Al Teatro Odeon Sergio Castellitto, con Zorro. Un eremita sul marciapiede di Margaret Mazzantini
Lo spettacolo è in programma nell’ambito della Stagione promossa dal Comune di Lumezzane.
Inizio spettacolo alle 20.45, il teatro apre alle 20.
Pochissimi posti disponibili. Ingresso 30 euro (26 il ridotto).
La biglietteria del Teatro Comunale Odeon (via Marconi 5) è aperta il martedì dalle 18.30 alle 19.30 e il mercoledì dalle 18.30 alle 19.30. Ultimi biglietti a Brescia da Punto Einaudi (via Pace 16/a) e online su www.vivaticket.it fino ad esaurimento della quota disponibile in prevendita.
Info: biglietteria del teatro nei giorni e orari di apertura 030 820162.
Castellitto è regista e interprete della storia un vagabondo che ripercorre la sua vita e le scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada.
Zorro è un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando le persone “normali”, un eremita letterario e poetico che fa i conti – sia per se stesso sia per i passanti frettolosi – con l’indiscutibile e prezioso valore della sua scelta. Un eroe, a modo suo, capace di restituire, attraverso una sorta di filosofare allegro e indefesso, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza.
Uno spettacolo tragicomico ed emozionante. Una storia dove la tristezza e la malinconia si mescolano alla clownerie della vita.
Lo spettacolo è prodotto da Angelo Tumminelli – Prima International Company 2022 e di distribuito da Giovanni Vernassa e Laura Beni per Essevuteatro New.
Lo spettacolo
zorro Un eremita sul marciapiede
di Margaret Mazzantini
diretto e interpretato da Sergio Castellitto
produzione Angelo Tumminelli – Prima International Company 2022
distribuzione dello spettacolo Giovanni Vernassa e Laura Beni per Essevuteatro New
spettacolo realizzato con il sostegno di Banca Intesa Sanpaolo
A Sergio e al suo cane
Stanno sul margine del grande fiume, intenti come pescatori in attesa. Pescano nel nostro vortice quello che rimane, quello che schizza via, che gli appartiene per diritto. Hanno quegli odori concentrati, essenza d’uomo, come mosto, come seccume marino, roba sfinita dal sole o macerata dall’umido, roba che fa il suo corso. Zorro mi ha aiutato a stanare un timore che da qualche parte appartiene a tutti. Perché dentro ognuno di noi, inconfessata, incappucciata, c’è questa estrema possibilità: perdere improvvisamente i fili, le zavorre che ci tengono ancorati al mondo regolare. Chi di noi in una notte di strozzatura d’anima, bavero alzato sotto un portico, non ha sentito verso quel corpo, quel sacco di fagotti con un uomo dentro, una possibilità di se stesso? I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio.
Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell’umanità. Perché i barboni sono come certi cani, ti guardano e vedi la tua faccia che ti sta guardando, non quella che hai addosso, magari quella che avevi da bambino, quella che hai certe volte che sei scemo e triste. Quella faccia affamata e sparuta che avresti potuto avere se il tuo spicchio di mondo non ti avesse accolto. Perché in ogni vita ce n’è almeno un’altra.
Margaret Mazzantini
… E come si presenterà, a teatro, questo tizio senza fissa dimora?
«Lontano da ogni stereotipo del poveraccio col cappottone, e dalla sagoma dei frequentatori della Caritas. Avrà un aspetto confondibile nella folla, senza far temere che puzzi, senza un’aria desolata. Certo, un po’ di barba l’avrò. Mi muoverò in uno spazio vuoto, addobbato con quattro seggiole. Se ne stanno buoni e calmi, in genere, questi extracomunitari per scelta. Non hanno fretta. Non li insegue nessuno. Fanno solo grandi maratone di parole».
dall’intervista di Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica
Un’interpretazione di gran classe, da attore scafato, che con pochi gesti e parole dirette riesce a far suo e a trasmettere in poco più di un’ora un personaggio che potrebbe essere irraccontabile e che invece si svela e ti prende, riuscendo a farti entrare dentro un’altra testa e un altro sguardo. Come se ti regalasse nuovi occhi con cui guardare il mondo, la vita, gli obiettivi e gli scopi fondamentali che governano il nostro impegno e il senso dell’esistenza che, bene o male, ciascuno di noi insegue.
Giorgia Mazzotti, Periscopio
LUMEZZANE TEATRO COMUNALE ODEON
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Teatro Comunale Odeon
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030 820162 (nei giorni e orari di apertura della biglietteria martedì e mercoledì 18.30 – 19.30)