Positiva la pubblicazione del decreto attuativo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili

Il 23 gennaio scorso, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il decreto attuativo sulle Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile (CACER), all’interno delle quali rientrano anche le CER, Comunità Energetiche Rinnovabili. Il provvedimento (D.M. 07/12/2023 n. 414) stabilisce le modalità di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in CACER, nonché i criteri e le modalità per la concessione dei relativi contributi previsti dal PNRR. Il quadro regolatorio è stato poi completato venerdì 23 febbraio con la pubblicazione del decreto che approva le Regole Operative per l’accesso ai benefici. Per il prossimo 8 aprile il GSE renderà infine disponibile le piattaforme per la presentazione delle domande di ammissione agli incentivi e ai contributi in conto capitale previsti dal PNRR. Riportiamo, a seguito, della notizia, il commento di Confindustria Brescia.

“Era una misura che stavamo aspettando da diverso tempo, in quanto può rappresentare un importante strumento di stimolo per lo sviluppo delle fonti rinnovabili sul territorio, garantendo allo stesso tempo una interessante simbiosi con le amministrazioni pubbliche locali e i cittadini, in una logica “win-win” – spiega Fabio Astori, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Transizione Ecologica e Sicurezza –. Vi sono moltissimi edifici pubblici che, pur contraddistinti da consumi non troppo elevati, hanno a disposizione ampi spazi per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti: penso a scuole, palestre comunali, impianti sportivi, municipi. Al contrario molte imprese, industriali ma anche artigianali, e cittadini non dispongono di superfici sufficienti a soddisfare il proprio fabbisogno con l’autoproduzione. La CER risponde proprio a questa esigenza, in quanto permette di far incontrare domanda e offerta su scala locale, generando al contempo benefici per i membri della comunità e per la collettività. Non a caso il decreto fissa anche dei valori soglia di energia condivisa, oltre i quali l’eventuale importo della tariffa premio eccedentario deve essere destinato ai soli consumatori diversi dalle imprese, e\o utilizzato per finalità sociali aventi ricadute sui territori ove sono ubicati gli impianti per la condivisione.”

Per Confindustria Brescia, l’argomento delle CER è da tempo oggetto di interesse, tanto da essere stato protagonista di un tavolo tematico già nel corso dell’Assemblea Generale della Piccola Industria dello scorso luglio.

“Non ci siamo fermati qui – aggiunge Marco Capitanio, presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –: in questi mesi, in attesa della pubblicazione dei vari decreti attuativi, abbiamo voluto testare sul campo cosa significhi progettare e implementare una CER, dando vita a due sperimentazioni: una nel comune di Gavardo e l’altra a Torbole Casaglia. Si è iniziato con la sensibilizzazione sul tema e l’avvio di contatti con imprese e amministrazioni comunali dei due comuni. L’esito di questa fase preliminare si è poi concretizzato attraverso la partecipazione al bando di Regione Lombardia per la raccolta di proposte di costituzione di CER da parte dei soggetti pubblici e del relativo dossier di candidatura. Al bando farà poi seguito un secondo step, che prevede l’accompagnamento e il supporto alle amministrazioni per la realizzazione delle CER anche attraverso l’attivazione di specifiche misure di supporto finanziario. I risultati e le evidenze di questa esperienza pilota, condotta con il supporto di Fedabo Spa SB, sono serviti a comprendere appieno il meccanismo delle CER, mettendone in evidenza i punti di forza e le criticità, e provando a individuare eventuali soluzioni e metodologie operative da condividere poi con tutte le imprese associate, nel corso di un seminario che Confindustria Brescia organizzerà il 14 marzo presso la propria sede”.

Cos’è una CER?

CER è l’acronimo di Comunità Energetiche Rinnovabili. Si tratta di una forma di aggregazione volontaria che consente di condividere energia elettrica generata da impianti a fonte rinnovabile e non autoconsumata direttamente nel punto di produzione, con altri consumatori partecipanti alla CER e sottesi alla medesima cabina primaria (l’area sottesa a una cabina primaria è variabile da caso a caso. Indicativamente può arrivare a coprire anche l’intero territorio di uno o più comuni).

La CER promuove produzione e contestuale consumo di energia elettrica rinnovabile su scala locale (autoconsumo diffuso) sfruttando la rete di distribuzione già esistente ed è un’entità giuridica a tutti gli effetti, con un proprio statuto e regolamento che devono essere sottoscritti da tutti i partecipanti alla comunità. Nella CER non possono partecipare le grandi imprese. Oltre alle CER il decreto incentiva anche i cosiddetti sistemi di autoconsumo individuale, che prevedono l’autoconsumo a distanza di energia elettrica rinnovabile da parte di un singolo cliente finale, sempre con l’utilizzo della rete di distribuzione esistente sottesa alla stessa cabina primaria per collegare i siti di produzione e i siti di consumo. Questa opzione può essere molto interessante per i clienti industriali con più di un sito.

A livello di sistema, la CER non comporta la costruzione di nuove linee elettriche, favorisce lo sviluppo di nuova potenza rinnovabile ed evita che l’energia venga trasportata su distanze più lunghe, con conseguenti benefici in termini di riduzione delle perdite di rete. Da un punto di vista economico il beneficio più evidente per la CER è l’incentivo che questa riceve per la quota parte di energia che viene condivisa all’interno della Comunità stessa (con il vincolo di destinare tali proventi, qualora eccedano determinate soglie, ai soli consumatori diversi dalle imprese e\o utilizzato per finalità sociali aventi ricadute sui territori ove sono ubicati gli impianti per la condivisione). L’incentivo si applica alla sola quota di energia condivisa nell’ambito delle CACER ed è concesso per 20 anni. Consiste in una tariffa premio diversificata sulla base della potenza dell’impianto (crescente al diminuire della taglia dell’impianto), regolata in funzione del prezzo zonale orario dell’energia elettrica e nel rispetto di un valore massimo (cap price). Considerando tutti questi fattori l’incentivo è comunque compreso tra i 60 €/MWh e i 120 €/MWh e viene poi corretto in base alla localizzazione geografica (gli impianti nelle regioni del Centro e del Nord godono di una maggiorazione della tariffa rispettivamente di 4 e 10 €/MWh per tenere conto del minore livello di insolazione). Il decreto prevede un contingente di potenza incentivato tramite CACER di circa 5 GW complessivi. È previsto, inoltre, lo stanziamento di 2,2 miliardi di euro di risorse dal PNRR come contributo in conto capitale per le CER e i sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.