Brescia: brusca flessione delle esportazioni anche tra gennaio e marzo
L’export bresciano apre anche il nuovo anno con una flessione: nel 1° trimestre 2024 si registra un calo dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (tendenziale). Continua così la tendenza ribassista che dura da 12 mesi, dopo i significativi incrementi rilevati nel 2021, 2022 e inizio 2023. Le esportazioni complessive ammontano a 5.089 milioni di euro, valore che comunque si posiziona al settimo posto in termini di grandezza da quando è disponibile la serie storica.
A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.
Una dinamica commerciale che viene influenza da una serie di fattori, in particolare dal ridimensionamento dell’attività produttiva locale (-2,3% tendenziale) e dai bassi prezzi delle materie prime.
In questo scenario, anche a seguito della forte esposizione della manifattura bresciana ai prezzi delle materie prime metallurgiche, la contrazione delle esportazioni provinciali nei primi tre mesi continua a risultare più intensa di quanto rilevato in Lombardia e in Italia. Allo stesso tempo dalla parte delle importazioni Brescia registra un calo (-7,8%) più in linea rispetto a quello lombardo (-5,7%) e nazionale (-10,1%).
Un ulteriore elemento che va ad impattare significativamente sulla performance dell’export bresciano è rappresentato dalle generalizzate e continue flessioni per le esportazioni verso i principali mercati di destinazione del made in Brescia. In particolare, va segnalato un vero e proprio crollo dell’export verso la Germania, stimato del -20,6%. Un dato particolarmente critico, che conferma ulteriormente la fase delicata che questo Paese sta vivendo a livello economico, e su cui incidono fattori non solo di breve periodo, ma in parte anche strutturali, che certificherebbero l’attuale vulnerabilità dell’economia di Berlino.
“I recenti incrementi che hanno iniziato a impattare significativamente sulle quotazioni dei metalli non ferrosi sono attenuati nella media del trimestre – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Tali tendenze si inseriscono in un contesto globale non particolarmente brillante, caratterizzato da un commercio mondiale stagnante e dall’indice PMI manifatturiero che anche in questo periodo fatica a decollare. Elementi di freno che stanno però impattando con più forza sul Made in Brescia rispetto ad altri territori nazionali: in Lombardia, infatti, le esportazioni sono calate del 3,4%, mentre in Italia hanno registrato una contrazione del 2,8%. Il calo della Germania – che proprio in questi giorni ha visto un’importante inversione politica, di cui valuteremo gli effetti nel prossimo periodo – è un elemento già noto e che, non lo nascondiamo, ci preoccupa, ma deve allo stesso tempo stimolarci a cercare nuove soluzioni e nuovi mercati di sbocco per i prodotti del Made in Brescia. Sotto questo punto di vista, continuiamo a guardare con attenzione mercati come quello statunitense, che rimane particolarmente dinamico, così come quelli asiatici, che presentano però dei rischi geopolitici da tenere sotto stretta osservazione.”
Anche Francia e Spagna, altri storici partner per l’industria locale, registrano rispettivamente cali del 10,2% e del 4,8%. Nel primo trimestre 2024 rispetto allo stesso dello scorso anno, l’export verso il mercato europeo (sia UE che non UE), dove oltre il 75% della merce bresciana viene venduta, perde più dell’11%. Cina e Brasile sono in controtendenza, con incrementi importanti del 36,6% e del 10,7%. Gli USA registrano un lieve rialzo (+1,5%).
Per quanto riguarda l’import, si osserva come anche i flussi dalla Germania verso Brescia si riducano significativamente (-17,1%). Un fenomeno che si presta ad una diversità di letture. Se da una parte Brescia soffre per una Germania in forte affanno, parallelamente si assiste ad una ricomposizione del mercato di approvvigionamento, che suggerirebbe la tendenza a un’economia sempre meno “germanocentrica”.
Per i prodotti esportati si assiste ad un generalizzata flessione, particolarmente per quanto riguarda i prodotti della metallurgia (-19,2%), Computer, apparecchi elettronici e ottici (-9,0%) e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,2%). Solo i prodotti alimentari e bevande registrano un segno positivo (+3,0%). Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte diminuzione i Computer, apparecchi elettronici e ottici (-26,9%) e i prodotti della metallurgia (-26,0%).