Progresso scientifico e innovazione per favorire soluzioni alla gestione dei nutrienti nell’agro-zootecnia bresciana

La collaborazione tra Coldiretti, le nostre realtà agricole e l’università, è di importanza cruciale per stimolare l’innovazione e il progresso scientifico. Lo scambio fra competenza accademiche, ricerca avanzata dell’Università, risorse ed applicazioni pratiche delle imprese agricole, favorisce lo sviluppo di soluzioni, in questo caso, legate al tema della gestione dei nutrienti nel settore zootecnico e allo smaltimento dei reflui zootecnici, adempimento particolarmente importante per le imprese agricole. Questo in sintesi il pensiero della presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti in occasione della presentazione del progetto che è stato presentato questa mattina presso l’Università degli studi di Brescia con la partecipazione, tra gli altri, del professor Gianni Gilioli e di Simone Frusca in rappresentanza delle aziende agricole protagoniste del progetto.

Il progetto in questione si chiama “RiNutri” e si tratta di uno strumento operativo a supporto della transizione ecologica della zootecnia lombarda. Attraverso la piattaforma “Agrofood Research Hub” dell’Università degli Studi di Brescia – un laboratorio scientifico multi-piattaforma che ha l’obiettivo generale di sviluppare soluzioni innovative a supporto della transizione ecologica in agricoltura – la finalità  è quella di determinare le misurazioni dei flussi di azoto negli allevamenti di bovini da latte del territorio bresciano e trovare soluzioni per minimizzare l’utilizzo delle risorse, minimizzare gli impatti ambientali, massimizzare la chiusura dei cicli, garantire la genesi e la regolazione dei servizi ecosistemici.

 

“Consapevoli della criticità del tema, non solo per le nostre aziende ma in generale per il territorio e l’ambiente –conclude la presidente Laura Facchetti – ci stiamo assumendo la responsabilità di analizzare seriamente il problema in maniera ampia, critica e scientifica, mettendo a disposizione risorse, fondi e strutture, consapevoli che ciò potrà ricondurre nei giusti termini un problema che oggi in modo improprio viene imputato completamente alla zootecnia”.