RadioGiornale del 27 Agosto 2020 – Pomeriggio
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Il prossimo autunno la vaccinazione antinfluenzale sarà fondamentale per agevolare la diagnosi di Covid-19 e gestire i casi sospetti, soprattutto considerando l’attuale ripresa dell’epidemia. Sarà importante vaccinare, oltre i soggetti a rischio, la maggior parte della popolazione attiva per evitare il congestionamento della sanità territoriale. Per questo, così come accaduto nella campagna vaccinale 2019-2020 – quando nelle farmacie di Brescia e provincia sono state dispensate circa 27 mila dosi vaccinali (800 mila a livello nazionale), acquisite dalla rete bresciana di Cef – Federfarma offre anche quest’anno la massima disponibilità a collaborare con le istituzioni per incrementare significativamente i livelli di copertura, mettendo a disposizione la sua rete capillare. Per la campagna 2020-2021 si stima un incremento di almeno al 50 per cento delle richieste. C’è il rischio, però, che queste dosi di vaccino non siano disponibili: Federfarma ha riscontrato la sostanziale impossibilità, da parte delle case farmaceutiche, a cedere alle farmacie dosi vaccinali, perché la produzione è stata assorbita dalle richieste avanzate dalle Amministrazioni regionali, i cui acquisti hanno fatto registrare un incremento medio del 43% circa, con picchi anche superiori al 100%, rispetto alle acquisizioni della passata stagione. “Le farmacie sono pronte a distribuire i vaccini messi a disposizione dal Sistema sanitario, anche per conto delle Amministrazioni regionali che vorranno renderli disponibili – afferma il presidente di Federfarma Brescia Clara Mottinelli -. In questa prospettiva, Federfarma chiede l’adozione di un provvedimento legislativo che abiliti espressamente il farmacista a inoculare i vaccini, come del resto già avviene in molti Paesi dell’Unione Europea, anche nell’ottica di future campagne vaccinali anti-Covid. Diversamente c’è il rischio che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, quale è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si trovino nell’impossibilità di vaccinarsi”.
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