Franco Gussalli Beretta, presidente Confindustria Brescia, un bilancio di quello che è stato il 2023
- Buongiorno a tutti, e benvenuti al consueto appuntamento di fine anno, per i saluti e per un bilancio di quello che è stato il 2023.
- Come sapete, Confindustria Brescia ha da sempre posto una particolare attenzione ai rapporti con la stampa – locale e nazionale –, convinta della sua importanza e del suo ruolo centrale nella creazione dell’opinione pubblica, anche in un momento di forte cambiamento per il vostro settore, sempre più orientato verso il digitale.
- Grazie quindi, in anticipo, per quanto fatto durante l’anno in corso e per aver dato risalto alle attività della nostra Associazione.
- Rispetto agli scorsi anni, questo incontro natalizio arriva a breve distanza da quella che è stata la nostra Assemblea Generale, organizzata – come sapete – lo scorso 10 novembre a Palazzolo sull’Oglio insieme a Confindustria Bergamo.
- Un appuntamento in cui abbiamo avuto l’opportunità di parlare di tanti dei temi a noi cari, confrontandoci con le istituzioni, e in particolare con il ministro Raffaele Vorrei quindi provare a dare un taglio differente alle mie parole di oggi, senza dilungarmi troppo su quanto avete già avuto modo di ascoltare a Palazzolo un mese fa, ma provando a fare con voi qualche ragionamento di bilancio e di prospettiva.
UNA RIFLESSIONE ECONOMICA: COME STIAMO OGGI
- Non possiamo, prima di tutto, non fare una panoramica generale sulla situazione economica che caratterizza oggi il Made in Brescia, ma più in generale il nostro Paese. A maggior ragione perché, rispetto a un mese fa, alcuni aspetti cominciano ad apparire decisamente più chiari.
- Partiamo da un contesto di ampio respiro: dopo un buon avvio nei primi mesi del 2023, nel secondo trimestre la crescita dell’economia italiana ha subito una temporanea inversione di tendenza, risentendo dell’erosione del potere d’acquisto delle famiglie dovuto all’elevata inflazione, della permanente incertezza causata dalla guerra in
Ucraina, della sostanziale stagnazione dell’economia europea e della contrazione del commercio mondiale.
- Le più recenti previsioni per l’anno in corso appaiono quindi meno ottimistiche di quelle formulate qualche mese fa. Secondo le ultime prospettive, l’Istat ha previsto un netto ridimensionamento della crescita del PIL nazionale, pari allo 0,7% sia nel 2023 che nel 2024, dopo il 3,7% del 2022 (stima).
- In tale contesto, tra luglio e settembre dell’anno in corso, l’attività produttiva del settore manifatturiero bresciano ha registrato una nuova contrazione (-0,3%), che segue quella sperimentata tra aprile e giugno (-0,4%). La dinamica negativa è giustificata non solo dalla consueta chiusura della maggior parte degli stabilimenti nei mesi estivi, ma anche dall’inasprimento delle condizioni operative delle imprese, su cui pesa, in particolare, la prosecuzione della fase di debolezza del contesto macroeconomico generale.
- Per quanto riguarda l’export, vi abbiamo inviato proprio ieri i dati relativi al 3° trimestre – con i relativi commenti – e il vice presidente delegato Mario Gnutti è ovviamente a disposizione per ulteriori chiarimenti.
- Capitolo Germania: al momento, è la nostra principale preoccupazione. Come sapete abbiamo condotto una survey per provare a quantificare il fenomeno del rallentamento tedesco, su un gruppo di 150 realtà associate – soprattutto PMI metalmeccaniche – con un fatturato complessivo di 9 miliardi di euro. Nei primi 9 mesi del 2023 emerge un dato allarmante: il 41% ha dichiarato che la quantità delle merci vendute verso il mercato tedesco è diminuita; tra queste, il 19% dichiara cali percentuali oltre il 20%, seppur il fenomeno venga generalmente considerato come transitorio.
MATERIE PRIME ED ENERGIA: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
- Si sono invece allentate, in buona parte, le tensioni rilevate in particolare tra il 2021 e il 2022 sul versante dei costi di acquisto delle materie prime e dei semilavorati, ma non si intravede una reale inversione di tendenza dei movimenti che hanno caratterizzato la ripresa post A riguardo, va ricordato che la perdita di marginalità cumulata a partire dal terzo trimestre 2020 è senza precedenti: a fronte di costi di acquisto in crescita del 128%, i prezzi di vendita sono aumentati “solamente” del 37%.
- A ciò si aggiungono inoltre le ormai ricorrenti riflessioni sui prezzi energetici. Pur in un contesto non più emergenziale, come quello degli scorsi anni, tengo comunque a ricordare un dato: secondo le stime del nostro Centro Studi, la bolletta dell’energia
elettrica per l’industria bresciana varrà oltre 1,1 miliardi di euro nel 2023, contro i 447 milioni del 2019; per quanto riguarda il gas, la cifra nel 2023 sarà di 392 milioni, contro i 139 del 2019; in totale (elettricità + gas naturale) siamo passati dai 586 milioni del 2019 a oltre 1,5 miliardi del 2023, con costi quindi triplicati, nonostante l’innegabile processo di efficientamento e riduzione dei consumi energetici intrapreso dalle nostre aziende.
- Nel dettaglio, inoltre, il prezzo medio rilevato a novembre del PUN in Italia è stato pari a 121,7 euro/MWh: nel confronto in Germania è 91,1 euro/MWh (-25%), in Francia 89,0 euro/MWh (-27%) e in Spagna 63,4 euro/MWh (-48%). È chiaro, quindi, che le nostre imprese scontano in tal senso un importante gap competitivo.
- Purtroppo, anche da parte del Governo non vediamo al momento risposte particolarmente significative, mentre ad esempio in Germania sono previsti sussidi e tagli fiscali per le imprese fino al 2028 (12 mld/anno) e in Spagna aiuti agli energivori sino al 2030 a compensazione dei maggiori costi dell’energia per emission trading (pari a 8,5 miliardi di euro); aggiungo inoltre quanto avviene in Francia, con l’accordo sul prezzo di vendita dell’energia nucleare dal 2026 – per 15 anni – al prezzo medio di 70 euro/MWh e a sostituzione del meccanismo ARENH (B. creato nel 2012, consentiva ai fornitori di energia francesi e ai concorrenti di EDF di acquistare parte della capacità produttiva del colosso francese a prezzi inferiori a quelli di mercato stabiliti dal governo).
IL 2023: UN ANNO INDIMENTICABILE
- Nel contesto economico appena descritto, si inserisce tuttavia una serie di riflessioni qualitativa che il 2023 in chiusura porta con sé. E, sotto questo punto di vista, consentitemi di dire che si è trattato di un anno indimenticabile per la nostra città.
- L’appuntamento con Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ha consentito a tutta la città di prendere un importante slancio verso il futuro e a noi, come Associazione, di spingere ulteriormente sul concetto tanto caro della cultura d’impresa.
- La Fabbrica del Futuro, l’Assemblea congiunta con Confindustria Bergamo, il progetto “Dalla Fabbrica all’Arte” dei Giovani Imprenditori, l’installazione “Prospettive” de Le Imprenditrici, il progetto “L’impresa nel romanzo”: sono solo alcune delle numerose iniziative che abbiamo portato avanti nel corso del 2023, con la supervisione del vice presidente delegato, Paolo Streparava.
- Allo stesso tempo, Confindustria Brescia ha voluto rinnovarsi: sia a livello interno, con un’organizzazione decisamente più funzionale anche nella divisione delle varie aree della struttura, sia con l’avvio di un importante piano di lavori per rendere sempre più accogliente la nostra sede di via Cefalonia, che è la casa di tutti gli imprenditori.
- La prima parte dell’intervento si è conclusa nel settembre scorso, con l’inaugurazione della rinnovata facciata, frutto di un importante investimento di 3,65 milioni di euro, a cui seguirà il rifacimento degli spazi interni: come avete avuto modo di vedere salendo oggi sino all’Ottavo Piano, siamo concentrati – in questo momento – sulla sostituzione dei vecchi ascensori con nuovi modelli che consentiranno un ulteriore miglioramento a livello di efficienza energetica e funzionalità.
COSA ASPETTA CONFINDUSTRIA BRESCIA NEL 2024
- Innovazione, digitalizzazione e capitale umano: ho avuto più volte modo di sottolineare che questi devono essere i capisaldi del nostro futuro.
- Sui primi due capitoli, mi preme ricordare la nascita del settore Digitale, che vedrà la luce nel primo semestre dell’anno in arrivo, con la nomina del presidente – che entrerà in Consiglio Generale – e del suo consiglio, per poi garantirne la piena operatività dalla seconda metà dell’anno.
- Ad esso si affiancherà la riorganizzazione del comparto Terziario, che diventerà quello dei Servizi per le Imprese, come annunciato nello scorso mese di novembre e sempre più orientato all’integrazione con il mondo manifatturiero, che da sempre caratterizza la nostra provincia.
- Ricalibreremo invece il nostro roadshow SetteOttavi, per cui ringrazio – per l’impegno profuso –, il vice presidente Francesco Franceschetti: se nel 2023 sono stati protagonisti i settori della nostra associazione, nel 2024 toccherà alle 7 zone in cui è suddiviso il nostro territorio, con un evento previsto in ognuna di esse. L’obiettivo è chiaro: portare, sempre di più, Confindustria Brescia sul territorio.
- Colgo inoltre l’occasione per augurare, nuovamente, un buon lavoro a Francesco Veneziani, che oggi è qui con noi, e che dallo scorso 4 dicembre è presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, succedendo ad Anna Tripoli: Francesco, hai davanti 4 anni importanti di lavoro e sono certo che i Giovani, così come la Piccola Industria, rappresentata da Marco Capitanio, non faranno mancare il loro stimolo e i loro contributi all’Associazione, come già ampiamente dimostrato negli ultimi anni.
CAPITALE UMANO: UN FOCUS SPECIFICO
- Vorrei aprire una parentesi sul tema del capitale umano, su cui ho sempre insistito, e quindi sul mercato del lavoro.
- Il mercato del lavoro bresciano mostra generalizzati segnali di forza, nonostante alcuni elementi di fragilità. Nei primi sei mesi dell’anno, la variazione netta dei rapporti di lavoro in essere è infatti risultata ampiamente positiva (+20.899 unità), in sostanziale continuità con quanto rilevato nello stesso periodo del 2022 (+21.330). Per quanto riguarda il solo contratto a tempo indeterminato, la variazione netta è pari a +8.199 unità.
- Tuttavia, nei primi dieci mesi dell’anno il ricorso agli ammortizzatori sociali ha mostrato un incremento rispetto all’analogo periodo del 2022: le ore autorizzate di GIG si sono complessivamente attestate a 15,9 milioni, con un aumento del 43,2% rispetto al 2022.
- Il tasso di disoccupazione è invece sceso su livelli definiti “frizionali” ovvero fisiologici, mentre il tasso di inattività fra le femmine bresciane si è attestato più vicino al dato nazionale, che alla virtuosa media lombarda. Tutto ciò indicherebbe una limitata partecipazione delle donne del nostro territorio al mercato del lavoro locale, a espressione di un potenziale solo in parte sfruttato.
- Su questa tematica continueremo a lavorare in stretto legame con Fondazione AIB, e allo stesso tempo continuando a insistere sugli ITS Academy, che – come più volte sottolineato – rappresentano per noi la soluzione principale all’ormai strutturale problema di mismatch tra domanda e offerta che caratterizza il nostro territorio.
L’ANNO IN ARRIVO: UNA RIFLESSIONE GENERALE SUL MADE IN BRESCIA
- Vi ho detto di cosa ci attendiamo sotto il punto di vista della nostra Associazione; ora vorrei ampliare il campo di analisi in generale al mondo produttivo della nostra
- In particolare, vorrei riflettere sul tema degli investimenti, che va inevitabilmente a legarsi a quello del credito. Sul versante del credito alle imprese, la quantità dei prestiti a disposizione delle imprese bresciane è in forte contrazione: a fine agosto di quest’anno tale importo si è attestato sui 21,7 miliardi di euro, in flessione del 17,6% rispetto all’analogo periodo del 2022 (26,3 miliardi), quando i prestiti raggiunsero un picco in occasione dell’impennata dei prezzi degli input energetici.
- La diminuzione dello stock di prestiti ha una serie di motivazioni, che possono essere ricondotte sia a un calo della domanda – determinato dall’aumento del costo del denaro e dalla minore richiesta di fondi a seguito delle più ridotte esigenze di liquidità per circolante e investimenti – sia a una più elevata rigidità dell’offerta, connessa con un maggiore rischio percepito da parte degli intermediari e con il minore disponibilità a
- Sottolineo una cosa: tra i principali settori produttivi, il calo più intenso riguarda l’industria (-25,3%), a fronte del -9,2% dei servizi e del -13,6% delle costruzioni.
- Il Made in Brescia ha fatto fronte alla situazione ricorrendo alle importanti liquidità maturate: si tratta certamente di un importante “polmone” per le nostre imprese – stimato all’inizio del 2023 sui 7 miliardi di euro, in crescita per almeno il 50% delle imprese –, che può essere destinato, in questo periodo caratterizzato da forti restrizioni nell’offerta, per finanziare il circolante e i piani di investimento approvati dalle aziende.
- Tuttavia, siamo consapevoli che tale strada non può rappresentare una soluzione di lungo periodo al problema, quanto invece una prima risposta, non strutturale, alla condizione che stiamo vivendo in questo periodo. In prospettiva, il sistema imprenditoriale deve essere ricettivo nella ricerca di soluzioni stabili a queste problematiche, valutando strumenti di finanza alternativa.
- Alla luce di tutto quanto riportato sin qui e di quella che – auspichiamo – potrà essere la ripresa della Germania (le previsioni sono del +0,9% nel 2024, contro il -0,5% nel 2023), unita a un PIL mondiale atteso crescere a un ritmo del 2,9%, attendiamo per l’economia bresciana un 2024 complesso moderatamente positivo, benché connotato da forti elementi di fragilità e incertezza.
Grazie a tutti per l’attenzione, io e tutti i vice presidenti – alcuni dei quali ho già avuto modo di citare – siamo a disposizione se avete domande. Buon proseguimento di pranzo e buone festività a tutti.