Il Decreto 5.0 arriva in grande ritardo

A seguito degli ultimi sviluppi legati al Decreto 5.0, riportiamo di seguito il commento di Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia.

β€œDopo mesi di annunci, e a seguito del passaggio in Corte dei Conti e della definizione della guida del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), siamo finalmente giunti alla pubblicazione ufficiale del Decreto 5.0, prevista in settimana – commenta il Presidente degli industriali bresciani –. Se il raggiungimento di tale risultato – pur con tempi molto lunghi – Γ¨ certamente apprezzabile, ci appare tuttavia incomprensibile farlo a ridosso di Ferragosto, con le aziende chiuse per la consueta fermata estiva e una conseguente impossibilitΓ  di prevedere una progettazione adeguata.”

La presentazione del decreto risale allo scorso 26 febbraio, giorno in cui il Min. Urso illustrava il provvedimento, definendolo β€œarchitrave della nostra politica industriale”: 6,3 miliardi di euro, che si sarebbero aggiunti, secondo le parole del Ministro, ai 6,4 miliardi previsti dalla legge di bilancio annuale, per la sfida green e digitale delle imprese nel biennio 2024 – 2025.

β€œLa continua procrastinazione ci ha portato di fronte a tempistiche molto pressanti, se consideriamo la data del 31 dicembre 2025, che rappresenta il termine ultimo, e presumibilmente senza possibilitΓ  di proroghe, per il completamento degli investimenti da parte delle imprese – prosegue Gussalli Beretta –. Il Governo italiano deve, infatti, rendicontare i costi entro giugno 2026 e sei mesi sono necessari al Ministero per questa analisi. A quanto pare, poi, rimangono ancora vaghi i contorni dei vincoli dettati dall’esigenza di non arrecare un danno significativo all’ambiente con gli investimenti finanziati. È ancora in corso una serie di trattative a livello comunitario e l’Italia auspica di ottenere deroghe.”

β€œIl Piano Transizione 5.0 – chiude il presidente di Confindustria Brescia – dovrebbe essere un intervento prioritario, al centro dell’azione del Governo, per consentire alle nostre imprese di accelerare i processi di innovazione e per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, in anni come questi dove si ridisegnano gli assetti geoeconomici e dove la congiuntura non Γ¨ certo rassicurante. Il 5.0, infatti, dovrebbe sostenere investimenti in beni strumentali e formazione dei lavoratori, anche per rendere il sistema industriale sempre piΓΉ competitivo nei mercati europeo ed internazionale. Penso, ad esempio, a progetti sulla sicurezza, quali Smart Safety Lab dell’UniversitΓ  degli Studi di Brescia, progetto originato dalla Piccola Industria di Confindustria e delegato ad InnexHUB, che potrebbe legarsi al Distretto dell’Innovazione, ma anche al tema della riattivazione delle miniere, che sta tornando sempre piΓΉ di attualitΓ .Β  Evidentemente, perΓ², a Roma non sono molto interessati al destino delle nostre aziende: infatti, la generale lentezza sull’attivazione del decreto, unita alla mancanza di chiarezza, sta allontanando le aziende dal provvedimento: non si possono chiedere a chi fa impresa programmi e investimenti tecnologici oggi per domani. Chi spenderΓ  tutti questi miliardi entro il dicembre 2025? Non Γ¨ tutto: questo β€œmeccanismo” di annunci ha creato una notevole aspettativa per molti importanti interventi, e ha di fatto frenato gli investimenti delle aziende. Invece di creare impulso allo sviluppo ha rallentato ordini ad intere filiere. Temo sia l’ennesima occasione sprecata per il nostro Paese.”