Confapi Brescia, CER: un’impresa su quattro ne ha buona conoscenza e il 19% è pronto a partire
Approvate nelle scorse settimane le regole operative per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), l’8 aprile il GSE (Gestore Servizi Energetici) metterà in funzione il portale attraverso il quale sarà possibile fare domanda di ammissione per l’accesso alle tariffe incentivanti e ai contributi in conto capitale previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Potenzialmente si tratta di un punto di svolta significativo per le piccole e medie imprese, le pubbliche amministrazioni e i privati cittadini ma, a pochi giorni dall’apertura del portale, il livello di conoscenza complessivo sulle CER è ancora abbastanza limitato, sebbene siano stati fatti importanti passi in avanti.
Un’indagine realizzata dal Centro Studi Confapi Brescia, interrogando un campione di 100 imprese associate rappresentative del tessuto associativo e quindi in prevalenza metalmeccaniche, evidenzia, infatti, che oltre la metà delle PMI (54% del campione) registra ancora una conoscenza scarsa o nulla in merito alle CER. A fine 2022, in occasione di un’analoga ricerca condotta dall’Associazione, le imprese che non conoscevano le CER erano però ben di più e pari al 76%. Il livello di buona conoscenza è invece triplicato, passando dall’8% di fine 2022 al 24% di oggi. Nel complesso, la situazione è in miglioramento, ma la conoscenza è ben lungi dall’essere diffusa. Da sottolineare che il 42% degli intervistati afferma che la propria associazione di riferimento ha rappresentato la principale fonte informativa sul tema. Cresce dal 6% al 19% anche la percentuale di coloro che – in possesso di un sistema di conoscenze di base – sono attivi nella ricerca di informazioni pratiche, operative, al fine di divenirne parte.
«Positivo che quasi la metà degli intervistati abbia sottolineato il ruolo della nostra associazione nell’accrescere conoscenza e consapevolezza sulle CER – sottolinea il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua -. Adesso si tratta di fornire strumenti pratici per far sì che il numero di imprese interessate possa crescere. C’è però la necessità di chiarire ancora alcuni aspetti in termini di regolamentazione e di finanza agevolata a disposizione per poter dare un vero innesto a un processo che per noi ha grandi potenzialità».
L’accesso al finanziamento può infatti rappresentare un freno per le comunità energetiche, specialmente per progetti su piccola scala che, però, potrebbero essere i più diffusi e interessanti da avviare nelle comunità di dimensioni contenute.
«La necessità di formare un soggetto giuridico autonomo non aiuta, così come da chiarire sono anche alcuni aspetti fiscali in merito alla tassazione – afferma Enea Filippini, direttore di Apiservizi e responsabile Energia di Confapi Brescia -. Allo stato attuale delle cose l’impressione è che il solo beneficio economico non sia più il driver principale che possa muovere le imprese, ma vada visto in un’ottica ESG e, magari, come forma di welfare aziendale. Detto questo le CER possono essere uno strumento interessante, ma non vanno viste come un prodotto da usare in formato standard, bensì in un’ottica sartoriale, con dimensioni e finalità precise legate ai singoli territori».
«Noi, come Associazione – sottolinea Pierluigi Cordua -, continueremo a svolgere il nostro ruolo di stimolo per fornire anche strumenti pratici che vadano a evidenziare le opportunità di tale strumento, anche in un’ottica di ESG e di relazione con le comunità locali di appartenenza».