L’economia circolare applicata all’acqua in agricoltura: uno sguardo al presente per il futuro

Circa l’81% dell’acqua dolce è utilizzata in Europa in agricoltura, per uso idropotabile e nell’industria. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea sullo stato di attuazione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), solo Grecia, Regno Unito, Francia, Italia, Malta, Cipro, Spagna e Belgio hanno indicato di riutilizzare regolarmente le acque reflue trattate, con percentuali di riutilizzo che variano dallo 0,08% nel Regno Unito al 97% a Cipro. Sono solo alcuni dei dati emersi durante la giornata organizzata da Acque Bresciane e promossa da Water Alliance- acque di Lombardia, realtà che aggrega le 13 società pubbliche che gestiscono il Servizio idrico integrato.  “Affrontare temi come quello del riutilizzo delle acque depurate in agricoltura – sottolinea in apertura di Convegno il nuovo Presidente di Acque Bresciane Pierluigi Toscani “credo sia un modo concreto di fare il punto della situazione e al tempo stesso rilanciare la necessità di innovare i processi di gestione del servizio idrico, tenendo sempre a mente che trattiamo un bene primario, essenziale per la vita di ognuno”.  Hanno partecipato al talk diversi rappresentanti di associazioni di categoria tra cui Coldiretti, Confagricoltura, Confindustria, e il confronto con gli operatori del settore ha contestualizzato il riutilizzo delle acque reflue come mezzo necessario per incrementare la disponibilità di acqua e alleviare la pressione sulle risorse. Pavia Acque, Padania Acque, MM spa, Acquedotto Pugliese, Iren hanno portato, ognuno con le proprie peculiarità territoriali, alcuni esempi di come il riutilizzo delle acque reflue sia sempre più una prassi consolidata e che essa debba fare riferimento sempre alle indicazioni del mondo politico e dunque delle istituzioni, dall’Europa sino ad arrivare a Regioni, provincie e comuni. Non è mancata nelle “case histories” anche l’esempio di un’azienda extra settoriale e che tratta di articoli in acciaio inox e in materiale plastico, la Mori2A che per tramite della sua responsabile sostenibilità dr.ssa Aurora Alessia Bosio ha descritto le innovative pratiche di risparmio idrico nei processi di lavorazione industriale.

L’iniziativa era patrocinata da Regione Lombardia ed era presente nei saluti istituzionali l’Assessore Paolo Franco, già Presidente di Uniacque, il quale ha sottolineato come Regione sia un player fondamentale per lo sviluppo delle politiche di economia circolare e di indirizzo sull’ottimizzazione dei processi in campo idrico. Un impegno che è stato ribadito anche da Consigliere delegato dalla provincia d Brescia, Marco Apostoli e infine dal Presidente di Ato Brescia Paolo Bonardi che ha chiuso il pomeriggio studio. Il convegno ha visto poi la collaborazione con l’ordine degli Ingegneri di Brescia e il Politecnico di Milano. Con quest’ultimo Acque Bresciane ha in essere alcuni progetti di ricerca proprio sulle acque depurate accennati dal direttore tecnico di Acque bresciane Mauro Olivieri che ha moderato la seconda parte della giornata (best practice) e dalla stessa prof.ssa Manuela Antonelli, protagonista dello speech introduttivo: “Il riuso delle acque reflue recuperate è fondamentale per soddisfare il fabbisogno dell’agricoltura, anche considerando gli impatti del cambiamento climatico. A questa nuova e accresciuta consapevolezza ha certamente contribuito lo sviluppo delle tecnologie di trattamento: queste infatti consentono di produrre acqua in grado di soddisfare un ampio ventaglio di qualità desiderate, compresa, in casi estremi, quella occorrente per destinarla in alcune realtà anche ad usi potabili”– Conferma la Antonelli– “Serve adottare un approccio One Health e per questo è necessario valutare a monte rischi quantificando stime di rischio nell’utilizzo delle acque reflue in agricoltura.”