Confapi Brescia: export bresciano, tiene il secondo trimestre

Nel secondo trimestre 2024 le esportazioni bresciane ammontano a 5,33 miliardi di euro, in crescita del 4,8% rispetto al primo trimestre, ma in calo dell’1,2% rispetto all’analogo periodo del 2023. A livello semestrale le esportazioni bresciane sfiorano i 10 miliardi e mezzo di euro (10,4), in calo di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Per quanto riguarda le importazioni, queste risultano sostanzialmente stabili nel secondo trimestre rispetto allo scorso anno, mentre sono in calo a livello semestrale (-4,5%). A livello congiunturale (il confronto con il primo trimestre 2024), anche le importazioni registrano una ripresa (+7,9%). A osservarlo è il Centro Studi di Confapi Brescia rielaborando i dati Istat sull’export per regioni del secondo trimestre 2024.

A soffrire continua a essere l’import-export intra UE, in particolare verso la Germania. Nel primo semestre, le esportazioni continentali, che rappresentano circa i due terzi del totale dell’export bresciano, sono arrivate a 6,6 miliardi di euro (-7,5% rispetto al 2023). In termini assoluti stiamo parlando di 528 milioni di euro in meno, in pratica la totalità del calo dell’export complessivo (-540 milioni). Di questi 528 milioni di calo dell’export verso l’Ue, oltre il 60% (324 milioni) riguarda la Germania, principale partner delle aziende bresciane (-14,8% nel semestre). In miglioramento invece le esportazioni verso gli Stati Uniti (+4,5% circa) e la Cina (237 milioni, +23%). Buona performance anche per l’export verso l’Africa (317 milioni di euro, +3,5%).

In generale – osserva l’Istat – nel periodo gennaio-giugno 2024, la diminuzione su base annua dell’export nazionale in valore (-1,1%) è sintesi di dinamiche territoriali differenziate: il Nord-ovest (-3,5%), il Centro (-2,3%) e il Nord-est (-1,4%) registrano una flessione delle vendite all’estero, mentre si rileva una marcata crescita delle esportazioni per le Isole (+7,3%) e un aumento più contenuto per il Sud (+1,9%). Nell’analisi provinciale dell’export, le performance più negative riguardano Ascoli Piceno, Torino, Genova, Livorno e Potenza. I contributi positivi maggiori derivano da Arezzo, Firenze, Latina, Napoli e Gorizia.

«I dati sull’export, insieme a quelli sulla produzione industriale, fotografano una situazione non allarmante, ma sicuramente da valutare con attenzione – afferma Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia e Confapi Lombardia -. Le difficoltà della Germania non aiutano e questo suggerisce, anche in prospettiva, la necessità per le nostre imprese di rivolgersi a mercati emergenti, in particolare l’India e l’Africa. Come Associazione stiamo anche valutando missioni specifiche a questo proposito». Da parte del presidente Cordua una sottolineatura sulla crisi del settore automotive, il 5.0 e il piano Draghi per la competitività: «I dati che arrivano dall’automotive confermano l’urgente necessità di riflettere sulle scadenze del 2035, una questione non più solo normativa, ma di mercato a questo punto, dal momento che le automobili elettriche, se non supportate da corposi incentivi, in questo momento non hanno appeal tra i consumatori». Sul 5.0, «c’è un’opportunità importante per i produttori di impianti, anche se la finestra temporale è molto stretta e non mancano criticità». Infine, il piano Draghi: «Un piano coraggioso, fatto di sane politiche di investimento e integrazione a livello comunitario, che porterebbe l’intera Unione Europea a fare un salto di qualità e a diventare più competitiva nel contesto globale. Sicuramente non saranno le politiche di austerità e di taglio degli investimenti a farci uscire da questa situazione complessa».