Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna, in Forte Pendenza e delle Piccole Isole

Con viticoltura di montagna e in forte pendenza si intende un sistema di impianto di vigneti in aree montuose, intesi come terreni situati ad alta quota, su pendici ripide o su zone topograficamente accidentate. Questa la definizione adottata dall’OIV – Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (nella risoluzione OIV – VITI 716-2024) che segna un passo importante nella tutela della viticoltura eroica a livello mondiale.

La risoluzione è stata adottata dall’OIV alla 22esima assemblea generale a Digion; questi vigneti rappresentano un patrimonio eccezionale che deve essere fortemente tutelato, ribadisce OIV, nel documento. E così fra le raccomandazioni agli Stati membri in cui è presente questa viticoltura, rientrano ad esempio quella di promuovere lo studio e la conservazione della viticoltura di montagna e in forte pendenza quale importante patrimonio e fonte di reddito per il settore vitivinicolo, nonché fonte di servizi per gli ecosistemi e le comunità locali.

“Si tratta di un grande riconoscimento per tutta la viticoltura eroica – sottolinea Nicola Abbrescia Presidente Cervim – la definizione dell’OIV, che interessa nello specifico la viticoltura di montagna e forte pendenza, avvalora il lavoro del Cervim e l’impegno verso una riconoscibilità e tutela della viticoltura eroica e a livello internazionale. Molto importanti, inoltre, le Raccomandazioni agli Stati membri, delle linee guida da seguire per tutti i paesi in cui si fa viticoltura eroica. Questo documento, adottato da OIV, rappresenta un punto strategico per la viticoltura estrema di tutto il mondo”.

“Fra punti salienti del documento – sottolinea Flavio Bonardi membro del Comitato Tecnico Scientifico del CERVIM in rappresentanza di Regione Lombardia –  l’OIV raccomanda agli Stati membri di sviluppare la ricerca per supportare questa forma di viticoltura, che necessita di pratiche colturali specifiche (ad esempio terrazze, terrazze di pietra, ecc.) e attrezzature adeguate (trattori a scartamento ridotto, trazione a cingoli). Favorire l’attuazione di politiche pubbliche mirate a garantire la sopravvivenza di questo tipo di viticoltura e di servizi pubblici che possono essere offerti alle comunità e all’ambiente”.

Quindi promuovere misure per una maggior differenziazione dei prodotti di questi vigneti, come la creazione di indicazioni geografiche; analizzare le prospettive di produttori e consumatori per mantenere o raggiungere la sostenibilità economica

 

“Avere ben presente quelle che sono le criticità specifiche di sostenibilità – conclude Flavio Bonardi –   quali il controllo dell’erosione dei suoli, la prevenzione delle frane, tutela della biodiversità, l’esposizione e l’orientamento del vigneto, la disponibilità di manodopera e il livello di competenza, le questioni transgenerazionali, la gestione e la trasmissione di aziende agricole e imprese a conduzione familiare”.

Importante per l’OIV è l’identificare iniziative e soluzioni per preservare le strutture sociali delle aree montane e a svilupparle maggiormente per tutelare l’integrità socioeconomica e naturale di queste regioni. Approfondire poi le diverse pratiche viticole che si ripercuotono sugli aspetti sociali, economici e ambientali della vitivinicoltura di montagna e in forte pendenza, e come possono contribuire alla resilienza rispetto al cambiamento climatico, ma anche definire per le diverse aree le linee guida viticole ed enologiche e le strategie di marketing idonee a posizionare i prodotti vitivinicoli in fasce di prezzo coerenti con i costi di produzione più elevati che comportano. Implementare degli studi sulla ricerca di fattibilità sulla possibilità che i produttori possano essere compensati delle maggiori spese che comporta la vitivinicoltura in forte pendenza attraverso i contributi provenienti dal turismo e da altri settori, creando sinergie e strategie commerciali congiunte.