo di individuare le migliori soluzioni ed esperienze di gestione.
Dopo l’introduzione di Tommaso Chiti, ricercatore in Scienza del Suolo al Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici Agroalimentari e Forestali dell’Università della Tuscia, sul ruolo della forestazione e sull’importanza di fornire numeri corretti rispetto ai benefici generati è intervenuto Gianmichele Cirulli, responsabile del Settore verde pubblico della Città di Torino, che ha sottolineato «l’importanza del confronto e scambio di esperienze su tematiche che fino a pochi anni fa non sarebbero state affrontate, mettendo a confronto esperti forestali, arboricoltori municipali, mondo del florovivaismo, imprese no profit e profit di profilo internazionale. Gli alberi sono un bene comune e per valorizzare le foreste urbane c’è bisogno del contributo di tutti i portatori di interesse».
«È necessario coinvolgere chi produce alberi, perché oggi gli alberi necessari non sono disponibili – commenta Nada Forbici – I tempi a disposizione per fare fronte alle richieste sono ridotti e la coltivazione è in ritardo. Da segnalare anche la mancanza di aree per creare i boschi, questo è un altro tema urgente su cui lavorare con le istituzioni».
«I progetti di forestazione sono un esempio di sinergia tra mondo pubblico e mondo privato – precisa Paolo Viganò, fondatore di Rete Clima introducendo l’esperienza dei Boschi E.ON – Per le aziende si tratta infatti di opportunità di strategie di azione, posizionamento e comunicazione».
In chiusura dei lavori Marcello Donini, Corporate Social Responsibility Manager di E.ON ha presentato l’esperienza significativa sviluppata da E.ON in Italia con il progetto Boschi: oltre 110.000 nuovi alberi piantati in 46 aree verdi italiane. Un progetto, ha sottolineato Donini, che anche grazie al Green Deal UE e alla strategia forestale dell’Unione europea, è diventato centrale nell’ambito della sostenibilità ambientale delle aziende.
ARBORICOLTURA
È stata poi la volta della presentazione in anteprima nazionale dei tre nuovi standard europei nelle aree di potatura, piantagione e consolidamento degli alberi, sviluppati nell’ambito del progetto Erasmus+ “TeST – Technical Standards in Tree Work”, nel quale, grazie alla partecipazione diretta di alcuni soci, è stata coinvolta la SIA-Società Italiana di Arboricoltura.
Andrea Pellegatta, in veste di presidente SIA, e Paolo Pietrobon, dottore forestale che ha preso parte ai lavori del progetto europeo, hanno spiegato le caratteristiche tecniche degli standard, che hanno lo scopo di fornire definizioni tecniche delle migliori pratiche nel lavoro sugli alberi in Europa.
La SIA ha tradotto e adattato i documenti alla lingua italiana con la collaborazione di alcuni dei maggiori esperti del nostro Paese nella gestione e cura degli alberi. A Myplant & Garden, per la prima volta, a disposizione del pubblico, le versioni cartacee di tutti e tre gli standard.
PRODUZIONE FLOROVIVAISTICA
Il programma delle conferenze è proseguito con l’incontro “Pratiche commerciali sleali: misure per tutelare le imprese florovivaistiche. Istruzioni operative”, tappa del tour di incontri organizzati da Coldiretti e Assofloro che sta toccando varie regioni d’Italia.
Rappresentanti delle organizzazioni di settore, del mondo imprenditoriale e dell’ICQRF, l’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, hanno parlato della nuova disciplina contro le pratiche commerciali sleali nel comparto florovivaistico alla luce del D.lgs. n.198/2021. Scopo dell’iniziativa: fornire istruzioni operative alle imprese, per l’applicazione corretta della direttiva comunitaria.
Il D.lgs. n.198/2021, approvato dal Governo nel novembre 2021 in attuazione alla direttiva europea 633/19 sulle pratiche sleali commerciali, mette al bando 16 pratiche commerciali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste online al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto fino ai contratti, che devono essere rigorosamente scritti.
«Abbiamo elaborato un accordo-quadro specifico per il florovivaismo – spiega Nada Forbici – nel quale abbiamo cercato di rendere accessibili alle imprese di settore tutte le possibili questioni a riguardo. L’accordo è frutto di un confronto durato a lungo, che testimonia l’importanza del lavoro in sinergia con la Consulta Florovivaismo Coldiretti, composta da imprenditori che conoscono bene il mercato di riferimento, gli interlocutori e i problemi concreti e con il fondamentale supporto dell’avvocatura della Confederazione Coldiretti. Le nuove norme – prosegue Forbici – hanno lo scopo di garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera proprio in un momento dove si aggrava la situazione di molte imprese florovivaistiche costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole i rincari energetici e non solo. Oggi siamo in grado di mettere a disposizione delle imprese agricole associate i contratti e gli accordi quadro nel rispetto dei termini di legge e con un livello di flessibilità molto alto. Dobbiamo agire, e questa legge ce lo consente, per ristabilire rapporti chiari e riportare equilibrio sul mercato», conclude Nada Forbici.
Durante l’incontro, coordinato da Forbici, sono intervenuti: Alessandro Apolito, capo servizio tecnico Gabinetto di Presidenza e Segreteria generale Coldiretti, Felice Assenza, capo del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari-ICQRF, Simona Antonella Lamorte, segreteria tecnica del Capo Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari-ICQRF, Mario Faro, presidente Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti, Paolo Arienti, presidente del Distretto Vivaistico Planta Regina di Canneto sull’Oglio (MN).
FLORICOLTURA
Il ciclo di conferenze coordinate da Assofloro si è concluso con un convegno dal titolo esortativo “Floricoltori Italiani, su la testa!”, a cura della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro e Coldiretti Liguria.
Gennaro Vecchione, responsabile Servizio Tributario e Fiscale Confederazione Nazionale Coldiretti, ha illustrato il progetto Esiodo, di cui è coordinatore: è finalizzato alla creazione di un modello di rilevazione dei costi aziendali tenendo conto delle esigenze delle aziende floricole associate ad Assofloro che partecipano al progetto e che, per un anno intero, forniscono dati e informazioni utili alla strutturazione del modello stesso.
Durante l’incontro, inoltre, è stato presentato anche il progetto BBPlug che, promosso dall’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente, coinvolge Assofloro tra i partner.
A spiegarne gli obiettivi, la coordinatrice Sara Borin: BBPlug intende sviluppare un biomateriale a partire dagli scarti di lavorazione degli alimenti vegetali, funzionalizzato con biostimolanti microbici e vegetali. Il biomateriale sarà utilizzato per ottenere alveoli da semina biodegradabili e biofertilizzanti, che contribuiscono a ridurre così l’utilizzo della plastica e i costi di smaltimento e a migliorare la produzione ortofloricola, eliminando lo stress da trapianto ed esponendo le piante a biostimolanti naturali fin dalla germinazione del seme.
Anche in questo caso, la presenza di Gianluca Boeri di Copa-Cogeca ha contribuito ad allargare la visione all’Europa. In particolare, è stata affrontata la proposta da parte della Commissione europea della riduzione di imballaggio del 15% entro il 2040 per Stato membro pro capite, rispetto al 2018: «Come Coldiretti abbiamo spinto e ottenuto perché il gruppo di lavoro Piante e Fiori assumesse una posizione a riguardo, al fianco dei settori del vino e dell’ortofrutta, anch’essi penalizzati dalla proposta. Abbiamo quindi chiesto che la normativa lasci spazio di decisione ai produttori per quando identificare i vasi per fiori e piante come imballaggio, e quando invece questi rappresentano un fattore di produzione interno al ciclo produttivo, un bene strumentale riutilizzabile e di lunga durata. Chiediamo inoltre che questo regolamento possa uniformare le situazioni all’interno dei diversi stati membri, in quanto al contrario provoca distorsioni sul mercato e sulla concorrenza».