Poliambulanza: nel 2019 quasi 32 mila ricoveri nella fase clou dell’epidemia oltre 2000 i pazienti Covid-19
Oltre 2.000 i pazienti Covid-19 che Fondazione Poliambulanza ha preso in cura durante la fase più critica dell’epidemia – dal 20 febbraio al 30 aprile. 182 quelli in Terapia Intensiva. Ben 427 i contagiati presenti simultaneamente in struttura tra il 20 e il 21 marzo. Numeri importanti indicativi dell’enorme e instancabile impegno organizzativo che l’ospedale bresciano ha dovuto mettere in atto per gestire una situazione di massima criticità, a cui ha risposto con l’allestimento di 78 posti letto di Terapia Intensiva, rispetto ai 16 ante emergenza e che ha visto l’utilizzo giornaliero di 10.800 litri di ossigeno a fronte dei soli 560 litri ante epidemia
“Gli ultimi quattro mesi – afferma Alessandro Triboldi, Direttore Generale di Fondazione Poliambulanza – hanno visto Poliambulanza operare in prima linea sul fronte dell’emergenza, in piena collaborazione con gli istituti del Servizio Sanitario Nazionale, tanto da qualificarsi tra le strutture che hanno messo a disposizione il maggior numero di posti letto per pazienti Covid-19. È stato un periodo complesso che ha richiesto il massimo dispiegamento delle risorse ed un enorme impegno da parte di tutto il personale, che ha accolto la sfida senza alcuna esitazione. Un contributo quantificabile in ben 7 milioni di uscite di cassa aggiuntive per personale e fornitori, in un bimestre in cui abbiamo registrato un forte ridimensionamento dei ricavi. Il nostro impegno tuttavia non si è ancora concluso. Per rispettare il distanziamento sociale e diminuire le liste d’attesa che si sono create e che si aggiungono a quelle precedenti, stiamo allungando gli orari in cui i pazienti possono fruire dei nostri servizi. Questo significa che il personale sanitario, che ha lavorato duramente nella fase emergenziale, dovrà continuare a farlo.”
Dal documento che riassume i principali risultati della gestione dello scorso anno emerge che i pazienti ricoverati sono stati 31.829, in leggero aumento rispetto al 2018 dell’1%, per un totale di oltre 152.000 giornate di degenza. Le operazioni chirurgiche eseguite ammontano a 20.160. Sono stati realizzati 950 interventi di protesica maggiore in ortopedia, 500 di cardiochirurgia, circa 1.720 di chirurgia oncologica maggiore. 1.440 è il numero di casi con diagnosi principale urgente, 600 i casi di infarto del miocardio trattati, 1.500 le procedure di emodinamica, 650 quelle di elettrofisiologia e 160 le sostituzioni di valvola aortica con tecnica mininvasiva (TAVI).
Per l’attività ambulatoriale complessivamente sono stati registrati circa 420.000 accessi: 77 mila sono riferiti al servizio di radiologia e diagnostica per immagini, 74 mila al servizio di laboratorio analisi, 18 mila al servizio di endoscopia digestiva, 21 mila al servizio di anatomia patologica e 3 mila ai Consultori e Ambulatori Cidaf acquisiti nel 2017.
570 sono stati i casi di malattie cerebrovascolari trattati e per la maggior parte si riferiscono a ictus ricoverati in Stroke Unit. 2.752 sono state le nascite.
Cresciuto di un ulteriore 2% il numero di accessi al Pronto Soccorso, circa 87.000, con una media di 238 accessi al giorno. Oltre al numero assoluto risultano in aumento del 19% i codici rossi trattati (la media è di 6 codici rossi al giorno).
I ricavi totali dell’Istituto sono aumentati del 2% rispetto al 2018, per un totale di 183 milioni. L’87% del fatturato proviene dal servizio sanitario nazionale, l’11% da pazienti privati, prevalentemente generato da fondi assistenza e assicurazioni, e il 2% da altre fonti. Circa il 62% dei ricavi provengono dall’attività di ricovero, il 25% dall’attività ambulatoriale ed il 13% da altre voci di ricavo. Nel 2019 sono stati investiti circa 17 milioni di euro, di cui 12 connessi alla realizzazione del nuovo Blocco Operatorio Cardiovascolare. Gli investimenti totali nell’ultimo triennio superano i 36 milioni di euro la cui copertura deriva esclusivamente dai ricavi provenienti dalle prestazioni eseguite, a differenza di quanto avviene nel pubblico dove gli investimenti vengono finanziati a parte, in conto capitale.
Per quanto riguarda invece i lavoratori va rilevato che i collaboratori in servizio sono 1.993, il 94% dei quali assunti con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. La spesa per il personale ammonta a circa 108 milioni di euro e rappresenta il 60% del totale dei costi.
Attraverso Poliambulanza Charitatis Opera Onlus (PCO) sono stati raccolti circa 60.000 euro provenienti da donazioni di privati cittadini, enti e imprese ed è stato possibile portare avanti progetti nazionali ed internazionali in Burundi e Guinea Bissau e interventi di aiuto quotidiano a pazienti indigenti.
Anche lo scorso anno l’attività di ricerca del Centro di Ricerca E. Menni (CREM) si è concentrata sulle cellule staminali isolate dai tessuti placentari, oggetto di importanti pubblicazioni e presentazioni a livello internazionale. Oltre a tale attività, vanno considerati i contributi scientifici degli specialisti a convegni, congressi nazionali e internazionali, oltre alle pubblicazioni scientifiche. Parte dell’attività di ricerca è stata finanziata tramite il 5X1000 grazie a cui sono stati raccolti 65.000 euro.
“Rileggere accortamente, nell’intelaiatura fitta e densa di voci quantitative ed ancor più qualitative, l’anno 2019 lungo il corso dei giorni e dei mesi ci conferma nella consapevolezza d’essere un Istituto ospedaliero virtuoso, anzitutto in ragione e grazie ad una storia che viene da molto lontano e che mai si è interrotta sino ad oggi – afferma Mario Taccolini, Presidente di Fondazione Poliambulanza -. È innegabile che la composita e ampia Famiglia di Poliambulanza è stata in grado di affrontare questo nostro tempo, appunto, sofferto e smarrito, potendo contare su di un patrimonio, straordinario e fecondo, ricco di talenti, vocazioni, attitudini, abnegazione, competenza, fiducia e speranza. Una tradizione ed una cultura vissuta e interpretata quotidianamente, una mission capace di valicare le difficili contingenze e le inedite emergenze, proprio in ragione e grazie ad una storia che viene da molto lontano, ma che sa volgersi con lungimiranza al futuro, con fiducia e speranza, sempre.”
Ed è proprio sulla strada del futuro che Poliambulanza è già in corsa: da giugno sono ripartite tutte le attività chirurgiche, ambulatoriali e di degenza. Sono in fase di riprogrammazione gli appuntamenti annullati durante l’emergenza, con la possibilità anche di visite serali e nel week-end per evitare di allungare troppo i tempi di attesa. Un intervento necessario, nell’interesse dei pazienti, se si considera che l’ospedale bresciano ha sospeso il 90% delle attività ordinarie per consentire, nella fase critica dell’epidemia, una rapida conversione dei reparti ed evitare di esporre al rischio di contagio i pazienti non Covid-19. Rimasti invece sempre in operatività il Pronto Soccorso (DEA II livello), il Punto Nascita, la Terapia Intensiva Neonatale e tutte le attività ambulatoriali connesse alla gravidanza e al parto e il Dipartimento Cardiovascolare. Fondazione Poliambulanza infatti è stata riconosciuta da Regione Lombardia come HUB di riferimento di Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare e Cardiologia Interventistica per la Lombardia Orientale.
“Le cicatrici sono il segno che è stata dura. Il sorriso è il segno che ce l’hai fatta”. È questo il messaggio con cui il Direttore Triboldi, citando una celebre frase di Madre Teresa di Calcutta, commenta l’operato di tutti i colleghi di Fondazione Poliambulanza che, nel momento dell’emergenza, così come in fase di ripartenza, si sono messi in gioco, incondizionatamente, con senso di responsabilità, umanità e vera dedizione. “È questa la nostra vera risorsa” – conclude.