Energia: che inverno ci aspetta? Fondamentali solidi, ma pesa l’incertezza delle tensioni internazionali

Esiste il rischio di un ritorno allo shock energetico registrato lo scorso anno? I fondamentali, nel nostro Paese, porterebbero ad escludere questo scenario, ma non ad eliminare una prospettiva contraddistinta da estrema volatilità delle quotazioni di petrolio, gas metano, elettricità, con relative ripercussioni sulle bollette di imprese, famiglie e pubblica amministrazione.

Se ne è discusso nell’evento organizzato questo pomeiggio da Confapi Brescia dal titolo «Energia: che inverno ci aspetta?» all’interno del quale, moderati dall’analista Andrea Muratore, si sono confrontati Ernesto Ragnoli (BU Mercato Vendite Grandi Clienti e Reseller A2A Energia), Stefano Saglia (membro della Commissione ARERA) e Gianclaudio Torlizzi (Energy and Commodity Advisor e consulente Confapi per le materie prime).

I lavori sono stati aperti da Enea Filippini, responsabile Energia di Confapi Brescia. «Conoscere per scegliere, in questo crediamo e per questo abbiamo organizzato questo convegno – ha affermato -. La nostra Associazione ha una lunga esperienza di affiancamento alle aziende per tematiche connesse all’energia. Pur confermando ed ampliando i nostri servizi, vogliamo aumentare sensibilmente le conoscenze delle aziende, alla luce delle forti turbolenze internazionali. È una componente che assumerà un peso sempre più elevato per la competitività e la sostenibilità del business».

Secondo Torlizzi, l’instabilità sul fronte dell’energia non è che un’ulteriore ripercussione di un modello destinato ad evolvere in un altro ancora da costruire. «Gli equilibri geopolitici post Seconda Guerra Mondiale sono crollati – ha affermato Torlizzi -. Eventi recenti come l’attacco di Hamas, il ritorno dei talebani e l’invasione russa dell’Ucraina mettono in crisi la Pax Americana. La pandemia ha risvegliato l’Occidente, rivelando il declino strutturale delle economie USA ed europee. La Cina, investendo in politica industriale, ha superato gli USA nella produzione di semiconduttori. La sfida ora è sul controllo delle risorse e militarizzazione delle materie prime, con segnali di sabotaggio da Mosca e Pechino. L’Occidente sembra sottovalutare le minacce e deve affrontare una nuova realtà geopolitica». «Le tensioni internazionali si fanno già sentire sui prezzi energetici – ha spiegato Stefano Saglia, membro della Commissione ARERA -, in particolare il gas. La disponibilità degli stoccaggi consente all’Italia di stare tranquilla da un punto di vista dei volumi anche se la recente decisione del governo ucraino di interrompere il transito del gas russo è comunque un problema. Risulta decisivo l’intervento del governo anche per le Pmi con le procedure Energy Release». Conferma un contesto a luci ed ombre anche Ernesto Ragnoli. «Le scelte per gli approvvigionamenti energetici da operare in questo contesto devono orientarsi su aspettative sull’economia che estendono l’impatto ribassista alla prima metà del 2024, su fondamentali rassicuranti, ma con un quadro geopolitico fortemente instabile e influenzato dall’inasprimento del conflitto tra Israele e Hamas».