Massimo Sestini: ZENIT DELLA FOTOGRAFIA

Oltre trent’anni di carriera di Massimo Sestini raccontati attraverso alcuni dei momenti topici della vita civile e sociale d’Italia, dalla strage di Capaci al naufragio della Costa Concordia, dai funerali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI al terremoto dell’Aquila.

 

Tra le 53 immagini della monografica a Santa Giulia, anche MARE NOSTRUM, la fotografia iconica del barcone stipato di migranti, premiata nel 2015 con il World Press Photo e due opere inedite dedicate a Brescia, realizzate grazie alla collaborazione con 1000 Miglia e la Guardia di Finanza.

 

La mostra ha un ulteriore sviluppo negli spazi della cantina storica di Freccianera Fratelli Berlucchi, a Borgonato di Franciacorta.

“Come quando sei morto e improvvisamente ritorni in vita”: sono le parole di Ayman, migrante dalla Siria, che nel documentario Where are you? Dimmi dove sei del National Geographic (Italia, 2019) racconta l’attimo in cui, dal barcone stipato di migranti al largo della Libia, dopo dodici giorni di tempesta, i profughi avvistarono l’elicottero della Marina Militare Italiana in missione di salvataggio.

Sull’elicottero anche il fotografo Massimo Sestini, che proprio in quel momento scatterà Mare Nostrum l’immagine simbolo dei viaggi della speranza che dalle coste africane cercano di raggiungere l’Europa, selezionata tra le Top 10 images of 2014 da TIME, pubblicata anche da altre numerose testate in tutto il mondo (tra cui Photo France, The Guardian, Internazionale, The Economist, L’Espresso, Die Zeit, National Geographic) e vincitrice del World Press Photo Award 2015 nella categoria General News. Da questo riconoscimento è partita la ricerca del progetto Where are you? che, nel corso del quinquennio successivo, rintraccerà e fotograferà (dall’alto e perpendicolarmente) una decina dei migranti che erano su quel natante, ritratti nella loro nuova vita in giro per l’Europa, realizzando il citato documentario di National Geographic.

 

L’iconico scatto Mare Nostrum è al centro della mostra personale dal titolo ZENIT DELLA FOTOGRAFIA che Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Freccianera Fratelli Berlucchi e con il sostegno Fondazione Grana Padano ETS dedicano al fotografo toscano, in programma dal 24 settembre al 2 marzo 2025 al Museo di Santa Giulia.

 

La mostra, curata da Angelo Bucarelli, è l’atto conclusivo dell’edizione 2024 del Brescia Photo Festival, kermesse giunta alla VII edizione, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, quest’anno declinata attorno al tema Testimoni, un termine che sottolinea la capacità dei fotografi di documentare il presente favorendo la lettura della nostra storia attraverso il racconto che gli artisti ne fanno, traducendolo in opera d’arte che supera i confini del mezzo fotografico.

 

La mostra ZENIT DELLA FOTOGRAFIA ha un suo ulteriore sviluppo anche a Borgonato di Corte Franca (BS), ove sarà allestita dal 22 ottobre una sezione della monografica negli spazi della cantina storica di Freccianera Fratelli Berlucchi, main sponsor dell’esposizione e già partner di Fondazione Brescia Musei anche nella realizzazione della mostra Gabriele Micalizzi. Legacy. Materia-Storia-Identità. Due mostre che corrono parallele – Micalizzi è pure allestito nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia fino al 2 marzo 2025 – e che testimoniano due modalità diverse e complementari di essere photoreporter: estremo, in guerra, Gabriele Micalizzi, funambolico, Massimo Sestini.

 

L’esposizione a Santa Giulia presenta una selezione di 53 immagini, allestite a dittici, trittici e polittici, capaci di raccontare oltre trent’anni di carriera di Massimo Sestini, nella quale l’artista ha saputo dipingere un affresco di grande valore iconografico delle vicende che hanno segnato il passato recente del nostro Paese, raccontandone gli episodi più significativi, dalla strage di Capaci a quella di Palermo, dal naufragio della Costa Concordia al terremoto dell’Aquila, dalla tragedia della Moby Prince, ai funerali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.

 

Il titolo ZENIT DELLA FOTOGRAFIA si riferisce alla capacità dell’artista, prima dell’avvento dei droni, di riconoscere il potere intrinseco della fotografia aerea e acrobatica di cui è diventato uno dei maestri indiscussi, producendo scatti iconici che lo hanno reso famoso nel mondo, capace di esplorare angoli e punti di vista insoliti della scena rappresentata. Sestini si è lanciato in voli vertiginosi, sospeso tra cielo e terra, per immortalare l’essenza della vita umana dall’alto, tuffandosi simmetricamente nelle profondità scure e gelate dei mari per catturare surreali visioni subacquee, tra le quali iconici scatti del patrimonio archeologico sommerso.

 

Il percorso espositivo a Santa Giulia, allestito dallo studio milanese Top Tag, degli architetti Nick Bellora, Nicole Bonini e Francesco Carli, si concentra sui principali episodi della storia italiana contemporanea, i temi più cari a Massimo Sestini; la prima sezione, Storie, propone alcuni dei suoi scatti più famosi come quelli realizzati a Capaci, poche ore dopo l’attentato al giudice Giovanni Falcone quando, a bordo di un piccolo aereo da turismo, a cui aveva smontato il portellone laterale per potersi sporgere, riprese tutta la drammaticità che si respirava in quel momento. Oppure l’attentato di via D’Amelio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e a cinque uomini della scorta, o anche il naufragio della Costa Concordia, il funerale di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, la tragedia della Moby Prince.

Altrettanto drammatiche sono le immagini con le quali il fotoreporter immortalò i disastrosi danni causati a L’Aquila dal terremoto del 2009 e il dolore dei funerali di stato.

 

Icone raccoglie le fotografie di alcune competizioni sportive italiane tra le più conosciute al mondo, come il Palio di Siena, la Barcolana a Trieste o la gara ciclistica Strade bianche in Toscana. Qui spiccano due opere inedite dedicate a Brescia, che rendono omaggio ai simboli della città lombarda: la 1000 Miglia, manifestazione automobilistica di auto storiche più importante al mondo, che da sempre inizia e conclude a Brescia, e il sito archeologico di Brescia romana, tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. In questo caso, l’eleganza delle vetture si sposa con la monumentalità del Capitolium, Patrimonio UNESCO dal 2011. Il progetto, realizzato lo scorso 11 giugno 2024, nel giorno della partenza della gara, si è avvalso della collaborazione della stessa 1000 Miglia e della Guardia di Finanza che ha concorso in modo decisivo alla fattibilità dell’impresa, mettendo a disposizione l’elicottero. Lo scatto, che ha visto Brixia. Parco archeologico di Brescia romana protagonista di un evento artistico d’eccezione, sarà esposto in mostra, in dittico con un’immagine della preparazione della scena.

 

Massimo Sestini non dimentica mai di documentare le eccellenze artistiche e naturali per cui l’Italia è conosciuta nel mondo. Nella sezione Patrimonio, oltre alle immagini della cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze o dell’Etna in eruzione, s’incontrano quelle realizzate per la Marina Militare Italiana: in particolare il focus sull’Amerigo Vespucci, considerata “la nave più bella del mondo”, e altre che riprendono, da sopra e da sotto, la superficie del mare e i sommozzatori del nucleo SDAI della Marina Militare Italiana di Napoli nell’attività di monitoraggio dei mosaici del III secolo a.C. nel Parco archeologico Sommerso di Baia.

 

Tra i soggetti che Massimo Sestini ha raccontato con maggiore sensibilità e trasporto vi è quello dell’immigrazione. Fulcro della mostra è la fotografia Mare nostrum, che documenta il momento del salvataggio di un barcone di migranti da parte della Marina Militare Italiana: uno scatto perfetto, cercato per due anni, che coglie i volti di tutte le persone stipate sulla barca, nel momento esatto in cui scorgono l’arrivo dei soccorsi, e che documenta allo stesso tempo la condizione in cui le persone sono costrette a viaggiare in quella drammatica attraversata. La serie di fotografie Where are you testimonia alcuni momenti della nuova vita dei migranti nei paesi europei (Svizzera, Francia, Germania) dove hanno trovato asilo, dopo il loro salvataggio. Emblematico in tal senso lo scatto del 2024 in cui il fotografo ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica alla attualità della fotografia di 10 anni prima, in cui vediamo un barcone ricolmo solo di camere d’aria e povere masserizie, emblema delle decine di migliaia di uomini, donne e bambini scomparsi nel Mediterraneo.

 

La rassegna è completata con la sezione Sicurezza in cui emerge un Massimo Sestini al servizio di diversi corpi militari o dei Vigili del fuoco, e include l’originale sequenza che testimonia il recupero e la detonazione di una mina inesplosa della Seconda guerra mondiale. Con Fotografo inquieto, ultima sezione della mostra, il fotografo si ritrae in un curioso e ironico autoritratto, nell’ambito di un servizio sulla prostituzione europea.

Accompagna la mostra un prezioso volume edito da Skira Arte, con saggi di Angelo Bucarelli, Denis Curti, Massimo Sestini.

 

Fondazione Brescia Musei ha organizzato un intenso Public Program con attività per adulti, per famiglie e per scuole, con l’obiettivo di approfondire con attività laboratoriali e visite tematiche il progetto espositivo.

 

La mostra Massimo Sestini. Zenit della fotografia è un magnifico viaggio attraverso un mondo di immagini sorprendenti. L’esposizione raccoglie scatti divenuti famosi come Mare Nostrum, rappresentazione iconica e sconvolgente di un barcone colmo di migranti premiata nel 2015 con il World Press Photo, o come quelli dedicati agli episodi cruciali della storia italiana contemporanea. Non mancano, però, immagini inedite, come quella che il maestro ha voluto dedicare a Brescia appositamente per questa mostra, ritraendo due emblemi della nostra città: il parco archeologico romano e la 1000 Miglia. L’esposizione di Sestini che inauguriamo oggi rappresenta una straordinaria occasione per conoscere da vicino i capolavori di uno dei più grandi fotografi a livello internazionale. Una mostra che, ne sono certa, saprà colpire e affascinare tutti, non soltanto gli amanti della fotografia, perché utilizza un linguaggio immediato e di grande impatto. Ancora una volta Brescia si rivela capace di organizzare e gestire iniziative culturali di grande portata, dimostrandosi all’altezza della sua vocazione di città d’arte.

Laura Castelletti, Sindaca di Brescia

 

Con la mostra Massimo Sestini. Zenit della fotografia Fondazione Brescia Musei conclude in grande stile un ricchissimo VII Photo Festival bresciano, che ha consentito di esplorare il tema della testimonianza oculare dei fotografi nelle vicende più importanti, a livello nazionale e internazionale, trasformando la forza del mezzo espressivo in un veicolo artistico. È questo il caso di Massimo Sestini che è riuscito a imporre la propria poetica dello scatto zenitale senza tradire le profonde ragioni sociali legate alla professione di fotoreporter. Il nostro ringraziamento a Nicola Berlucchi per averci introdotto al Maestro Sestini, con cui è nato un rapporto di stima e amicizia.

Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei

 

Fondazione Brescia Musei non ha semplicemente curato e prodotto la mostra inedita dedicata a Massimo Sestini, ma ha letteralmente contribuito alla produzione di una parte di ricchi contenuti che questa monografica originale propone.

Non potrebbe essere che così, con un photoreporter funambolo come Massimo Sestini, che non ha perso l’occasione di arricchire il proprio portfolio con uno scatto unico per Brescia, realizzato il giorno della partenza delle 1000 Miglia, grazie alla fruttuosa collaborazione con 1000 Miglia e Guardia di Finanza. La mostra ZENIT DELLA FOTOGRAFIA suggella una grande edizione del Brescia Photo Festival 2024, per il quale la nostra Istituzione testimonia ogni anno di più cura e attenzione,  rivolta alla manifestazione oltre che a quello straordinario medium espressivo che è la fotografia quando diviene arte.

Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei

 

Le fotografie di Massimo Sestini sono opere d’arte, vedute dall’alto, insolite, inedite ed emozionanti del mondo in cui viviamo. Sono il frutto di una tecnica raffinata e di una ricerca appassionata della bellezza combinate ad una grande maestria nella scelta di attimi irripetibili, di magnifiche geometrie e meraviglie della luce che restituiscono incanto e stupore. La nostra ricerca di produttori di Franciacorta di eccellenza ha così tante assonanze con quella di Massimo Sestini da rendere inevitabile la stima, l’amicizia e la collaborazione che hanno contribuito a rendere possibile la mostra ZENIT DELLA FOTOGRAFIA a Santa Giulia, di cui Freccianera Fratelli Berlucchi è Main Partner e organizzatore della side exhibition nella cantina di Borgonato che apriremo al pubblico il prossimo 22 Ottobre.

Nicola Berlucchi, Consigliere Delegato di Freccianera Fratelli Berlucchi

 

 

Curare la mostra di un autore come Massimo Sestini è un arricchimento personale e il privilegio di poter farsi ambasciatore presso il pubblico di una passione, uno spirito di servizio e un raro talento che fanno delle sue fotografie delle vere e proprie opere d’arte icone della nostra storia.

Angelo Bucarelli, curatore

 

 

 

Note biografiche 

Massimo Sestini (Prato, 1963) è uno dei più importanti fotogiornalisti internazionali. Grazie a una produzione sterminata, con l’alternarsi tra reporter infiltrato e fotografo ufficiale, Sestini ha raccontato come nessun altro quattro decenni di storia del costume, della politica e della società italiana. Comincia con la mostra di ritratti rock Un diciassettenne ed il suo obiettivo (Firenze, 1980). I primi scoop arrivano a metà anni Ottanta: da Carlo d’Inghilterra fotografato a Recanati mentre dipinge un acquerello, a Licio Gelli ripreso a Ginevra mentre è portato in carcere appena costituitosi dopo la fuga in Argentina, all’attentato al Rapido 904 nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, con cui ottiene la sua prima copertina sul settimanale tedesco “Stern”. Da quel momento, Massimo Sestini, oltre a mantenere una costante attenzione per la cronaca, testimoniata dalla fondazione dell’agenzia che porta il suo nome e alleva da allora giovani fotoreporter, si dedica ai grandi avvenimenti d’attualità. L’obiettivo è essere sulla notizia, qualunque sia il mezzo per arrivarci; anche quando pare impossibile. Le sue fotografie escono sulle prime pagine dei principali giornali del mondo. Il costante aggiornamento tecnologico, l’intuizione immediata delle opportunità del digitale, l’uso di teleobiettivi sempre più potenti saranno i suoi alleati. Sarà così testimone della tragedia della Moby Prince e autore delle foto dall’alto di Capaci e Palermo successivamente agli attentati a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino. Le foto aeree diventano una sua costante, premessa a quelle zenitali più recenti. Gli anni successivi porteranno altre esclusive: gli scatti aerei del Giubileo, gli scontri al G8 di Genova, i funerali di papa Giovanni II. Nel 2012 s’immerge con i sommozzatori della Marina Militare dentro la Concordia appena affondata. Nel 2014 è a bordo della Fregata Bergamini, testimone delle operazioni di salvataggio “Mare Nostrum”, a largo delle coste libiche. Da un ritratto aereo dell’Italia – da Lampedusa alle Dolomiti – a bordo degli elicotteri della Polizia nell’arco di un lavoro durato due anni, nascerà la mostra Orizzonti d’Italia dagli elicotteri della Polizia di Stato, inaugurata al Palazzo del Quirinale nel maggio 2016 alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

Angelo Bucarelli. Curatore, critico d’arte, giornalista, manager culturale, art director, designer, eclettico e innovativo, è cresciuto professionalmente tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove è stato anche art director di Art Forum International. Pioniere della cultura come mezzo di comunicazione, cura e organizza mostre ed eventi d’arte internazionali (Mimmo Paladino, Beverly Pepper, Marco Lodola, Larry Rivers, Arman, Valentino e tanti altri), nonché programmi museali e culturali. Ha curato e progettato D’Annunzio Segreto, il Museo del Vino di Alcamo o la casa museo di Uzeyir Hacıbeyov. L’ ultima curatela nel 2024: Mira Brtka alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Scrive di arte, architettura e dei suoi frequenti viaggi in giro per il mondo. Ha ricevuto importanti riconoscimenti come Best Art Catalog Miami 1986, Arbiter Award 2005, Premio Capalbio 2006, 7th IHIB Istanbul 2013. Vive tra Roma, Istanbul e il web.

 

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La Fondazione Brescia Musei è una fondazione di partecipazione pubblico–privata presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov. Fanno parte di Fondazione Brescia Musei Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Museo delle Armi Luigi Marzoli, Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, Castello di Brescia Falco d’Italia e Cinema Nuovo Eden. Fondazione Brescia Musei è con Pinacoteca Tosio Martinengo e Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, ente capofila della Rete dell’800 Lombardo. I Musei Civici di Brescia sono inclusi nell’offerta di Associazione Abbonamento Musei.