La cultura della sicurezza in edilizia

Una nuova modalità per parlare della sicurezza, non basata soltanto sulle purtroppo drammatiche statistiche, ma che con linguaggio “smart” si rivolge alle persone comuni, per meglio spiegare quali sono le problematiche e quali i rimedi che i professionisti ingegneri possono suggerire. È la formula  adottata al Convegno “La Cultura della Sicurezza in Edilizia”, svoltosi al Crystal Palace di Brescia e organizzato dalla Consulta Ordine Ingegneri della Lombardia (Croil), con l’obiettivo di informare sul tema non solo imprese e operatori del settore, ma anche studenti e cittadini. In pratica, di “sdoganare” una questione ritenuta, e a torto, di appannaggio solo dei tecnici, che in realtà riguarda la collettività intera, dai datori di lavoro ai dipendenti delle imprese, dai coordinatori dei cantieri fino agli educatori, che hanno il compito di sensibilizzare in primis le giovani generazioni

La scelta per l’iniziativa della Croil è caduta su Brescia in quanto Capitale della Cultura con la città di Bergamo. E, trattandosi di cultura, quale tema può essere più trasversale e decisivo della “cultura della sicurezza”? “La sicurezza – ha detto il presidente della Consulta, Massimiliano De Rose – coinvolge moltissimi attori, non solo gli ingegneri. Spesso si crede che sia solo un problema di macchinari, tecnologia o sistemi di protezione; si tratta invece di una mentalità da formare, che richiede un approccio specifico e altamente qualificato.”. “È un tema culturale – ha osservato la presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Brescia, Laura Boldi -: quando ci approcciamo al cantiere, anche il committente ha la sua responsabilità. L’Anno della Cultura per noi non termina col 2023, poiché la cultura è fondamentale per la crescita ed è al centro della nostra mission, come dimostra il fatto che oggi sono qui radunati tutti gli Ordini delle province lombarde”. L’omologo presidente bergamasco, Diego Finazzi, aggiunge: “Siamo prima di tutto enti pubblici e, come tali, dobbiamo rispondere davanti alla comunità. Le normative in materia risalgono agli anni ‘50; sono stati fatti aggiornamenti con le leggi 424 e 626, ma la situazione degli infortuni nei cantieri e sui luoghi di lavoro è ancora pesante. È necessario educare alla sicurezza sin dalla giovane età”. In tale ottica si inserisce il progetto del Consiglio nazionale degli Ingegneri, per il quale è intervenuta la bresciana Ippolita Chiarolini, “La sicurezza a partire dai banchi di scuola”, che da un triennio entra negli istituti secondari di secondo grado. “Bisogna partire dai bambini – incalza a sua volta Sergio Vianello, coordinatore della Commissione sicurezza cantieri della Croil e del comitato organizzatore -, altrimenti non si arriva a trasmettere cultura ai grandi, che evidenziano la maggior parte delle problematiche. I datori di lavoro fanno fare corsi di formazione obbligatori ai loro dipendenti, ma non conoscono le questioni di cui parlano, perché non obbligati a formarsi a loro volta”.

Il simposio ha ospitato un ricchissimo panel di relatori ed esperti. Tra questi, Fabio Monopoli del Croil, che ha illustrato i risultati di un sondaggio svolto presso privati cittadini, da cui emerge che il “sentiment” sui fattori che stanno alla base della sicurezza, indica fra quelli prioritari: la fretta, l’approccio a volte meno consapevole dei giovani e quello troppo sicuro dei più esperti, le tecnologie da migliorare. Molto interessante, poi, la prospettiva della leadership al femminile nel cantiere, affrontata da Chiara Ghilotti, vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cremona e segretaria Commissione sicurezza della Croil Commissione regionale: “La parità di genere in cantiere è ancora un miraggio. La sicurezza è un gioco di squadra e – parto dalla mia esperienza – la leadership femminile si basa sul costruire alleanze con lavoratori, datori di lavoro, committenti. Personalmente, utilizzo competenze tecniche e professionali, soft skills tipiche del genere ed altre trasversali”.

Il Pil del settore costruzioni è, in Italia, pari al 12%, eppure gli studenti delle scuole superiori afferenti al settore sfiorano appena lo 0,5%, riferisce Antonio Crescini di Eseb-Ente sistema edilizia Brescia. A Brescia abbiamo 14.000 imprese registrate alla Camera di commercio, che impiegano 50.000 addetti, ma solo 3.550 sono iscritte alla Cape, la cassa edile. I dati nazionali Inail dicono di 393.242 infortuni sui luoghi di lavoro, in diminuzione del 20,9% rispetto allo scorso anno, mentre le patologie di origine professionale denunciate – e, per la Procura di Brescia, ha portato una testimonianza Lisa Saccaro – segnano un incremento del +23,2%. Ben 657 sono incidenti mortali, 17 soltanto nel Bresciano dall’inizio di quest’anno, come ricorda Piersandro Chiodini di Ats Brescia. Cosa fare? “Dovremmo riuscire a creare una filiera unica dell’edilizia, che ci consenta il più possibile di evitare errori – afferma Massimo Deldosssi, presidente Ance Brescia – e rimettere al centro il benessere delle persone, non ragionare solo in termini di crescita e di numeri. Dobbiamo farlo anche quando progettiamo un edificio o eseguiamo una lottizzazione su un territorio; generare valore sì, ma perseguendo obiettivi di sostenibilità a lungo termine. Occorre un cambio di mentalità”.