Vinitaly: a Brescia oltre 47 milioni di bottiglie in un anno: il 95% sono a denominazione

Laura Facchetti: si conferma un appuntamento strategico anche per il comparto vitivinicolo bresciano

 

La significativa partecipazione delle cantine bresciane testimonia la vitalità e la qualità della nostra produzione enologica, espressione autentica di un territorio ricco di storia, tradizione e competenze. Il vino è ambasciatore della nostra identità agricola: racconta il legame profondo con il paesaggio, con la biodiversità che lo caratterizza, e con le comunità che lo custodiscono e lo fanno vivere. La presenza a Vinitaly non è solo vetrina, ma occasione di dialogo, confronto e promozione di un’agricoltura che coniuga eccellenza produttiva, sostenibilità ambientale e radicamento territoriale. Coldiretti Brescia è al fianco dei produttori per valorizzare queste filiere, sostenere l’innovazione e costruire nuove opportunità per il futuro del vino bresciano. Questo quanto afferma Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia in occasione della 57esima edizione di Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino, biodiversità, primati enogastronomici, sfide, curiosità del Made in Italy, consumi e produzioni.

 

Brescia presente con 84 cantine a rappresentare tutte le varietà di vino bresciano con oltre 47 milioni di bottiglie di cui il 95% è a denominazione DOC, DOCG e IGT.

 

Ma la vicenda dazi preoccupa molto anche il settore vinicolo e  Coldiretti ha sottolineato come sia necessario in questo momento un’azione unita senza commettere l`errore di rispondere con dazi ai dazi. E’ necessario che l`Ue investa direttamente sui vari settori produttivi senza gravare sul debito dei singoli Stati, aumenti gli investimenti nell`internalizzazione e cancelli tanta burocrazia che diventa un vero e proprio dazio.

 

A questo proposito è intervenuto Silvano Brescianini vicepresidente Coldiretti Brescia: “la situazione è molto seria, l’incertezza legata ai dazi sta causando un blocco nelle spedizioni e negli investimenti. Il mercato statunitense è strategico; rappresenta un’opportunità per la nostra viticoltura e uno sbocco in continua crescita ed evoluzione; se i dazi saranno minimi, l’impatto potrebbe essere contenuto diversamente, le conseguenze potrebbero essere significative, considerato che sono sempre maggiori gli investimenti commerciali negli USA.  In questo contesto, è fondamentale che vengano intraprese azioni urgenti a livello nazionale ed europeo per scongiurare o ridurre al minimo l’applicazione di questi dazi, e tutelare un settore strategico per l’economia del territorio”.

La produzione media di uva in Franciacorta – continua Coldiretti Brescia  – è di circa 300.000 quintali, quasi altrettanto nella zona del Lugana e nell’area della Valtenesi è di 74.000 quintali. Per quanto riguarda le superfici, invece, in Franciacorta sono rivendicati quasi 3.200 ettari tra Franciacorta DOCG (Chardonnay 81%, Pinot nero 15%, Pinot bianco 3%, Erbamat 1%), Curtefranca DOC e Sebino IGT, nella zona del Lugana ci sono 2.450 ettari, 1.000 ettari nella zona Valtenesi, Garda bresciano e San Martino della Battaglia, 60 fra Capriano del Colle e zona del Montenetto, 20 a Botticino, 20 in Valcamonica, 13 ettari nei Ronchi di Brescia e 3 a Cellatica.

 

Le bottiglie prodotte si attestano a circa 20 milioni di Franciacorta, poco meno di 1 milione come Curtefranca, oltre 16 milioni nella zona del Lugana, quasi 5 milioni tra Valtenesi, Garda bresciano e San Martino della Battaglia, e circa 1 milione tra Capriano del Colle, Montenetto, Botticino, Vallecamonica, Ronchi di Brescia e Cellatica, tutti vini con denominazione.