Avviamento al lavoro: imprese artigiane bresciane in controtendenza. Assumono di più e con contratti più stabili.
È in controtendenza il comparto artigiano rispetto all’andamento degli avviamenti al lavoro nella provincia di Brescia. La dinamica del mercato del lavoro bresciano è infatti in flessione nel 1° trimestre 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022: nel primo trimestre di quest’anno sono state avviate al lavoro 50.867 persone, 3.278 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al -6%.
Questo, per quanto concerne la panoramica generale. Ma se si va a guardare cosa accade nelle imprese artigiane, i dati cambiano significativamente. Nel 1° trimestre 2023 le imprese artigiane iscritte alla CNA hanno effettuato100 assunzioni contro le 79 del 1° trimestre 2022. Lo certifica un’indagine condotta su un campione di aziende artigiane dal Centro studi CNA Brescia, in collaborazione col ricercatore Elio Montanari, relativamente ai flussi nel mercato del lavoro bresciano (avviamenti e cessazioni) tra il 1° trimestre 2023 e lo stesso periodo del 2022. Non solo le aziende artigiane assumono di più, ma incrementano anche il numero delle forme contrattuali stabili, ovvero a tempo indeterminato o di apprendistato (rispetto ai contratti a tempo determinato o in somministrazione), “doppiando” le percentuali dell’economia bresciana, dove gli avviamenti stabili risultano il 26% e il 26,7% del totale rispettivamente nel primo trimestre 2022 e nel primo trimestre 2023, mentre nel settore artigiano sono del 44% nel 2022 e salgono al 57% nel primo quarter 2023.
Quanto alle modalità di lavoro, diminuisce nelle imprese artigiane la quota del tempo parziale, che passa dal 25,3% al 17%, mentre nello scenario economico generale si incrementa dal 24,3% al 25,1%; dati, questi ultimi, che denotano una maggiore propensione nelle realtà artigiane ad adottare tipologie contrattuali più orientate alla stabilità e a ridurre il ricorso al part-time.
Riguardo alle trasformazioni dei contratti di lavoro, da tempo determinato a tempo indeterminato, pure su questo fronte si ravvisa un trend inverso nel raffronto col totale economia bresciana: qui le conversioni sull’insieme degli avviamenti al primo trimestre di quest’anno rappresentano il 10%; nelle imprese artigiane sono invece del 14%. “I dati che emergono dalla ricerca svolta dal nostro Ufficio studi sono confortanti- affermaEleonora Rigotti, presidente CNA Brescia -, ma non si tratta solo di numeri. Il fatto che le aziende artigiane assumano mediamente più dipendenti, e più frequentemente li stabilizzino, è la cartina di tornasole di un percorso di crescita e di innalzamento della competitività del nostro comparto. Molto importante è anche la formazione che contestualmente viene erogata al personale, soprattutto nelle imprese che guardano al 4.0 e alla digitalizzazione. Èaltresì fondamentale riconoscere il valore del lavoro e applicare le contrattualistiche corrette: infatti gli artigiani hanno i loro contratti normati da Ccnl che riconoscono le differenti specificità, con buste paga che vanno già di base oltre il salario minimo. E, ancora, vorrei menzionare la bilateralità artigiana, che quando occorre e dove il Pubblico non arriva, giunge a colmare gli eventuali gap”.
L’analisi di CNA prende in considerazione anche le percentuali di lavoratori stranieri avviati al lavoro che, nel caso del campione di imprese artigiane esaminato, costituiscono il 54% nel 1° trimestre 2023, incrementandosi di ben 17 punti percentuale in confronto al 36,7% del 2022; nel totale economia bresciana la media resta invece pressoché stabile (e decisamente inferiore), passando dal 32,7% al 33,3%.
Un’ultima interessante nota concerne le cessazioni, che risultano in gran parte dovute al fenomeno delle “dimissioni volontarie”: su un totale di 32 cessazioni nel primo trimestre 2023, ben 17 sono da attribuirsi a dimissioni e solo 6 a fine contratto.