Coronavirus, Grecia: nota esplicativa del Consorzio Grana Padano

I titoli allarmistici sul blocco del Grana Padano da parte della Grecia, pubblicati oggi su alcune testate, ci stanno mettendo in grande difficoltà, peraltro in modo del tutto immotivato, oltre che non vero, fomentando ulteriormente la psicosi collettiva che ha preso piede in questi ultimi giorni e contribuendo ad alimentare una scorretta percezione dell’attuale congiuntura da parte degli Stati esteri. I rapporti con la Grecia continuano. Pochi minuti fa, ad esempio, ho senza indugi dato l’ok all’invio da parte di un esportatore di un container”.

Con queste parole Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano, commenta i titoli apparsi oggi su alcuni giornali relativamente alla richiesta da parte della Grecia di una certificazione ‘virus free’ per varcare le frontiere al Grana Padano di un’azienda consorziata. In Europa nel 2018 sono state esportate oltre 1.600.000 forme e di queste poco più di 41.000 in Grecia (2,57%).

Il Grana Padano posto al consumo oggi – prosegue Berni – è senza problemi: è stato prodotto oltre 10 mesi fa quando “Covid-19” ancora non esisteva e quello prodotto oggi si consumerà non prima del prossimo dicembre. Inoltre le condizioni biologiche di stagionatura del Grana Padano, come di ogni altro prodotto stagionato, inattivano ogni tipo di virus, quindi anche questo, che comunque si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e non con contatti di altro tipo, come ha sottolineato in una nota l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, organismo di quell’Unione Europea di cui fa parte anche la stessa Grecia”.

Come ogni prodotto food o non food – aggiunge Berni – sotto il profilo della sicurezza sanitaria, il problema può eventualmente essere legato esclusivamente all’ultimo passaggio prima del consumatore, compreso l’operatore che passa allo scanner della cassa del punto vendita il prodotto, sia che si tratti di un alimento che di ogni altra tipologia di prodotto, anche il quotidiano consegnato dall’edicolante al lettore. Ma ciò attiene a procedure di sicurezza diverse e già messe in campo tempestivamente ed efficacemente dalle istituzioni preposte in Italia. Infatti, è del tutto evidente che non ha alcun senso logico né alcun fondamento scientifico una certificazione come “virus free” riferita ad un qualsiasi prodotto”.

“Grana Padano – continua Stefano Berni – si può considerare senza alcun timore di smentita un prodotto sicuro e genuino, talmente sicuro che in questo momento così controverso e complicato può rappresentare uno degli alimenti cardine della dieta giornaliera di tutti, come lo è per me, i miei figli, i miei nipoti e per il mio numeroso gruppo famigliare”.

Confido sul senso di responsabilità degli organi dell’informazione – conclude Stefano Berni – per ripristinare la verità dei fatti ed uscire dal bailamme in cui purtroppo siamo finiti senza motivo, a tutela prima di tutto del consumatore, e poi del mercato e delle migliaia di persone che fanno parte della filiera Grana Padano”.