Dazi Usa: Ue dimostri compattezza difendendo il libero scambio

La decisione annunciata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di introdurre nuovi dazi fino al 25% su acciaio e alluminio, che ha prodotto importanti ricadute su diversi settori, potrebbe essere in seguito rafforzata dalla corsa a daziare direttamente i beni europei, tra cui automobili e prodotti alimentari.

 

L’Europa, per ora, ha reagito riportando in vigore le misure del

2018-2019 e studiando una nuova tassazione dei beni americani da aprile.

Tutto questo impone una riflessione seria e tempestiva sul futuro del nostro tessuto industriale. Ne è convinta Confapi Brescia che sottolinea come per il sistema manifatturiero bresciano, fortemente orientato all’export, una misura di questo tipo rappresenterebbe un ulteriore ostacolo alla competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. C’è dunque da guardare con attenzione alla scadenza del 1° aprile, data limite dopo la quale saranno annunciate le nuove tariffe. Inoltre, l’Associazione osserva con attenzione il fatto che la nuova amministrazione Usa possa indicare come misura di fatto daziaria l’applicazione dei regimi Iva nel mercato europeo, ritenendoli passabili di ritorsioni che andrebbero contro l’ordinaria logica economico-commerciale.

 

Partiamo da un presupposto: i dazi possono fare molto male al sistema Paese, dato che l’industria italiana esporta ogni anno beni e negli Stati Uniti per un valore di circa 65 miliardi di euro. Una proiezione che impatta profondamente sulle attività delle nostre imprese. Gli USA sono il primo mercato di riferimento extra-europeo per il nostro Paese.

Questo rapporto commerciale è caratterizzato da un saldo attivo

significativo: con un surplus di 39 miliardi di euro, il mercato americano compensa quasi interamente l’avanzo complessivo dell’export italiano rispetto alle importazioni, che si attesta intorno ai 54 miliardi di euro.

 

Va da sé che un eventuale inasprimento dei dazi rischia di compromettere questo equilibrio, penalizzando interi settori della nostra economia e mettendo sotto pressione la solidità del nostro sistema industriale. Per un danno italiano, Confapi Brescia propone una risposta europea, come di recente sottolineato dal titolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Di fronte ai dazi, bisogna agire tempestivamente per evitare i rischi di una guerra commerciale e approfondire ogni posizione costruttiva. Non può esserci, infatti, spazio per divisioni tra Stati membri o per soluzioni isolate:

il commercio internazionale è regolato da politiche comuni, e solo attraverso un’azione coordinata, sarà possibile tutelare gli interessi delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. La prima reazione europea è stata unitaria e pragmatica e dobbiamo ricordarci della principale sfida dei dazi, che è politica prim’ancora che commerciale.

 

L’ipotesi di ritorsioni commerciali con l’introduzione di contromisure sui prodotti americani deve essere valutata con attenzione, ma il vero obiettivo deve restare la ricerca di un dialogo costruttivo con Washington, in un contesto in cui, come dimostrato dal recente esempio canadese, è fondamentale che l’Europa faccia valere il proprio peso negoziale, dimostrando compattezza e determinazione nel difendere il libero scambio e la concorrenza leale.

 

In quest’ottica, è bene sottolineare che, in un clima di guerre commerciali sempre più pesanti e di concorrenza globale, la minaccia dei dazi deve fungere da stimolo alle istituzioni europee per mettere al centro l’industria e le sue dinamiche ed evitare quello che, nel breve periodo, può danneggiarci e creare problemi strutturali impedendo una sistemica risposta alla politica tariffaria Usa. L’Associazione invita dunque a predisporre strumenti di supporto alle aziende che potrebbero subire le conseguenze di queste politiche protezionistiche, che in Italia potrebbero anche prendere la strada di manovre come il sostegno all’export, incentivi alla diversificazione dei mercati e investimenti in innovazione e digitalizzazione. Delle politiche pro-crescita, in Italia e in Europa devono diventare priorità assolute per rafforzare la nostra industria di fronte a un quadro economico in continua evoluzione, in cui prima di alleati e rivali dovremo pesare i nostri interessi.