Lavoro: 31.070 le assunzioni previste dalle imprese bresciane entro settembre

Sono 10.510 le opportunità di lavoro offerte dalle imprese bresciane a luglio e 31.070 nel trimestre luglio-settembre, in diminuzione del 24,5% rispetto a luglio 2023 (corrispondenti a 3.420 posizioni in meno) e del 19,3% sul corrispondete trimestre dello scorso anno (equivalenti a 7.450 unità in meno).

 

E’ quanto emerge dall’analisi della Camera di Commercio di Brescia basata sui dati provinciali del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.

 

“Dopo qualche segnale di rallentamento rilevato nelle precedenti indagini – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – si accentua, nelle previsioni riferite al trimestre luglio-settembre, una tendenza alla diminuzione di opportunità di lavoro nella nostra Provincia che, nel 2023, ha comunque fatto registrare un tasso di disoccupazione del 3,4%, inferiore sia al dato regionale (4,1%) che nazionale (7,8%). Ciò è principalmente imputabile al fatto che, nonostante le imprese abbiano piena consapevolezza dell’importanza dell’investimento nel capitale umano in un’ottica strategica di lungo periodo, il generale clima di incertezza e una congiuntura ancora in fase negativa, inducono a una certa prudenza nell’immediato futuro.

Permane, peraltro, ed è in preoccupante crescita il fenomeno della difficoltà a reperire i profili desiderati che si attesta ora al 57% dei casi, mentre ad aprile tale dato si attestava al 50% . Una volta di più si rivela necessario, pertanto, un’azione finalizzata a contrastare in maniera decisa il fenomeno del mismatching che si registra tra domanda e offerta sul mercato del lavoro, soprattutto con la promozione di iniziative volte a incentivare il dialogo tra il mondo dell’impresa e quello della scuola”

 

A spingere la domanda di lavoro in questo periodo dell’anno è, come sempre, il comparto del turismo, ristorazione e alloggio che prevede di assorbire nel trimestre luglio-settembre 4.980 lavoratori in calo, peraltro, rispetto ai 7.860 previsti per lo stesso periodo dello scorso anno.

 

L’industria è alla ricerca di 4.450 lavoratori, nel mese di luglio e di 12.760 nel trimestre luglio-settembre in calo, rispettivamente, del 15,9% e del 15% rispetto a un anno fa.

Il settore dei servizi, complessivamente, è alla ricerca di 6.060 lavoratori nel mese di luglio e di 18.320 nel trimestre luglio-settembre in calo, rispettivamente, del 29,9% e del 22% rispetto a un anno fa.

Il commercio prevede di assumere 1.360 lavoratori entro luglio e 3.840 entro settembre (- 20,5% rispetto al trimestre luglio-settembre 2023).

 

La classe dimensionale di imprese che prevede il maggior numero di assunzioni è quella tra 1 e 49 dipendenti (6.560 assunzioni), seguita da quella da 50 a 249 dipendenti (2.430 assunzioni) e da quella con oltre 250 dipendenti (1.520 assunzioni).

 

Nel 26% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

 

Una quota pari al 38% interesserà giovani con meno di 30 anni.

 

Riguardo agli indirizzi di studio, l’8% delle entrate previste è destinato a personale laureato (con punte che arrivano al 53,8% per le professioni dirigenziali e tecnici specializzati), al 24,4% verrà richiesto un diploma, al 42,1% verrà richiesta la qualifica professionale (in particolare, agli operai specializzati) mentre al 21,3% basterà la scuola dell’obbligo.

 

Rispetto allo scorso anno, è in lieve aumento la domanda di laureati (era il 7% a luglio del 2023) mentre è in deciso calo la quota di lavoratori senza uno specifico titolo di studio (era il 35% nello stesso periodo del 2023).

Fra le lauree più ricercate le imprese segnalano l’indirizzo economico, mentre tra i diplomi secondari l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing è seguito, nelle indicazioni, da turismo e ospitalità e meccanica, meccatronica ed energia.

Tra le qualifiche di formazione professionale primeggia l’indirizzo meccanico, dei servizi logistici e della ristorazione.

 

Aumenta la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, che complessivamente supera il 57%.

Il mismatch resta più elevato tra gli operai specializzati (65,6%) e tra i dirigenti e le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (61%).

Tra i profili più difficili da reperire si segnalano: tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (86,%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (80%) gli addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria (82,1%) e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (85,9%).