Cambiamenti climatici: Cosmogarden è anche sostenibilità con la gestione della risorsa idrica
“Acqua, sistemi di verde e cambiamento climatico, ‘le gocce contano’” è il tema dell’appuntamento che si è tenuto all’interno di Cosmogarden, la fiera ospitata al Brixia Forum di Brescia e dedicata alla progettazione, realizzazione, arredo e manutenzione degli spazi verdi indoor e outdoor.
Se, infatti, l’argomento della fiera è il green, non si può non tener conto del fattore acqua. La domanda centrale dell’incontro è stata: “Come riusciamo a gestire la risorsa idrica?”
“Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti climatici – ha sottolineato Giorgio Vacchiano, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali all’Università degli Studi di Milano – che vanno da periodi di lunga siccità a forti precipitazioni. Quello che sappiamo è che il verde pubblico è uno strumento a favore dell’uomo. Da un lato porta ad un abbassamento delle temperature, dall’altro aiuta a gestire l’eccesso di precipitazioni: le foglie assorbono fino a 200 litri d’acqua facendola arrivare a terra più lentamente. Ma la vegetazione ha anche risvolti positivi sul benessere delle persone, perché è dimostrato che fa diminuire lo stato di stress e aggressività”.
“È ora – conclude Vacchiano – di un cambio di paradigma. Non ragionare più sulla singola pianta ma in termini più ampi sull’intero ecosistema, e lo si può fare solo sensibilizzando l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale del verde pubblico”.
Ma come stiamo gestendo le risorse idriche necessarie anche alle piante, all’interno dei contesti urbani? Secondo Stefano Barontini del dipartimento di Ingegneria civile, Ambiente, Territorio, Architettura e Matematica dell’Università degli Studi di Brescia, “abbiamo voltato le spalle all’acqua. Le nostre città in passato erano ricche di canali, che purtroppo sono stati chiusi per motivi sanitari, e nel tempo ce ne siamo dimenticati facendoli diventare ricettacolo di detriti non più in grado di far scorrere le grandi quantità di acqua con le ovvie conseguenze”.
“L’Italia presenta quasi il 50% delle superfici urbane allagabili – ha sottolineato il paesaggista Luca Dordolò, riprendendo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente – siamo solo al sesto posto in Europa. Abbiamo ancora molta acqua, ma la gestiamo male, soprattutto a causa dell’estesa impermeabilizzazione del terreno che ha un duplice rischio: idraulico e di inquinamento delle acque potabili che rappresentano solo lo 0,5% del totale”.
Un esempio pratico di come il verde possa contribuire alla salute della città lo ha riportato la dott.ssa Marcella Ghidoni del Comune di Mantova con il progetto del Parco Te, creato completamente da zero. “Ciò che abbiamo notato – conclude Ghidoni – è che la temperatura all’interno del parco durante la stagione estiva è molto più gradevole rispetto alle aree adiacenti. Il progetto permette anche di riportare la fauna in città grazie agli impianti di irrigazione e alle fontane presenti”.