Sul Lago di Garda si guarda ad Oriente, strizzando l’occhio al prossimo Expo di Osaka 2025

“Progettare società future per le nostre vite” è il tema dell’Expo 2025 che si terrà ad Osaka in Giappone con l’obiettivo ambizioso di essere un luogo in cui le conoscenze del Mondo saranno riunite e condivise per aiutare a risolvere i problemi globali.

Il progetto del Padiglione Italia in particolare pone al centro della riflessione il valore della persona e le sue interazioni con il mondo circostante: la società, ma anche la tecnologia e la sostenibilità. Italia e Giappone vantano infatti un record assoluto a livello mondiale e cioè quello di vantare il maggior numero di centenari in proporzione alla popolazione, segno evidente che la qualità e lo stile di vita sono particolarmente buoni e corretti. Un tema questo che si adatta bene a descrivere la bellezza della vita sul Lago di Garda dove il paesaggio, la natura, la vegetazione, i colori e i profumi, offrono anche a chi è solo di passaggio per una vacanza o un viaggio di vivere una vera “experience” del “Lombardia Style” come l’ha definito Barbara Mazzali, Assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda di Regione Lombardia in occasione della visita a Gardone Riviera per la presentazione della proposta di progetto.

“Tanti studi evidenziano l’importanza strategica del ‘Destination marketing ’nel turismo – ha spiegato l’Assessore Mazzali – e oggi, infatti, i potenziali turisti hanno facilità di accesso e collegamento con tante destinazioni in tutto il mondo, a portata di ‘click’. La competizione è serrata. Per attrarli è quindi necessario valorizzare il proprio brand, l’immagine positiva collegata alla possibilità di vivere esperienze uniche. Così è nato il nostro progetto di Marketing territoriale, il ‘Lombardia Style’. Grazie a questo brand vogliamo mettere ‘a sistema ’le tante e diverse eccellenze lombarde: paesaggi, cultura, moda-design, artigianato, tradizioni, enogastronomia”. La persona è dunque al centro, il valore dell’essere umano e delle relazioni interpersonali raccontato attraverso tutto ciò che può migliorare la qualità della vita.

Sulla sponda bresciana del Lago di Garda la sfida è stata raccolta con entusiasmo dall’Associazione Gardone Europa, Presidente l’architetto Monica Tessarolo, che ha voluto da subito coinvolgere un popolo rispettoso della persona e dell’ambiente che lo circonda

per promuovere un Turismo di qualità e non di massa, coinvolgendo Enti ed Istituzioni, Attività Turistiche e privati cittadini nell’offrire una proposta culturale di altissimo livello volta a promuovere l’’’experience” gardesana, la qualità della vita, il rispetto del paesaggio anche ai Paesi più lontani e che meno conoscono il Lago di Garda. Considerando la prospettiva dell’Expo 2025 a Osaka, che prevede una possibile partecipazione di “Experience” all’interno dello stand di Confindustria dedicato alla Longevità; il palinsesto degli eventi sarà dedicato nei prossimi mesi dunque proprio al Paese del Sol Levante, con arte, musica e cultura giapponese a confrontarsi con il territorio del Lago di Garda. Presenti fin dai primi passi il Presidente del Consorzio Lago di Garda – Lombardia Marco Girardi e la Direttrice Daiana Cominotti, sono stati coinvolti in prima battuta anche il Sindaco di Gardone Riviera Andrea Cipani con il vice sindaco Gianpietro Seresina e il Presidente della Pro Loco di Gardone Alessandro Cipani con l’auspicio che una volta concluso il momento delle elezioni anche gli altri Comuni, da Salò a Toscolano a Limone del Garda, possano condividere l’esperienza.

Un Comitato Tecnico guidato dal Comm. Nicola Bianco Speroni “giapponese di lungo corso” con l’ausilio di Alberto Moro, Presidente dell’Associazione Culturale Giappone in Italia, Graziella Belli, direttrice del Giardino Botanico “Heller”, Monica Tessarolo, Presidente dell’Associazione “Gardone Europa” ha saputo coinvolgere artisti di fama internazionale che porteranno sul Lago di Garda opportunità di incontri culturali unici e di grande appeal per un largo pubblico.

E ’in allestimento proprio in questi giorni nel Grand Hotel Fasano, nell’Hotel Savoy, nell’Hotel Benaco e nel Giardino Botanico Heller una mostra di arte contemporanea di due giovani artisti coetanei Tiziano Ronchi e Mitsuki Akiyama che da prospettive geografiche diverse indagano il rapporto uomo-natura con risultati a volte perfettamente coincidenti.

L’inaugurazione è prevista per il 28 giugno alla presenza del Console Generale del Giappone Toshiaki Kobayashi, con la presentazione degli artisti Tiziano Ronchi, e di Mitsuki Akiyama e della mostra fotografica “il mio Giappone“di Alberto Moro. La cerimonia prevede la partenza dal giardino Botanico Heller per la raccolta di fiori recisi che verranno utilizzati durante la cerimonia del the presso il Grand Hotel Fasano nel pomeriggio. Durante il percorso si visiteranno gli Hotel Savoy e Montebaldo che ospitano le opere degli artisti ed il percorso sarà accompagnato da una visita guidata riservata alla moglie del Console e agli ospiti che vorranno assistere, in ricordo della storia di Gardone e della presenza, in tempo di guerra, del Consolato giapponese a Gardone Riviera.

Di seguito il programma prevede anche momenti musicali fra i quali, particolarmente atteso a Gardone, il celebre pianista giapponese Takahiro Yoshikawa. La conclusione del progetto avverrà ad ottobre presso il Giardino Botanico Heller per l’inaugurazione della casa del the che verrà realizzata dall’architetto giapponese Sachimine Masui.

 

Arte, natura e contemporaneità 

Una camera con vista sulla bellezza del Lago di Garda

La natura ha ispirato l’arte fin dagli albori dei tempi, quando l’uomo era ancora “quello della pietra e della fionda” come scriveva Quasimodo e senza confini geografici né latitudini. Anche il Giappone e l’Italia non fanno eccezione, due Paesi lontani quanto più è difficile immaginare dove tuttavia l’arte risulta ugualmente ispirata dall’interazione tra uomo e natura. Nell’arte giapponese abbiamo l’arte Ukiyo-e che rappresenta, oltre alle figure umane, anche paesaggi, fiori, uccelli e altre scene naturali. Artisti come Hokusai e Hiroshige hanno creato stampe iconiche che celebrano la natura. Gli Haiku invece sono poesie che hanno spesso la natura come tema centrale, i famosi haiku di Matsuo Bashō catturano momenti fugaci nella natura. I giardini zen giapponesi poi sono veri e propri capolavori di design che incorporano elementi naturali come rocce e piante con l’intento di ricreare l’armonia tra uomo e natura che la vita frenetica infrange. L’Arte Contemporanea Italiana erede di una tradizione smisurata esplora oggi percorsi nuovi come la Bioarte e Land Art: artisti come Tiziano Ronchi, bresciano e Mitsuki Akiyama, giapponese ma nato a Roma, esplorano la relazione tra uomo e natura attraverso opere che utilizzano materiali naturali o si integrano nel paesaggio. In entrambe le culture, l’arte continua a essere uno strumento per esplorare e apprezzare la bellezza e la complessità della natura.

In effetti il rapporto tra uomo e natura attraverso l’arte è un tema di grande rilevanza sia nei dibattiti scientifici che in quelli estetico-artistici, già nella cultura greca la dicotomia tra natura e arte era presente e l’arte contemporanea esplora lo stesso tema in modi diversi e innovativi. Ronchi e Akiyama hanno sviluppato una coscienza ecologica molto forte, sfidano i confini tra arte e realtà, inseriscono opere direttamente nel paesaggio naturale e utilizzano materiali naturali o si ispirano alla natura per creare opere d’arte. Con alcune opere contemporanee affrontano temi ecologici in modo critico, altre opere sono invece di ammirazione per la bellezza del mondo naturale, lungo un percorso che abbraccia la natura come protagonista e si impegna a riflettere sulla nostra relazione con l’ambiente circostante.

La natura è da sempre molto importante nella cultura giapponese, ma la nostra accezione del termine è stata importata in Giappone dagli Occidentali. Prima di tale influsso il suo corrispondente aveva un significato simile a “essere naturali”, ovvero sentirsi un tutt’uno con la natura divenendone parte. Nella produzione di Mitsuki si evidenzia come l’opera d’arte e la natura non possano vivere separatamente. Tale legame profondo è attivato dall’anima dell’uomo che introietta in se stessa la natura. Il concetto di natura, per altro, nella cultura nipponica include anche l’uomo.

La famiglia Akiyama è una famiglia di artisti. Il venticinquenne Nobushige, nel 1986 dal Giappone giunge in Italia per studiare arte e si stabilisce a Roma dove vive e lavora. A Roma, nel 1992 nasce il figlio, Mitsuki che ha sempre vissuto tra due culture, l’italiana e la giapponese, ma la sua formazione artistica è prevalentemente nipponica. Dopo aver frequentato le scuole superiori a Roma, nel 2016 consegue la Laurea presso la Facoltà di Educazione, Corso di Educazione Artistica, University of the Ryukyus, Okinawa, Giappone. Segue un biennio di Master in Scultura presso la Hiroshima City University. Recentemente ha concluso presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, il Corso di Scultura, Arte Pubblica e Ambientale, grazie ad una Borsa di Studio della Associazione Culturale POLA. Ha iniziato ad esporre nel 2016 in Giappone presso il Museo Urasoe di Okinawa, l’Università Joshibijutsu di Kanagawa, l’Artspace in Miyajima di Okinawa. Nel 2018 espone a Morelos, in Messico, in una Mostra in collaborazione tra l’Università di Hiroshima e il Centro Morelese de las Artes. Dal 2019 espone in Italia: Galleria Edieuropa di Roma; Auditorium di Narni; Horti Leonini a San Quirico d’Orcia. Nel 2019 espone anche al Museo del Marmo di Tinos, in Grecia. Nel 2021 è al Museo dell’Orto Botanico di Roma

Nell’antica Grecia il termine “geografia” nasceva dalla crasi tra le parole gea e grafia, binomio che lo presentava come una descrizione, o scrittura, della Terra. Secondo questa connotazione – e seguendo le poetiche e frammentate descrizioni visive dell’artista Tiziano Ronchi – l’Essere Umano è di per sé Geografia, poiché protegge e conserva nel suo Io più intimo e profondo le Tracce e le Impronte che la Natura ha lasciato sul suo corpo e nella sua psiche. Come in un inno alla legge dei frattali – descritti come figure geometriche caratterizzate dal ripetersi sino all’infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta – il legame tra Noi e l’Universo naturale è ancestrale e perpetuo, più di quanto sembriamo renderci conto, basti pensare ai tuoni che scuotono il nostro petto o alle galassie che proteggiamo sotto le nostre palpebre.

È in questo universo di unione e comunione tra l’Essere Umano e la Natura, che la Traccia diviene simulacro, una grafia – per l’appunto – che determina e dimostra il nostro esserci fatti vita e carne. La necessità di lasciare un’Impronta fa da sempre parte della natura umana: vi è come un bisogno di imprimere un Segno che perdurerà per sempre, un Segno in grado di raccontare la nostra vera essenza, il nostro Essere.

Come afferma l’artista “la Traccia è la scrittura della nostra vita, il Segno più tangibile di un passaggio, di un passato, di un processo, un’espressione del presente, un codice per il futuro che scaturisce da un’emozione privata, fluida, sessuale, un alfabeto interiore che ci permette di entrare in contatto con l’origine del mondo e l’essenza più profonda di noi stessi”. L’elemento naturale viene rappresentato come scrigno di memoria, genuinità e bellezza, generatore di un’unione simbiotica che conduce l’Uomo a riscoprire una verità originaria e primordiale, capace di riconoscere i valori della vita, portandolo infine alla compenetrazione totale con Sé stesso e l’Altro. Il significato originario della Natura, definita come “ciò che sta per nascere”, si pone in rapporto ossimorico con le opere di Tiziano Ronchi, che la descrive come fonte da cui l’uomo attinge per riscoprire una sua nuova e più pura rigenerazione, grazie alla quale si palesano le proprie Tracce.

Tiziano Ronchi nasce nel 1995 a Brescia, dove vive e lavora. Laureato in Progettazione dell’Architettura presso il Politecnico di Milano e in Arti Visive Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, traccia la propria quotidianità, attraverso cammino, viaggio, esperienza diretta, e contatto profondo con la Natura e con l’Altro.Tre le tematiche alla base della ricerca artistica: Compenetrazione; Impronta; Catalogazione. Compenetrazione come ‘con – fusione’ tra l’elemento umano e l’elemento naturale, con¬taminazione di sfere linguistiche e di materiali differenti in relazione alle leggi naturali e agli equilibri sociali e individuali. Compenetrazione è scambio viscerale, sessualità: neces¬sità di lasciare un’Impronta, origine germinativa: pura Natura. Impronta come esigenza di mescolarsi e segnarsi con l’Altro e la Natura stessa. L’opera è presenza fisica importante, coinvolgendo il fruitore in uno scambio profondo con la materia e la Traccia, tra esperienza e conoscenza. Catalogazione come svisceramento delle emo – sensazioni suscitate dal rapporto con l’Altro e con la Natura e tentativo – volontà di tracciare una scala naturae, risultato dell’e¬sperienza personale dell’artista, filtro osmotico generativo tra il mondo e il suo intimo sentire.

Nel 2019 realizza il progetto Homem-Natureza durante il Service Learning presso la Escola das Artes São Lucas di Castanhal (Brasile). Sempre nel 2019 partecipa alle mostre Guidami Tu, Luce Gentile presso il Museo Diocesano di Brescia, curata da Paolo Sacchini e Ilaria Bignotti, a Give Photography a Chance, a cura di Ma.Co.f (Centro della Fotografia Italiana), presso il MO.CA di Brescia, e alla mostra Final Critic negli spazi di Accademia di belle arti SantaGiulia, Brescia, a cura di Paolo Sacchini e Ilaria Bignotti. Nello stesso anno espone alla collettiva Alla ricerca del Bello a Villa Glisenti (Villa Carcina), a cura di Raffaella Fracassi e a Il Chiodo D’Oro presso lo Chalet Monte Maniva, a cura di Sara Mazzotta. Nel 2020 espone al The 1st Minimally HPB Live Symposium, a cura di Paolo Sacchini e Ilaria Bignotti, presso la Fondazione Poliambulanza, Brescia. Nel medesimo anno partecipa a Gesto Zero. Istantanee 2020, mostra itinerante curata da Ilaria Bignotti, ACME Art Lab (Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla Remondina), Giorgio Fasol e Matteo Galbiati, che ha coinvolto le città di Brescia (Museo Santa Giulia), Cremona (Museo del Violino) e Bergamo (Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena). Da giugno 2021, fa parte del Borgo Artisti Bienno, e aderisce a diverse iniziative tra cui l’evento Attraverso e Attraverso 2.0 (Bienno). Sempre nel 2021, realizza la performance evolutiva dell’opera duaLOVE (casa Valiga, Bienno) ed espone nella collettiva NewArt Exhibition, a cura di Andrea Montini e Silvia Natali, nella Torre Avogadro di Lumezzane. Nature Imprint (Alberodonte di Rodengo Saiano), realizzata nel 2020 e curata insieme ad Arianna Montini è la sua prima mostra personale. A Giugno 2021 realizza la personale TRACCE., a cura di Barbara Crimella, nella Chiesa sconsacrata di Sant’Antonio di Breno. Ad agosto 2021 partecipa alla collettiva In Absentia, curata da Paolo Sacchini, Giulia Palamidese e Natalie Zangari, (quartiere storico di Temù), e alla mostra Dualità nel trionfo, a cura di Mino Morandini e Borgo degli Artisti di Bienno, presso la Casa Valiga di Bienno.

 

Alberto Moro mostra Fotografica “Il Mio Giappone”

Il percorso espositivo comprende quarantaquattro fotografie che raccontano, tramite lo sguardo e l’esperienza del fotografo, il Giappone contemporaneo, tra modernità e tradizione, attraverso tre sezioni: Kyoto, Tokyo e il chadō, la Via del tè. Un racconto poetico per immagini, che mostra la capacità di saper cogliere l’attimo e fermare il tempo. L’incontro di Moro con la cultura giapponese nasce da una ricerca estetica che, dal decadentismo, lo ha portato ad approfondire gli aspetti più profondi del concetto di bellezza. Secondo il fotografo infatti è proprio nella ricerca della bellezza che si annida il senso della vita. Altro aspetto altrettanto interessante delle sue immagini è quella cura per i particolari e quella serenità proprie di chi pratica la Via del tè, ma con una naturalezza e una sincerità non comuni”.

In sintesi, con queste parole Alberto Moro descrive il suo ultimo lavoro: “Un viaggio privato all’interno di una cultura che amo, quella giapponese, un racconto personale che narra di me, del mio mondo e del mio modo di vedere e concepire la vita, non un reportage”.