CONFAPI Brescia: PMI bresciane favorevoli al ritorno della produzione dell’energia nucleare
Il 73% delle Pmi bresciane è favorevole al ritorno della produzione dell’energia nucleare in Italia. Lo osserva l’indagine realizzata dal Centro Studi Confapi Brescia interrogando un campione di 100 imprese associate, in prevalenza metalmeccaniche. Pochi i contrari (10% circa), mentre poco meno di due imprese su dieci non hanno espresso un’opinione univoca. Le ragioni del sì sono evidenti: il nucleare darebbe maggiore autonomia energetica all’Italia, aiuterebbe il necessario mix energetico e, in ultima istanza, darebbe un importante contributo alla competitività delle piccole e medie imprese.
«L’opinione delle imprese intervistate insiste particolarmente sulla necessità di ridurre l’energy gap del Paese – sottolinea il rapporto -, guadagnando autonomia energetica certamente, ma anche riducendo distorsioni sul mercato dell’energia, ben evidenziate dalle intervistate».
«L’attuale scenario energetico rappresenta una delle sfide più critiche per il tessuto produttivo italiano, in particolare per le piccole e medie imprese industriali – sottolinea Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia e Lombardia -. Il rincaro dei prezzi dell’energia, determinato dalla volatilità dei mercati, dalle connesse possibili speculazioni e dalle tensioni geopolitiche in corso, rischia, infatti, di compromettere definitivamente la competitività delle nostre Pmi industriali. Di fronte a questa emergenza, diventa indispensabile l’adozione di strumenti strutturali e sinergici in grado di mitigare l’impatto della volatilità dei prezzi energetici sul sistema produttivo nazionale. Per ogni imprenditore, poter programmare con certezza i costi e gli investimenti è essenziale e un quadro regolatorio chiaro e prevedibile è fondamentale per garantire stabilità. E, in tale percorso, l’energia nucleare può rivestire un ruolo strategico nella competitività energetica».
Le nuove tecnologie nucleari, come gli Small Modular Reactors (SMR) e gli Advanced Modular Reactors (AMR), sono considerate più sicure e sostenibili rispetto alle centrali nucleari tradizionali. Possono anche contribuire significativamente alla decarbonizzazione del settore energetico, fornendo una fonte di energia stabile e a basse emissioni di carbonio. Risponderebbero, infine, a un’esigenza di sicurezza più volte manifestata in passato e ancora oggi presente (quasi la metà degli intervistati sottolinea questo aspetto).
L’indagine si è anche soffermata sulle distorsioni del mercato energetico. In particolare, oltre l’80% delle imprese sostiene che la creazione di un mercato unico dell’energia, con condizioni uguali per tutti, potrebbe essere di grande aiuto per dare stabilità, certezza, migliorare le condizioni di acquisto. Per più della metà degli intervistati, il mercato unico servirebbe anche come strumento di equilibrio interno, da un lato per rendere i prezzi dell’energia di appannaggio comune (e non nazionale), dall’altra perché reti integrate possono meglio gestire le oscillazioni della produzione che si determinano dall’uso di energia da fonti fossili e da fonti rinnovabili.