Pillole di cultura: la storia delle carte da gioco bresciane
Le carte da gioco bresciane, come molte tradizioni locali italiane, hanno una storia affascinante che affonda le radici in secoli di cultura e artigianato. Questo mazzo appartiene alla famiglia delle carte regionali italiane, in cui ogni area geografica ha sviluppato e conservato il proprio stile distintivo. Oggi tutte le carte da gioco regionali sono meno diffuse e conosciute che in passato, e questo lo si deve soprattutto alla diffusione dello svago online via app e in particolare alla popolarità di giochi che prevedono l’utilizzo di mazzi francesi o di quelli napoletani. In rete nelle piattaforme di casinò sono diffusi giochi di poker, compreso il poker all’italiana o il Texas Hold’em, ma anche blackjack o scala 40. Tuttavia, carte come quelle bresciane resistono all’avanzare nel tempo e conservano un interesse di chi ama divertirsi al tavolo con gli amici.
Le carte bresciane, così come quelle di altre regioni italiane, inizialmente venivano dipinte a mano e realizzate da artigiani locali. Queste carte erano considerate oggetti di lusso, riservati a chi poteva permettersi articoli di alto valore. Con il passare del tempo, la stampa su legno e, successivamente, su carta ha reso le carte da gioco più accessibili, favorendo la diffusione dei mazzi regionali tra la popolazione. È composto da 52 carte, suddivise in quattro semi: spade, coppe, denari e bastoni. I semi e il numero di carte sono comuni a molti mazzi italiani, ma lo stile artistico e le dimensioni delle carte bresciane sono unici.
Le carte si presentano relativamente strette e allungate rispetto ad altri mazzi regionali diffusi in Italia, come ad esempio quello napoletano o quello siciliano, conquistandosi il titolo di mazzo più piccolo della penisola. Le carte bresciane, come la maggior parte dei mazzi italiani, utilizzano figure iconiche per i personaggi della corte: re, cavallo e fante. Tuttavia, il loro stile artistico è meno elaborato rispetto, ad esempio, alle carte francesi. I disegni delle figure nelle carte bresciane sono stilizzati e immediatamente riconoscibili, con un’eleganza sobria che riflette lo stile nord-italiano. Il re è solitamente rappresentato con la corona e il mantello, mentre il cavallo è raffigurato in movimento, in sella a un destriero, e il fante, che funge da servitore o guerriero, è rappresentato con abiti tradizionali.
Le carte bresciane sono utilizzate principalmente per giochi tradizionali diffusi nel nord Italia, come la scopa, la briscola e il tressette. Questi giochi sono radicati nella cultura locale e vengono tramandati di generazione in generazione, soprattutto in contesti familiari o nelle osterie, dove rappresentano un’occasione di socialità e divertimento. Spiccatamente legato al territorio bresciano è il Cicera Bigia, chiamato anche scopa bresciana, che richiede tutte e 52 le carte del mazzo. L’unica differenza rispetto alla classica scopa è data dal fatto che le figure non vengono utilizzate come valore di presa, si utilizzano però solo nei confronti di altre figure: ad esempio, un re permette di prendere un altro re. La vittoria va al giocatore, o alla squadra, che conquistano più punti oppure, in alternativa, a coloro che prendono tutte le carte di un medesimo seme.
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